Si è appena concluso Manifesto Fest a Roma, dove ha visto come uno dei suoi protagonisti Ivreatronic, noi abbiamo intervistato Enea Pascal.
Ivreatronic è una label ma anche un collettivo di dj e produttori eporediesi fondato da Cosmo di cui lui stesso fa parte. Si propone come una realtà di clubbing che incarna appieno lo spirito della città di Ivrea, apparentemente tranquilla, ma che quando organizza un evento lo fa in grande stile.
Originario di Ivrea, Enea è il più giovane dei co-fondatori della famiglia Ivreatronic ed i suoi “compagni di giochi” sono Fabio Fabio aka Foresta, Cosmo e SPLENDORE. Hanno come obiettivo creare una nuova realtà di clubbing per far conoscere e sponsorizzare nuovi talenti del territorio, portando il loro ritmo eclettico e multiforme in tutto il paese attraverso una serie di party itineranti.
Sono passati 4 anni dall’uscita del suo primo singolo “Golden Bocia”, prima pubblicazione firmata proprio dall’etichetta Ivreatronic, ma il suo stile fanatico di tracce caratterizzate da batterie rudimentali e suoni organici che prendono vita da un’elettronica ricercata, campionamenti di bassi modulari, batteria glitch con un’ attitudine punk, lo rende un artista unico ed eclettico che cammina sempre sulla linea sottile tra le estremità rauche dell’house e i brillanti filoni sperimentali dell’elettronica.
Nell’ottobre del 2022 Enea Pascal pubblica la traccia “Muschio Alfa” per l’etichetta bergamasca Pho Beat Bazar, una label che ha creato una rete di connessioni e legami con diversi artisti, dove reincarna questo spirito naif che genera risultati imprevedibili nella sua produzione.
Abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata proprio con Enea Pascal, qualche giorno prima dell’evento romano Manifesto Fest.
Ciao benvenuto su Parkett, come stai?
Direi molto bene grazie.
Prima di darti alla produzione, hai trascorsi come dj. Raccontaci qual è la prima volta che hai visto un dj dietro la consolle e hai realizzato che avresti voluto fare proprio questo nella vita.
Era il 2017 e Nicolas Jaar si esibiva proprio in Italia, iniziò il set con un omaggio a Franco Battiato. Il resto è storia.
Insieme a Cosmo, Splendore e Fabio Fabio, sei uno dei fondatori della label Ivreatronic. Insieme avete sviluppato parallelamente un concept più sperimentale chiamato “Avanguardia Indimenticabile”. Ma non solo. Com’è sbocciato il fenomeno Ivreatronic e perché proprio ad Ivrea? Cosa fa di questa città il fulcro dell’elettronica italiana in questo momento?
Fulcro dell’elettronica italiana forse è un po’ esagerato, ci sono tante realtà valide in tutta Italia, non solo ad Ivrea. Se abbiamo semplicemente scelto Ivrea è perché era il posto che ci legava, siamo tutti nati lì e in quel periodo ancora abitavamo in città, di conseguenza abbiamo avuto l’esigenza di creare qualcosa che non ci fosse. Anziché andare sempre in giro a cercarli, abbiamo deciso di portare a casa questo tipo di contenuti ecco. Direi appunto per necessità piuttosto che inventarsi qualcosa per noia.
Abbiamo iniziato facendo circa 9 feste in una cantina fatiscente, da pazzi. Abbiamo messo impianto, luci, piante ed è così che sono nati i nostri parties.
Hai “esordito” aprendo il tour Cosmotronic al Link nel 2018, com’è cambiato e come si è evoluto il tuo rapporto con la musica, sia con la consolle che con il dancefloor in questi anni?
È logico che è successo un evento molto importante negli ultimi anni di conseguenza c’è stata la possibilità di creare, quando ancora non si poteva, delle feste un po’ più intime e quindi andare ad approfondire il dancefloor. Cercare di non fare ballare solo le persone ma di creare un flusso coinvolgente.
Ovviamente l’esperienza aiuta molto, più suoni più impari a gestire la consolle.
Il cambiamento è stato proprio quello di non creare un “wengers”, il tempo deve passare in maniera piacevole, senza bisogno di sali e scendi emozionali.
C’è un genere musicale che proprio non riusciresti mai a suonare, non so il reggaeton?
Di sicuro mi è capitato poche volte di suonare la neo melodica, detto questo non è assolutamente escluso che nella neo melodica ci sia qualche pezzo interessante. Per ogni genere ci sono robe super valide e altre meno, secondo il mio gusto. Ecco, ti direi che no, non c’è un genere che mi precludo.
La questione rave è stato un argomento particolarmente dibattuto. Cosa ne pensi della recente storia dei rave svolti in Italia e secondo te ci sarà un evoluzione nel concetto stesso di rave?
Di base c’è una grossa confusione, nel senso che la parola rave spesso va a depistare le persone da quella che è l’idea originale. L’opinione media non conosce la cultura rave, non sa a cosa si riferisce, non sa quali sono gli intenti, le cause e le conseguenze. Così diventa una sorta di capro espiatorio, si tende ad attaccare i rave perché è qualcosa di più eclatante e non la si conosce davvero. Spesso si tende a condannare ciò che non si conosce, la paura dell’ignoto è un segno di debolezza da parte da chi vorrebbe decidere che queste cose vengano completamente annullate.
In realtà non sono mai stati legali i rave e nonostante ciò si sono sempre svolti a prescindere dal movimento mediatico che si crea contro, che spesso utilizza una sorta di terrorismo, sempre fatto a slogan e pronto a condannarlo. C’è sempre stato un pregiudizio nei confronti dei rave e ci sarà sempre in Italia e io potrei vederne anche il lato positivo, nel senso che magari si potrà iniziarne a vederle sempre più legali. Sicuramente tutto questo non fermerà il movimento, troverà sempre il modo di esprimersi.
Il weekend dal 10 al 12 novembre Ivreatronic sarà uno dei protagonisti del Manifesto Fest, che tipo di dj set avete pensato?
A dire il vero non c’è un filone unico, come dicevo prima: come generi musicali è abbastanza un incrocio tra quello che sarà break beat, piuttosto di qualcosa di tribale, a pezzi jungle per poi passare a pezzi più rallentati. Sarà un attorcigliarsi di cose e di generi. Visto che c’è tantissima roba bella e di tipologie diverse, ci piace rappresentare uno spettro più ampio possibile.
Quali sono le vostre sensazioni nell’esibirvi nella capitale?
Sempre abbastanza positive. È comunque molto emozionante e potente e supponiamo che lo sia anche questa volta.
Suggerisci un producer, o anche due, che in questo momento sta riscrivendo la storia della musica elettronica.
Te ne dico subito uno Italiano che è Not Waving, sta sulla scena elettronica da qualche anno ed ha sicuro quella marcia in più che lo rende unico. Un altro nome interessante è senza dubbio Capibara, che è un artista a 360gradi e fondatore di White Forest Records.
Grazie per la bellissima chiacchierata, ti lascio con un’ultima ma non meno importante domanda:
Come vedi Enea Pascal tra 20 anni?
Spero con i capelli bianchi! Magari lascerò il posto in consolle a qualcuno di più giovane, con qualche idea in più, ma sicuramente sarò sempre lì a produrre anche tra trent’anni direi.