In occasione del 26° anniversario della celebre traccia “Teardrop”, abbiamo curato una selezione speciale dei brani più iconici dei Massive Attack, il leggendario collettivo di Bristol che ha lasciato un segno indelebile nella musica.
La storia dei Massive Attack prende vita negli ambienti più underground di Bristol, una città portuale del Somerset sulla costa nord-orientale, di fronte all’Irlanda, che ha guadagnato importanza come centro portuale e industriale. In questo contesto, Bristol si è arricchita di fenomeni artistici emergenti, tra cui spiccano i Massive Attack.
L’alba dei Massive Attack risale al 1983, quando Andrew Vowles e Grant Marshall, due giovani DJ di origine afrocaraibica conosciuti rispettivamente come “Mushroom” e “Daddy G”, fondarono un sound-system chiamato “Wild Bunch”. Questo spazio era dedicato a musicisti, Mc, DJ e artisti di varia formazione, che si riunivano per creare musica in modo spontaneo.
Nel 1985, si unirono al gruppo artisti destinati a lasciare un’impronta nella storia della musica, come Nellee Hooper, Shara Nelson, Adrian Thaws e, naturalmente, Robert Del Naja, soprannominato “3D”, un giovane artista di strada con una passione per i graffiti e i nastri, figlio di due immigrati italiani.
Dopo l’esperienza nel sound system “Wild Bunch”, gli artisti presero strade diverse nelle loro carriere musicali. Tuttavia, Mushroom, Daddy G e 3D rimasero uniti per formare i Massive Attack, abbandonando il nome “Wild Bunch” come simbolo di un’epoca passata di spontaneità e divertimento.
Così iniziò la loro avventura e, nel corso degli anni, i Massive Attack hanno contribuito a definire il trip-hop, trasformando l’hip-hop newyorkese in un genere nuovo, intriso di soul, reggae-dub ed elettronica, con atmosfere evocative e cinematiche.
Inoltre, i Massive Attack, soprattutto per le tracce prodotte prima degli anni 2000, sono stati i creatori di una colonna sonora dell’angustia metropolitana, che il loro amico e collega Tricky descrisse come “pre-millennium tension”.
“Any Love” (1988)
“Any Love”, il primo singolo ufficiale dei Massive Attack, è stato pubblicato su un vinile 12 pollici e rimane l’unica uscita sotto l’etichetta “Massive Attack Records”. Questa piccola label è stata fondata da Daddy G con l’obiettivo di pubblicare “Any Love” e futuri lavori del gruppo, ma i piani sono cambiati quando i Massive Attack hanno firmato con la major Circa Records nel 1990. “Any Love” si caratterizza per le sue sonorità luminose di funk-pop e un ritmo che cattura per la sua leggerezza, il tutto arricchito dalla voce ipnotica del cantante soul Tony Brian. La traccia fonde un beat hip-hop con elementi elettronici, preannunciando quello che sarebbe stato definito il genere Trip-hop.
“Unfinished Sympathy” (1991)
La canzone “Unfinished Sympathy” è contenuta in uno degli album più iconici dei Massive Attack, “Blue Lines”, pubblicato su Circa Records. La traccia si distingue per l’incantevole voce di Shara Nelson, che canta un testo sull’amore tagliente di cui non si può fare a meno. La melodia, che ha dato vita alla base della canzone, è emersa mentre Shara Nelson la canticchiava durante le sessioni di “Blue Lines”; Jonny Dollar, co-produttore del progetto, colto dall’ispirazione, ha organizzato una sessione notturna di registrazione con solo una tastiera e una drum machine.
Gli altri membri dei Massive Attack hanno poi iniziato a fornire i loro contributi al brano. La particolarità di questo brano e dell’intero album è che furono inizialmente pubblicati sotto il nome di “Massive”, a causa delle preoccupazioni legate alle possibili associazioni del nome completo con la Guerra del Golfo. Tuttavia, questa denominazione durò solo sei mesi; di conseguenza, “Unfinished Sympathy” non fu mai ristampato, facendo sì che tutte le copie rimanessero con il solo nome “Massive”. “Blue Lines” non è solo un album: è il manifesto che ha segnato il corso dei Massive Attack e ha scolpito il loro nome nella storia della musica. Con questo capolavoro, il gruppo ha gettato le basi del cosiddetto “Bristol Sound”, poi definito trip hop, un’etichetta che i Massive Attack non hanno mai accettato del tutto. Il genere è caratterizzato da una complessità musicale, ricche sovrapposizioni sonore e un’atmosfera coinvolgente.
“Protection” (1994)
La traccia “Protection” ha raggiunto la vetta delle classifiche del Regno Unito, è tratta dall’album omonimo dell’artista. Dopo aver concluso la collaborazione con Shara Nelson, i Massive Attack cercarono una nuova voce pubblicando un annuncio sul magazine NME che recitava: “Cercasi cantante donna per una band pop acclamata a livello internazionale. Le influenze includono Aretha Franklin e Tracey Chapman”. La scelta ricadde su Tracey Thorn del gruppo Everything But The Girl, la cui voce ha interpretato una melodia malinconica e lenta che si fonde perfettamente con elementi acid e ritmi frammentati.
“Karmacoma” (1994)
Sebbene “Karmacoma” abbia caratteristiche nettamente diverse da “Protection”, entrambe le canzoni si trovano sullo stesso album, evidenziando il talento dei Massive Attack nel variare ritmi e farsi ispirare da generi diversi. “Karmacoma” è un brano denso di percussioni e di elementi sonori che ricordano la colonna sonora di un film horror, con le voci di Tricky e 3D che si alternano nel rap. Questo eclettismo si riflette anche nel background del processo creativo: 3D ha rivelato che i testi di “Karmacoma” e “Eurochild” sono stati scritti da lui e Tricky sotto l’effetto di sostanze nel backstage durante un festival musicale in Inghilterra. Tricky, rapper di origini giamaicane e membro del sound system Wild Bunch, ha collaborato per anni con i Massive Attack. La loro comune eredità culturale risuona nel brano, come dimostra la frase “Karmacoma, what?, Jamaica an’ Roma”.
“I Want You” (1995)
Questa traccia, realizzata in collaborazione con l’iconica Madonna, è stata concepita per un album tributo dedicato al leggendario Marvin Gaye. L’album, intitolato “Inner City Blues”, riunisce reinterpretazioni delle canzoni di Gaye eseguite da vari artisti per omaggiare il suo talento. Inizialmente, era prevista la partecipazione di Chaka Khan, ma la sua assenza alle sessioni di registrazione ha aperto la porta a Madonna. Talmente entusiasta del risultato finale, Madonna ha deciso di inserire “I Want You” come traccia d’apertura del suo album “Something to Remember”. Questo episodio evidenzia l’influenza significativa dei Massive Attack nel panorama pop mondiale.
“Angel” (1998)
L’album “Mezzanine” si apre con un’introduzione indimenticabile, l’oscura “Angel“. Inizialmente, “Angel” doveva essere una canzone molto diversa, concepita come una cover di “Straight To Hell” dei Clash, con l’inclusione di un campione da un vecchio brano dei Sex Gang Children. Per questa versione, 3D aveva identificato Horace Andy come il cantante ideale. Tuttavia, durante la registrazione negli Olympic Studios di Londra, si presentò un ostacolo: Horace Andy, per le sue convinzioni religiose, rifiutò di cantare la parola “hell” (inferno) contenuta nel brano originale dei Clash. Di fronte a questo limite, in sole quattro ore, i Massive Attack rielaborarono completamente la traccia, scrivendo una nuova melodia, riducendo il tempo e eliminando il campione dei Sex Gang Children. Il risultato è un brano che evoca un lamento melanconico, sostenuto da percussioni incisive e che culmina in un climax di energia rock verso la fine.
“Teardrop” (1998)
In questa selezione non poteva certamente mancare un brano che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia musicale, estratto dall’album “Mezzanine” pubblicato da Circa e Virgin Records. La genesi di “Teardrop” affonda le radici nella visione artistica di Neil Davidge, abituale collaboratore dei Massive Attack, e si materializza in un riff di clavicembalo al quale Mushroom decise di intrecciare accordi e ritmi di pianoforte di una malinconia profonda. La selezione della cantante generò tensioni all’interno della band: mentre Mushroom aveva immaginato la voce di Madonna per i vocals, 3D e Daddy G furono fermi nella scelta di Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, una divergenza che culminò con l’abbandono di Mushroom dal gruppo nel 1999.
È stata Elizabeth Fraser a dare vita alla canzone, e si narra che l’intensità e il pathos del brano siano magnificati dalla presenza della sua voce, all’epoca vibrante di un dolore intimo causato dalla tragica scomparsa del fidanzato Jeff Buckley. La traccia, in ogni sua nota e parola, diviene un inno al lutto nelle sue molteplici sfaccettature, una manifestazione melodica del suo dolore.
“Special Cases” (2003)
Definita la traccia più semplice e immediata da comporre dell’album “100th Window”, pubblicato sotto l’etichetta Virgin Records, la sua forza risiede nella diretta essenza del messaggio. La frase “Take a look around the world, you see such bad things happening” evoca la malignità e l’instabilità che imperversavano nei primi anni del 2000, un’epoca segnata dalla guerra in Iraq. “100th Window” è stato registrato in assenza di Daddy G, temporaneamente distolto dagli impegni musicali dalla nascita di suo figlio, lasciando che i Massive Attack si esprimessero principalmente attraverso la figura di 3D. L’album ha visto anche il contributo di Sinéad O’Connor, cantante irlandese che ha arricchito ulteriormente la profondità e l’intensità del progetto.
“Live With Me” (2005)
All’alba del 2005, “Live With Me” emergeva come una delle prime creazioni realizzate nei freschi spazi dello studio dei Massive Attack, situato a Bristol. L’esperienza maturata con le colonne sonore di “Danny The Dog” e “Bullet Boy”, elaborate nell’anno precedente, ha fornito una chiara direzione stilistica per “Live With Me”, portando alla composizione di un brano con un’impronta tipica delle soundtrack. In questo processo creativo, i Massive Attack hanno abbozzato rapidamente le idee, sviluppando armonie essenziali, linee melodiche e motivi ritmici. L’apporto di Terry Callier ha impreziosito il pezzo con una voce dalla profondità soul, sfociando in sonorità calde e avvolgenti, vicine al jazz e al blues.
“Splitting the Atom” (2009)
“Splitting the Atom” è un brano significativo dell’album “Heligoland”, che ha rappresentato un ulteriore traguardo per il collettivo, anche per il ritorno di Daddy G in studio, il quale arricchisce il brano con la sua voce, assente dal 1998. La canzone offre un ritmo reggae rallentato e arricchito da elementi synth che sembrano lanciare un appello di natura politica. Daddy G spiega che il titolo riflette il viaggio intrapreso dai due artisti a partire dal Wild Bunch, e allude al distacco di vari colleghi artisti incontrati lungo il percorso.