Lattexplus, rassegna musicale che si svolgera questo 30 giugno e 1 e 2 luglio, coinvolgendo le location più suggestive di Firenze, viene raccontato dal suo direttore artistico Giacomo Gentiletti.
Lattexplus tornerà questo weekend a celebrare la potenza della musica nei luoghi più affascinanti del capoluogo toscano: Firenze. Dalla tradizionale location sulla riva dell’Arno, fino alla Manifattura Tabacchi e al giardino Ex Kontiki. La città dona ai giovani la possibilità di riappropriarsi di alcuni degli spazi più suggestivi della città, in una rassegna eventi che investe e celebra il legame tra l’arte ed il clubbin’.
Un format, che tra proiezioni cinematografiche, performance live e dj set celebra, in maniera originale, la necessità di vivere la musica a 360 gradi. Lattexplus offre un’esperienza completa, guarda verso nuovi orizzonti e si fa promotrice di un’idea di clubbin’ europea.
Un affare assolutamente non semplice. In vista dell’imminente festival, abbiamo voluto avere una piacevole conversazione con il direttore Giacomo Gentiletti. Abbiamo parlato con lui dell’evoluzione di questa rassegna e delle novità e tematiche presenti in questa edizione (la prima dopo lo stop causa Covid).
Ciao ragazzi, benvenuti su Parket Channel, grazie di essere qui con noi. Vorrei partire chiedendovi com’è nato il concept dietro agli eventi di Lattexplus e in che modo è partito questo progetto.
Lattexplus nasce nel 2010 da un gruppo di ragazzi che aveva il desiderio di proporre eventi che si caratterizzassero per una scelta musicale non scontata e per dei format innovativi in stile londinese o berlinese. In questi anni, come è cresciuta la passione per questo lavoro, allo stesso modo è cresciuta la nostra esperienza e quindi la nostra competenza.
Questa ci ha permesso di organizzare col tempo eventi sempre più originali e significativi creando cosi un forte senso di appartenenza e community intorno al brand Lattexplus.
Lo sfondo di Lattexplus è la città di Firenze e soprattutto alcune location storiche, che siete riusciti a trasformare e a rendere accessibili in una maniera irripetibile. Che tipo di lavoro fate da questo punto di vista e quanto è importante per voi valorizzare questi luoghi di inestimabile valore artistico?
Secondo il nostro punto di vista tutto parte dalla location, cerchiamo di offrire al nostro pubblico un’esperienza a 360°, la parte musicale è sicuramente fondamentale ma allo stesso modo anche tutti i servizi connessi lo sono. Questo comporta molta attenzione da parte di tutto il team, cura del dettaglio e anche costi maggiori, ma alla fine il risultato lascia sicuramente al fruitore la sensazione di aver partecipato ad un evento unico, fuori dai canoni da quello proposto nel classico locale o discoteca.
Dentro il vostro progetto la musica convive con arte forme culturali, in modo da arricchire l’esperienza dell’ascoltatore-visitatore. Come è stato declinato questo rapporto nel corso degli anni e quali saranno le novità di quest’anno?
Nell’attività di organizzatore di eventi, la convergenza tra musica ed altre forme culturali è un passaggio che avviene di pari passo con l’aumentare della competenza. Si inizia a percepire l’intrattenimento come un consumo culturale, si trovano dei punti in comune e si legano forme d’arte diversa creando sinergie con professionisti, aziende o altri soggetti culturali che hanno la nostra stessa passione nel raccontare la propria visione. Imprescindibile poi è il rapporto con la tecnologia che ormai pervade ogni ambito e che quest’anno abbiamo cercato di valorizzare con uno stage design molto intimo ma innovativo.
Si parte questo giovedì con la serata al giardino ex Kontiki. Mi è piaciuta molto la scelta di portare sul palco molti artisti della scena fiorentina. Voglio dunque chiedervi se per Lattexplus la scena locale è un elemento fondamentale e se lavorate, in maniera tale, da poter consolidare a Firenze un vostro roster magari in un futuro prossimo.
La scena locale è molto importante ed è giusto che gli organizzatori cerchino di promuoverla e valorizzarla. Allo stesso modo è altrettanto importante che ogni artista investa su stesso, arricchendo continuamente il proprio bagaglio musicale e possibilmente lavorando in studio.
Al momento non abbiamo un vero e proprio roster definito bensì un’orbita di nomi che rispettiamo e chiamiamo con frequenza, eccezione fatta per Samuele Pagliai, con il quale ci lega un rapporto molto forte, che è con noi fin dagli inizi e rappresenta musicalmente un parte importante del nostro progetto. In questo momento sta facendo tanta buona musica con la sua etichetta “Angis Music”!
Nella line up noto anche una forte presenza femminile, concetto che vi sta molto a cuore e a cui avete dato grande spazio attraverso anche la proiezione del lungometraggio proprio sul rapporto tra figure femminili e musica elettronica.
Sicuramente questa edizione per noi rappresenta una vera e propria ripartenza dopo due anni e mezzo molti duri. In questo periodo sono emerse sempre più artiste donne, veramente competenti, ci è sembrato quindi giusto che la line up del nostro festival avesse quanto più possibile il giusto equilibrio tra uomini e donne.
Come da te anticipato il secondo giorno del festival è dedicato alla proiezione del documentario “Sisters with transistors” che abbiamo organizzato insieme alla Fondazone Culturale Stensen in Manifattura Tabacchi, a seguire una performance live a cura di Alina Kalancea. Con questo evento creiamo un connubio profondo tra musica elettronica e cinema.
Nella grafica ho notato la scelta di utilizzare i colori dell’Ucraina. Secondo voi e nel vostro caso quanto può aiutare la musica a sensibilizzare il pubblico verso certe tematiche e quanto è importante che certi eventi abbiano anche un ruolo sociale?
Teoricamente dovrebbe essere cosi ma poi in pratica si segue tanto le dinamiche di business. Sotto questo aspetto però non vedo differenza tra l’Italia e gli altri paesi.
Tutte le iniziative culturali hanno, o dovrebbero avere, una funzione sociale. Utilizzare i colori dell’Ucraina nella grafica è stato un piccolissimo gesto di solidarietà nei confronti di quanto sta accadendo su quel fronte.
La pandemia ha creato delle difficoltà non da poco, interrompendo due anni la gran parte degli eventi. Vi vorrei chiedere se è stato difficile riprendere dopo questo stop prolungato e quanto le istituzioni cittadine vi son state a fianco in questa fase di rinascita.
Per il nostro settore la pandemia è stato un colpo durissimo, uno stop così prolungato ha prodotto danni notevoli soprattutto nelle piccole e medie organizzazioni. Adesso è importante procedere con equilibrio, mantenere una certa attenzione, ma anche dare continuità a questo percorso di rinascita.
Grazie mille per essere stati nostri ospiti.