Vibrazioni provenienti direttamente dalla via lattea, processate e inserite in una breve composizione.
Alcuni studi di astronomia ci stanno aprendo un mondo sui suoni provenienti da molto lontano, utilizzati poi da un astronomo turco per creare una composizione musicale.
Le attività interne ed esterne delle stelle fanno sì che vibrino continuamente, emettendo variazioni nell’emissione elettromagnetica che chiamiamo luce.
Queste variazioni sono alla base dell’astrosismologia, una sorta di versione spaziale dello studio dei terremoti, che analizzandole, riesce a determinare l’attività di una stella e a prevederne il corso.
Nel frattempo, ci si è accorti che queste variazioni possono anche essere percepite come suoni, rendendo tutta la questione molto interessante.
Se qualcuno ancora si stesse chiedendo come fa il suono a propagarsi nello spazio in assenza di aria, semplificheremo il discorso: anziché utilizzare l’aria come mezzo di propagazione, si utilizza la luce.
Ogni piccola oscillazione nell’intensità della luce stellare, può essere convertita in una frequenza che comporrà un suono di altezza e timbro ben definito.
Con l’ausilio del sotware Audacity, questo procedimento è stato utilizzato dall’astronomo Burak Ulas all’Izmir Turk College Planetarium, per creare questa composizione:
Nel brano si può ascoltare un arpeggio di pianoforte costruito appositamente attorno al suono processato del sistema Y Cam.
A questo link, invece, potete ascoltare il suono di altre stelle raccolto da un team di astronomi francesi. Magari trovate quella adatta alle vostre esigenze compositive.
Daniele Gabrielli