Nel mondo della musica elettronica, pochi artisti hanno raggiunto la fama, il successo e il riconoscimento di Yassine Ben Achour, in arte Loco Dice, con cui abbiamo avuto il piacere di parlare di alcune cose, su tutte il suo ultimo album “Love Letters”.
Due album all’attivo e il terzo, “Love Letters“, in arrivo, uscite sulle etichette più prolifiche e di successo degli ultimi decenni (M_nus, Ovum, Cadenza, Cocoon), un’etichetta attiva da più di dieci anni e presenze a console che non hanno bisogno di presentazioni. Loco Dice è tutto questo e molto altro.
È indubbio che tra chi bazzica da tempo il mondo della musica elettronica, scena House e Techno in particolare, alcuni non amino le sonorità proposte dall’artista di origini tunisine. Checché ne dica il pubblico, però, Loco Dice rimane un personaggio chiave degli ultimi 10-15 anni nel suo panorama.
Nonostante tutto, poche personalità artistiche possono avere qualcosa di più interessanti di lui da dire. Ed è soprattutto per questo che la chiacchierata con lui si è rivelata particolarmente interessante.
ITALIAN / ENGLISH
Partiamo dal tuo ultimo lavoro: “Love Letters”. Cosa puoi dirci riguardo a quest’album, il suo stile e il modo in cui è diverso dalle tue precedenti produzioni?
La differenza principale tra “Love Letters” e miei album precedenti “7 Dunham Place” e “Underground Sound Suicide” è che “Love Letters” è più libero in termini di narrativa. Gli album precedenti erano qualcosa di simile a una colonna sonora delle storie che avevo nella mia testa: “7 Dunham Place” riguardava la mia esperienza a Brooklyn, “Underground Sound Suicide” metteva le basi su argomenti a cui pensavo al tempo: la società moderna con le sue implicazioni e il modo in cui modella le nostre vite. “Love Letters” arriva dalle sessioni libere in studio, dove ho passato molto tempo a lavorare sulle idee e dopo un po’ ho capito che tutte le tracce hanno qualcosa in comune: sono positive, parlano di amore in ogni senso e l’album sembrava completare se stesso. Qui, tra l’altro, mi avvicino ancora di più alle mie radici Hip hop e uso la mia voce molto più che su “Underground Sound Suicide”.
Qualcuno dice tu sia uno dei nomi più grossi nella Techno, qualcun altro dice tu sia più vicino alla musica House. Come ti vedi? Credi che tu possa essere incluso in un genere specifico o sei stanco di questa questione dei generi?
Faccio semplicemente ciò che faccio, ed è difficile vedermi dall’esterno. Suppongo che sia difficile per alcune persone identificarmi in una certa cornice – questo probabilmente è una maledizione e una benedizione per qualche giornalista. Mi piace fare musica che sia tra House e Techno. Non è che sia stanco di questa questione dei generi, chiunque può sviluppare quest’informazione alla sua maniera, ma non mi importa molto. Mi vedo in un qualche posto tra House e Techno con radici profonde nell’Hip hop.
Il tuo amore più grande, insieme alla musica elettronica, è l’Hip hop. Come conciliavi e concili due stile che sono apparentemente così diversi?
Non sono così diversi secondo me. L’Hip hop ovviamente può portare messaggi in modo più diretto, mentre la musica elettronica va più a fondo, può fare cose in modo più astratto. Ma alla fine tutta quella musica può farti ballare, sentirti meglio, dimenticare i tuoi dolori…Mi piace far star bene le persone, sentire l’amore e ballare, e ciò che posso aggiungere al mondo della musica è mio: e questo è passione per Hip hop, House e Techno. L’Hip hop era lì sin dall’inizio, sin dai primi singoli come “Pimp Jackson Is Talkin’ Now”, avvolto in qualcosa che chiamerei House, Techno, o qualcosa in mezzo.
Hai costantemente centinaia di date in programma, ma rilasci anche un sacco di nuova musica. Dove trovi il tempo e l’energia per fare tutto? C’è qualcosa che preferisci tra fare il dj e produrre?
Da molti anni pratico muai-thai quasi ogni giorno. Mi aiuta a rimanere in forma e concentrato, e quando non sono in tour sono in ufficio o in studio. Ci sono così tante cose che ancora voglio fare e dire e non mi piace proprio sprecare tempo con altre cose che mi distraggono.
Ecco una domanda difficile: parlando di club, artisti e festival, quali credi che saranno le “next big things”?
Sono abbastanza sicuro che voi lo scoprirete e ce lo farete sapere. Io tengo occhi e orecchie aperti a tutto. Se mi fa sentire qualcosa; bene! Se no, allora niente.
Credi che la musica “underground” sia diventata una questione “commerciale”?
Cos’è l’ “underground”? Anche il mio secondo album “Underground Sound Suicide” trattava questa domanda. Oggi tutto è a nostra disposizione. Le nuove tendenze sono immediatamente online e disponibili per tutti. Il cosiddetto “underground” è ancora molto lontano dai numeri commerciali e dal gusto della massa, ma è lì, è visibile a tutti. L’ “underground” è raramente qualcosa che prospera in nicchie oscure conosciute e apprezzate da pochi. Ma vedo che è una discussione infinita e complicata con diversi punti di vista.
Secondo te il revival di generi come la musica Disco ha qualcosa a che fare con la progressiva perdita di interesse delle persone nella musica Techno e Tech-house? C’è un modo di cambiare le cose?
Tutto corre in circolo, così anche la musica. Le generazioni più giovani scoprono ora la Disco, poi ci sarà la prossima cosa vecchia o nuova. Per me è importante che io rimanga sincero a me stesso e che faccia le cose che so fare meglio.
ENGLISH / ITALIAN
Let’s start from your latest work: “Love Letters”. What can you tell us about this album, its style and how it’s different from your previous productions?
Main difference between “Love Letters” and my previous albums “7 Dunham Place” and “Underground Sound Suicide” is that “Love Letters” is more free in terms of it’s narrative. Previous albums were something like a soundtratck to the stories that I had in my head: “7 Dunham Place” was about my time in Brooklyn, “Underground Sound Suicide” had it’s foundation in topics I thought about at that time – modern society with its implications, and how it shapes our lives. “Love Letters” happened from the free sessions in my studio where I spent lots of time working on ideas, and after a while I realized that all tracks have something in common: they are positive, they are about love in every sense, and the album seemed to complete itself. Here I also go even further back to my hip hop roots and use my voice much more than on “Underground Sound Suicide”.
Someone says you are one of the biggest names in Techno, someone else says you are closer to house music. How do you see yourself? Do you think you can be included in a specific genre or are you tired of this genre-thing?
I simply do what I do, and it’s difficult to see myself from the outside. I guess that it’s difficult for some people to put me in a frame – that is probably curse and blessing for some journalists. I enjoy making music that is somewhere between house and techno. It’s not that I’m tired of this genre-thing, everyone can process the information in his / her own way, but it doesn’t mean much to me. I see myself somewhere between house and techno with deep roots in hip hop.
Your biggest love, together with electronic music, is Hip-hop. How did you and how do you conciliate two styles that are apparently so different?
They are not so different in my opinion. Hip hop obviously can carry more direct message, whereas electronic music goes deeper, it can do things with you in a more abstract way. But in the end all that music can make you dance, feel better, forget your sorrows… I like to make people feel good, feel love and dance, and what I can add to the world of music is mine: and that is passion for hip hop, house and techno. Hip hop was there since the beginning, since early singles like “Pimp Jackson Is Talkin’ Now”, wrapped in something that I’d call house, techno, or something in between.
You constantly have hundreds of gigs planned, but you also release a lot of new music. Where do you find the time and the energy to do everything? Is there something you prefer between djing and producing?
Since many years I practice muai-thai almost every day. It helps me to stay fit and focused, and when I’m not touring I am either in my office or in my studio. There are so many things that I still want to do and say, and I’m not really into wasting time with other things that distract me.
Here’s a difficult question: talking about clubs, artists and festivals, what do you think the “next big things” will be?
I’m pretty sure that you guys will find something and let us know. I keep my eyes and ears open to everything. If it does something with me: great! If not, then not.
Do you think Underground music has become a “commercial” thing?
What is Underground anyway?! My second album “Underground Sound Suicide” was dealing with that question as well. Nowadays everything is at our disposal. New trends are immediately online and available for all. So called underground is still very far from commercial numbers and the mass taste, but it’s there, it’s visible for everyone. Underground is rarely something that thrives in dark niches known to and appreciated by the few. But I see that it’s a neverending and complicated discussion with different points of view.
In your opinion, does the “revival” of genres like Disco music have anything to do with the progressive loss of people’s interest in Techno and Tech-house music? Is there a way to change things?
Everything runs in circles, and so does the music. Young generations now discover disco, then there will be the next old / new thing. For me it’s important that I stay true to myself and do things I can do best.