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Si è vero, forse potremo definirlo un evento un po’ popolare, lontano dai palati più fini dei club berlinesi, ma la Love Parade di Berlino è per tutti un simbolo.

Mai prima un evento aveva attirato così tante persone per le strade della città. Mai prima, più di un milione di giovani aveva dedicato un’intera giornata ad una parata in nome della musica techno. E la Love Parade è senz’altro uno dei primi tentativi riusciti nel creare un evento massivo a metà tra l’odierno concetto di festival e quello di rave. Perché a Berlino la musica è tradizione. Un fatto popolare sì, ma non commerciale.

La Love Parade nacque proprio nel 1989 e si svolse a Berlino fino al 2006. Successivamente si spostò in altre città tedesche come Essen e Dortmund. Ultimo capitolo fu quello del tragico episodio del 2010 a Duisburg, dove morirono 21 persone tra cui l’italiana Giulia Minola e ne rimasero ferite all’incirca 500. Da quel momento in poi la Love Parade smise di esistere, con grande rammarico di tutti coloro per cui era diventato un evento imperdibile.

Dr. Motte, uno dei fondatori della Love Parade, oggi sta lavorando ad una nuova edizione con la proposta di un progetto innovativo.

Il suo scopo fondamentale è quello di rimarcare l’importanza della cultura della musica elettronica nella capitale tedesca. Il primo obiettivo è quello di far riconoscere questa tradizione come patrimonio UNESCO dell’umanità. Sarebbe il primo passo per avere una forma di attenzione verso le chiusure continue dei club e i problemi giuridici che oggi impediscono a Berlino di esprimersi pienamente.

Ma non solo. Attraverso un’iniziativa chiamata Rave the Planet sta raccogliendo dei fondi per poter finanziare lo svolgimento di una nuova Love Parade. Anche attraverso delle idee originali. Ha infatti realizzato un modello in scala 1:87 della Straße des 17. Juni, a Berlino, da Ernst-Reuter-Platz fino a Brandenburger To.

In questo modellino, esposto al Mall of Berlin, che raffigura la parata in versione in scala, è possibile acquistare dei personaggi da inserire. A partire da un importo minimo di 5 euro fino a 250 . Lo scopo è quello di arrivare a un milione e mezzo di miniature che popolino il modellino raggiungendo una cifra consistente.

L’altro problema è legato al marchio che proprio nel 2006 venne acquistato da Rainer Schaller, titolare della Lopavent. Dunque non è ancora ben chiara la dinamica con cui si potrà risolvere il diritto di proprietà da parte di Dr. Motte. Anche perché il disc jockey tedesco vorrebbe che la nuova edizione della Love Parade ritorni al proprio spirito originario, discostandosi dall’idea dell’evento commerciale e ritornando ad essere una vera e propria parata dell’amore.

Dr. Motte, oltre che essere stato uno dei fondatori della Love Parade trent’anni fa e un dj storico di Berlino, è da sempre impegnato nella lotta per preservare la cultura sperimentale nella capitale impegnandosi su più fronti anche grazie alla creazione della fondazione no profit Elektrokult . Quest’ultima si propone come obiettivo quello di dare una forma giuridica alla scena elettronica. Risulta fondamentale creare una vera e propria lobby in tutto il territorio. Per riscoprire la tradizione elettronica è necessario discostarsi dalle logiche commerciali.

Molti hanno sostenuto il proposito di “Rave the Planet”, molti sono ancora turbati dall’episodio di Duisburg che ha toccato profondamente la collettività e specialmente coloro che durante quell’evento hanno perso i propri cari o hanno riportato danni irreparabili. Gli stessi genitori delle vittime hanno acconsentito alla nuova riedizione della Love Parade ma premettendo l’esigenza di un’organizzazione più accurata. L’episodio del 2010 deve diventare soltanto un lontanissimo ricordo.

Lo spirito della Love Parade è un pezzo della cultura giovanile berlinese, intramontabile e vivido nei ricordi di coloro che l’hanno vissuto.

Auspichiamo ad un ritorno vero, che faccia trionfare la musica e ritorni alle origini, a quel raduno del 1989 dove 150 persone si riunirono su Kurfürstendamm in un grido di protesta. Lontani dagli sfruttamenti commerciali che hanno rovinato la Love Parade.