Il 14 settembre è mancato Don Buchla, all’età di 79 anni. Con lui se ne va un enorme pezzo di storia della musica, e soprattutto dei sintetizzatori.
E’ venuto a mancare il pioniere del sintetizzatore Don Buchla, all’età di 79 anni. E’ stato un padre fondatore di questo tipo di strumenti, in contemporanea con Robert Moog, che iniziò a progettare i primi circuiti negli stessi anni. A loro si deve una delle più grandi invenzioni della storia della musica, che ne ha rivoluzionato il mondo, facendola evolvere nelle decine di generi di musica elettronica che oggi riempiono l’etere di vibrazioni. Don Buchla, insieme a Robert Moog, è stata la mente da cui tutto è cominciato, e ai due si attribuiscono rispettivamente i due filoni “West Coast” ed “East Coast”.
Fondamentalmente, la differenza è che la sintesi “East Coast“, alla Moog, per intenderci, è tendenzialmente la sintesi cosiddetta “sottrattiva“, cioè un approccio per cui un’onda viene scolpita e modellata andando a sottrarre frequenze dal suo spettro originario, creando timbriche a colpi di filtro (non a caso è famosissimo il filtro Moog e il suo “suono” vellutato). La sintesi “West Coast” invece presenta un metodo praticamente opposto, quello della sintesi “additiva“: l’onda originale viene modulata da una serie di fattori ed arricchita tramite modulazione di frequenza (“frequency modulation” o “FM“), manipolazione delle armoniche, “waveshaping” e l’impiego di forme d’onda particolari.
Nato il 17 aprile del 1937 in California (ecco perchè “West Coast”) e di formazione scientifica, Buchla ha cominciato la sua avventura quando gli venne commissionato da Morton Subotnick il progetto di uno strumento d’avanguardia per la performance dal vivo. Era il 1963 quando il primo sintetizzatore modulare fu completato. Iniziò così la serie 100, che venne messa in commercio nel 1966. Lo stesso Robert Moog, sebbene sia accreditato come il primo inventore del sintetizzatore modulare, ammise che Buchla fu colui che realmente riusciva ad avere una migliore visione d’insieme per far funzionare in maniera organica i moduli che lo componevano.
Si sono susseguite nel tempo diverse serie, tutte assolutamente di pregio e che ancora oggi sono vendute a peso d’oro. In questi giorni, parole come “genio“, “avventuriero”, “visionario”, “mago” sono state spese non a caso nei confronti di Don Buchla. E in un mondo che sempre di più abusa di questi termini, è doveroso prendersi un momento per rendersi bene conto di quando qualcuno merita realmente epiteti così importanti. Ed è proprio questo il caso. Difficilmente tornerà presto una persona capace di inventare un paradigma che per oltre cinquant’anni ha fatto scuola senza mai divenire obsoleto.
Vi lasciamo con una performance di un ottimo Alessandro Cortini che suona dal vivo insieme allo stesso Don Buchla, ognuno con il suo modulare. Ovviamente parliamo di modulari Buchla.