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Dopo aver scoperto che le mie parole avevano un seguito abbastanza copioso sparlando del tipo commerciale, mi è stato chiesto gentilmente dalla redazione di Parkett una prosecutio sulla tipa commerciale attraverso un melenso ultimatum degno del più becero Franchismo, una cosa tipo: “Le Fleur, scrivi quel cazzo di pezzo sulla tipa commerciale o ti mandiamo al concerto di Guetta”.

Alchè le cose erano due: o andare al concerto di Guetta e sostituirgli la chiavetta usb dei suoi set con la mia stracolma di porno di Asa Akira, che sicuramente avrebbero emesso suoni più intriganti dei suoi ultra tamarri, oppure bermi mezza boccia di rosso sotto un cocente Sole delle 14.00 e aprire la porta del corridoio della mia mente ai temuti mostri commerciali della società.

Ho stappato il vino.

Sa di tappo.

E’ il tappo.

La stessa cosa che ha detto il dottore quando, al pronto soccorso, dopo una nottata passata con quattro nigeriani al concerto di Guetta, ha trovato siffatto sughero nelle tube di Falloppio della tipa commerciale che oggi chiameremo Pussy.

Sarei dovuto andare al concerto di Guetta!

Pussy crede di essere la reginetta dei locali e crede di avere ancora una reputazione onorevole, se non fosse che ha preso più pesci di Sampei; crede di capire di musica, se non fosse che urla stonata come l’antifurto di una Twingo solo il tormentone che passano ore pasti su m2O; Pussy crede di avere ottimo gusto nel vestirsi, veste gagliarda lei: rosa shocking, celeste e bianco, tacco 23 e perizoma di renna.

I suoi interlocutori sono chiamati tutti con intercalari quali:” A ci, a ni, a zi, a chi, a pi, pisè, polpè, sorè, cugì, patà” e tutto il restante reparto ortofrutticolo dell’eurospin.

Come sappiamo, lei esce solo col tipo commerciale, sale solo su fuoriserie cilindrata 3mila, in special modo cabrio, cosicchè le sue exstension sfarfallino al vento tenute salde soltanto dal biadesivo che poco prima ha intinto nel vinavil. Il suo cuoio capelluto sembra piazza San Marco dopo che i piccioni hanno fatto after a base di guttalax. Uno scempio. Il loro colorito frutto delle lampade è un Carlo Conti 2006. Dio si fa e poi li accoppia.

Nella discoteca commerciale Pussy ha il tavolo. Uno squallidissimo treppiedi di ikea dove ogni tot arrivano bottiglie di prosecco e vodka accompagnate da ghirlande, festoni e scintillanti quanto fumose stelline di capodanno. La vocalist indemoniata segue la bottiglia ed annuncia l’esosa spesa del kit del coglione: “Al tavolo 4, Puuuuuussyyyyyyyy, ecco che sale sale e non fa male, una grande grande boccia di Absolut, wooooooooooooow”. Ma trovati una fatica seria, sembra che ti sei calata Malgioglio e tutti i treppiedi di ikea.

Dopo un paio di bicchierini di prosecco, Pussy vuole andare ad incipriarsi il naso, plasmato e riadattato tubolare in forma aerodinamica come regalo per i suoi 18 anni dai genitori. Gente sveglia e sana. Votano Berlusconi anche quando lui sarà al 41bis perché scusa:” Che male c’è se lui si diverte? La gente è solo invidiosa!”.

Tra i suoi amici su Fb, Pussy ha il 60% maschi semi palestrati dai selfie imbruttiti che lavorano presso Me stesso ed hanno studiato presso La strada ed il restante 40% sono gli altri suoi profili ormai satolli di gente che ha studiato presso La strada e lavora presso Me stesso, dai selfie imbruttiti e semi palestrati.

Nei giorni in cui Pussy non si pippa due grammi di bamba cagata dal Senegalese del Pigneto, lei, beve infusi al finocchietto dell’Himalaya e la sua urina, ricca di minerali e gialla come mayonese, arricchisce il sottobosco e devasta la barriera corallina.

E allora in conclusione ripropongo le parole del saggio Tyler Durden: “Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!”

Le Fleur