MAST Festival unisce musica elettronica, arti digitali, architettura e sostenibilità dentro la caratteristica cornice storica del Val Di Noto in Sicilia. Abbiamo voluto farcelo raccontare dai direttori del festival Anastasia Ruta e Francesco Gugliotta.
MAST Festival si svolgerà in Sicilia questo weekend, unendo in maniera sorprendente arte e musica dentro un contesto storico invidiabile. La città di Scicli sarà il teatro perfetto per immergersi totalmente dentro un’esperienza musicale e visiva contaminata da tutte le influenze storiche della terra che la ospita.
Un viaggio dentro una Sicilia guidato dalla sapiente direzione artistica di Anastasia Ruta e Francesco Gugliotta . Abbiamo voluto farci raccontare la visione dietro il festival e farci svelare alcuni retroscena di questa edizione che si prospetta ricca di novità. Buona lettura!
Benvenuto su Parkett, è un piacere avervi come nostri ospiti su Parkett. Mi piacerebbe partire dalle origini. com’è nata l’idea del MAST Festival e di creare un punto di riferimento culturale per il Val di Noto?
M.A.S.T è un acronimo: le prime due lettere sono le iniziali di Musica e Arte, ambiti in cui io e Francesco negli anni ci siamo specializzati con un approccio imprenditoriale. Il concept di MAST nasce in prima istanza da questo incontro, l’incontro di due teste, esperienze e conoscenze totalmente diverse ma complementari; nasce anche da una comune necessità che io e Francesco ci portiamo dentro dall’adolescenza, quella cioè di poter avere accesso ad ambienti, esperienze, personalità costruttive, di ispirazione e piacevoli, anche e soprattutto a Scicli. Questa, e la ricerca di esperienze, di arricchimento personale e culturale, è stata dapprima la spinta a partire, a lasciare la propria terra, facendo di altre città e realtà casa nostra.
Con il passare degli anni ci siamo resi conto entrambi che era per noi fondamentale il bisogno di riportare qualcosa a casa, di mettere la nostra esperienza e le nostre conoscenze a servizio di un bisogno più grande di quello di noi due singoli. Abbiamo potuto constatare che la nostra città aveva fame di novità, di esperienze nuove diverse, che potessero aprire gli orizzonti di una società che aveva vissuto della rendita di Montalbano e del Barocco, ma che ha grandissime potenzialità inesplorate.
Se la selezione musicale con sonorità prevalentemente elettroniche, può essere contenuta nel grande cassetto dell’arte (a volte un po’ troppo generalista) la A di Mast si specifica in tutto ciò che è arte visiva ed architettura nell’accezione effimera, il tempo che governa i festival.
S.T. sono invece, rispettivamente le iniziali di Sostenibilità e Territorio; Sostenibilità, al netto di tutte le belle chiacchiere che possono essere espresse, è per noi un concetto fondamentale, in quanto crediamo che il territorio con cui ci si confronta, indichi la direzione per poter agire in maniera sostenibile. Locale significa sostenibile, nell’ottica di una relazione autentica con il proprio territorio; e dunque sostenibile significa anche locale. Il Territorio e il legame che MAST ha con esso non si esaurisce nell’evento in sé, ma nella volontà di lasciare un’impronta costruttiva e benefici spendibili localmente a lungo termine; un flusso di competenza, cultura e conoscenza, riflessioni tanto in entrata quanto in uscita. Abbiamo capito che possiamo essere felici solo se possiamo vivere “a casa” ma agire nel mondo.
Il festival punta in primo luogo ad una valorizzazione del territorio, offrendo un’esperienza multidisciplinare dentro la splendida cornice di Scicli. Raccontare il territorio tramite le arti digitali e in maniera innovativa porta ad un confronto con le tecniche di promozione locale: in che modo vi siete relazionati alle istituzioni locali e agli enti promotori del territorio? Il percorso burocratico è stato complicato o avete trovato un certo tipo di accoglienza per il progetto?
Uno dei nostri obiettivi principali da sempre è riuscire ad avere una relazione proficua e costruttiva con tutte le realtà del territorio, enti pubblici, enti privati, aziende, artisti e la cittadinanza in generale. Siamo riusciti negli anni a creare con le istituzioni e l’amministrazione locale un rapporto di fiducia, per cui tutti possano comprendere quanto ogni sperimentazione e ricerca portata avanti da MAST apporti un beneficio collettivo a Scicli; il percorso burocratico rimane comunque abbastanza spinoso, ma questo è dovuto ad un problema puramente di procedure, spesso lunghe e non condivise da tutti gli uffici di riferimento.
Questo crea sicuramente un dispendio di energie non indifferente, che speriamo negli anni, continuando a lavorare in modo assolutamente professionale, si riduca fino a scomparire. Dobbiamo sottolineare però che l’amministrazione di Scicli appoggia MAST da sempre e supporta le nostre azioni di riqualificazione urbana concedendoci luoghi e spazi che mai prima d’ora erano stati possibili per una manifestazione culturale di questo tipo.
A livello di direzione artistica il festival porta dei nomi interessanti che rappresentano in maniera perfetta la multiculturalità che ha influenzato la Sicilia. Quanto è importante per voi il cosmopolitismo come concetto nelle vostre scelte?
L’incontro e lo scambio sono, da sempre, per noi di centrale importanza: in primis, nelle nostre vite, è stato ciò che ci ha plasmato e che, con noi, ha plasmato le nostre scelte di vita e di carriera. Ancor di più, oggi, siamo convinti che esperienze ed influenze globali siano fondamentali per città come Scicli e i suoi cittadini.
Siamo coscienti della fortuna che abbiamo avuto a poter viaggiare e fare esperienze nel mondo, ma siamo ugualmente convinti che un fermento culturale di questo tipo debba essere promosso nei piccoli centri, per le comunità come la nostra, a partire dai bambini e ragazzi che con MAST hanno accesso ad esperienze di crescita e riescono ad immaginare un futuro diverso, un futuro in cui Scicli non è solo un luogo da cui scappare in cerca di opportunità ed esperienze, ma un punto di partenza per trovare se stessi nel mondo come a casa.
Oggi realizzare grandi eventi su territori storici specialmente comporta una riflessione sull’impatto ambientale che questi generano. Quali sono state le vostre strategie per pensare ad una convention eticamente sostenibile e responsabile?
MAST nasce e “cresce” secondo le esigenze, espresse e latenti, del territorio a cui è indissolubilmente legato. La nostra riflessione sulla crescita del festival parte da una fondamentale condizione urbana che contraddistingue Scicli: una piccola città, con poche infrastrutture e luoghi che possono accogliere grandi eventi, collegamenti di trasporti pubblici con gli altri punti della Sicilia molto problematici, un flusso di turismo specialmente estivo che satura centro città e borghi.
Un grande supporto per questa riflessione ci è stato dato da Legambiente Scicli Kiafura, che ci ha fornito la check list utilizzata per la certificazione Eco Event: con questa abbiamo costruito un piano quinquennale in cui ci prefiggiamo degli obiettivi in termini di sostenibilità, ambiziosi ma realistici, rapportati a realistici dati di sostenibilità finanziaria, fondamentale per un piccolo evento totalmente indipendente come MAST.
L’architettura è un altro campo di indagine su cui la convention concentra la propria direzione, dando spazio anche a studenti. L’istruzione trova in queste situazioni una nuova maniera per esplicarsi, per voi è importante avere anche un ruolo educativo per i vostri visitatori?
I ragazzi delle scuole superiori che negli anni sono diventati parte fondamentale della famiglia MAST sono una delle soddisfazioni più grandi per me e Francesco e per l’associazione Occhio Vivo che abbiamo fondato. Oltre ad un impegno fuori dal comune, hanno dimostrato che coinvolgere diverse fasce d’età insieme è possibile e che un dialogo aperto crea situazioni costruttive e condivisione di competenze, spendibili sul territorio. I nostri ragazzi hanno imparato tantissimo e lo hanno dimostrato durante tutto il corso dell’anno, non solo a MAST, creando e gestendo nuovi progetti totalmente indipendentemente.
Ultima domanda. Cosa vi aspettate da questa edizione e date un motivo ai lettori di Parkett per non mancare al MAST Festival.
MAST AERE sarà un’esperienza totalmente nuova ma con un sapore familiare, un momento di condivisione senza freni, di scoperta e riscoperta, di amore per Scicli, la Sicilia e il mondo. Come si può perdere un’emozione del genere?