fbpx

Nonostante la sua età verdissima, l’artista che presentiamo oggi su MyZone ha già un bagaglio di esperienze invidiabile. Il suo nome è 00100 ed è sicuramente una delle figure del panorama nazionale che dobbiamo tenere sott’occhio nei prossimi mesi!

Classe ’95, 00100, all’anagrafe Edoardo Lupicuti, è cresciuto a pizza, porchetta e rave in quella Roma underground che ancora resiste grazie ad artisti come Luciano Lamanna e Stefano Di Carlo, certo non proprio affini nelle sonorità, però, entrambi perseguono da sempre quel suono che proviene dal basso, crudo in quanto vero, a loro modo punk.

La storia di Edoardo inizia nel lato oscuro della techno. Breakcore, Acidcore, Gabber, sono queste le prime passioni che lo portano, ancora più giovane, a suonare in palcoscenici internazionali tra Firenze, Berlino e Brescia sotto lo pseudonimo di RHZ. Nome che di sfuggita è gia passato nei radar di Parkett in Acid War (clicca QUI per saperne di più) una compilation dirompente del 2018 firmata No Pizza Records.

00100

Con il progetto 00100 il suono si è leggermente spostato verso l’Industrial e l’IDM, senza dimenticare le sue origini Hardcore, diventando così un puledro purosangue di Scuderia, etichetta proprio di Lamanna. Sta inoltre pubblicando su label come la già citata No Pizza Rave, Bergwerk, Mokum e Dystopia Core. Quest’ultima ha da poco rilasciato Dystopia Core 02 ‘Future Sucks’ contenente la sua traccia ‘Rave Runer‘ ultimamente apparsa su HATE.

vedi anche: Ascolta la prima release Dystopia Core firmata Luciano Lamanna

Lupicuti è un ragazzo con mille idee per la testa. Già è stata annunciata la sua partecipazione a RAGEXEVER l’ultimo album di Scuderia, in uscita il 22 gennaio, e anche una release per la Carbone Records di D. Carbone, altra nostra grande conoscenza.

Ma adesso lasciamo spazio alle parole dell’intervista e soprattutto alla sua musica. Proprio così! Perché 00100 per l’occasione ci ha fatto un regalo di natale anticipato, un podcast inedito di 45 minuti.

Buon ascolto e buona lettura.

INTERVISTA

Ciao Edoardo, benvenuto su MyZone! Che piacere poter fare qualche domanda a un giovane ragazzo emergente, oltretutto veramente della mia zona. Dai, iniziamo. Raccontaci un po’ chi è 00100, ma sopratutto quale idea c’è dietro?

Ciao Nicola è un piacere prender parte a questa rubrica! 00100, in ordine cronologico, è il mio secondo progetto di musica elettronica.

Dopo anni di ricerca sonora, studi e produzioni di diversi generi musicali ho sentito la necessità di creare un secondo alias [il primo è RHZ , ndr] per potermi esprimere al meglio.

Viviamo in un epoca dettata da schemi ed ideali ben definiti e questo si riflette anche nella musica che ci viene proposta. Il risultato è spesso una produzione priva di personalità. 00100 vuole rompere questi schemi, proponendo un sound crudo, il più personale possibile, senza ‘filtri’ andando così contro gli stereotipi che caratterizzano proprio quest’epoca.

Un alta percentuale di componenti rumoristiche, distorsione ed atonalità descrivono sicuramente questo progetto e si trasformano in un sound scuro e aggressivo; è un qualcosa che si trova tra l’Industrial Hardcore, la Techno ed l’IDM.

In molti mi chiedono quale sia il motivo di aver scelto una sequenza di numeri per rappresentare il mio progetto, bene, i motivi sono i seguenti: non rimandare il pensiero a un qualcosa di già esistente, rappresentare la mia passione per la tecnologia digitale, mi piace a livello visivo e, tra l’altro, è il cap della mia città natale, Roma, a cui sono molto legato.

Se dico musica, qual è il primo ricordo significativo che ti viene in mente?

Questa è una domanda difficile data la mia memoria (ride). Sicuramente uno dei primi ricordi rimasti impressi ancora oggi è quando all’età di circa 8 anni mi regalarono un CD degli Iron Maiden intitolato Edward The Great. Rimasi molto colpito dall’artwork della copertina e ancor di più dalla musica. Iniziai ad ascoltarlo ininterrottamente per mesi, appassionandomi così al metal, grunge, punk e qualche anno dopo al black metal. Riguardo la mia passione per la musica elettronica tutto è iniziato quando ebbi il mio primo PC, scaricando casualmente un album dei Prodigy. Da li a poco smisi di suonare la chitarra elettrica per dedicarmi ai software di produzione musicale, sintetizzatori e drum machine. Successivamente mi sono avvicinato a generi più estremi come la Breakcore, Industrial, Acid Techno e Gabber. La mia passione è cresciuta esponenzialmente dopo aver portato a termine un corso di laurea in tecnica del suono e sound design che mi ha permesso di migliorare e raggiungere il mio suono.

Da cosa trai ispirazione per le tue produzioni?

Una cosa che faccio molto spesso nel tempo libero è ascoltare generi musicali che non mi appartengono e soprattutto che non produco in modo da aumentare di continuo il mio background musicale e ottenere un suono sempre diverso, in continua evoluzione. Sicuramente ascolto tanta musica elettronica in tutte le sue sfaccettature ma riservo molto tempo anche a generi acustici, sono sempre alla ricerca di nuove sonorità.

Premetto che ciò che compongo è molto influenzato dal mood in cui mi trovo e dagli ascolti che faccio, infatti il mio processo creativo si mette in moto a periodi alterni. Ci sono momenti in cui non sono ispirato a livello musicale e passo giornate intere a studiare, a riordinare e migliorare lo studio e ad ascoltare musica. Ho anche dei periodi in cui mi dedico esclusivamente al sound design, al djing e lavori commissionati riguardanti missaggio e mastering. Una volta superate queste ‘fasi‘ spesso mi sento pronto e lì inizia il processo creativo che mi porta a comporre e portare a termine una nuova produzione.

Conosciamo tutti l’enorme difficoltà di questo periodo, a tutti i livelli. Cosa ti auguri per la scena club quando finalmente si potrà tornare a suonare e ballare?

Sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Questo periodo per quanto difficile e demotivante mi ha portato ad avere più tempo libero del solito, ciò mi ha permesso di portare a termine alcuni progetti come ad esempio la realizzazione del mio nuovo studio, dedicarmi all’arte del djing ed affinare le tecniche riguardanti il sound design. Per quanto riguarda la scena relativa ai club è sicuramente un periodo molto difficile ma anche in questo caso sono abbastanza positivo. Credo che una volta terminata la pandemia ci saranno molti più party di quanti ce n’erano prima, molta gente avrà voglia di ballare e probabilmente tutto ciò permetterà di far più spazio ad artisti emergenti e nuove realtà. Per apprezzare veramente qualcosa dobbiamo prima perderla del tutto, questa è la prova.

00100 ha qualche nuovo progetto in cantiere nel frattempo?

Sicuramente, ho molti progetti in cantiere, forse anche troppi! Come dicevo prima in questo periodo mi sono dedicato molto alla produzione, alcune tracce che ho prodotto usciranno a breve su label che un tempo mi sembravano inarrivabili e sto continuando il mio percorso riguardante la ricerca sonora che al momento si sta spostando su musica più sperimentale, ritmata e non con la cassa in quarti. Non ti nascondo che sto già pensando ad un nuovo alias ed ho in programma di lanciare una mia etichetta. Un altro progetto a cui mi sto dedicando molto è Resonhate Audio, un mio nuovo brand che si occupa di servizi legati all’audio come sound desing, mixing, mastering, trattamenti acustici ed altro. Sto inoltre continuando gli studi universitari specializzandomi in questi ambiti.

Una domanda tecnica per gli appassionati. Il kick è uno dei suoni fondamentali che caratterizza questo genere musicale, qual è il tuo approccio/metodo di lavoro? Che setup utilizzi nel tuo studio?

La prima cosa che faccio è scegliere la sorgente sonora da cui partire, a volte utilizzo macchine hardware altre volte plugin che emulino drum machine come ad esempio una TR 909, altrimenti scelgo qualcosa che abbia un concept più sperimentale creando la patch da zero. In breve: processo il segnale di partenza in parallelo, creando vari layer o strati che svolgeranno un ruolo ben preciso durante la realizzazione del suono finale. Credo sia molto importante utilizzare macchine hardware analogiche sia per aggiungere una sorta di movimento ed irregolarità a suoni digitali, sia per avere un qualcosa da poter toccare con mano aggiungendo spontaneità all’esecuzione. Quindi il mio setup è un ibrido tra tecnologie analogiche e digitali così da poter sfruttare il massimo dei vantaggi offerti dai due mondi. Al centro di tutto c’è la DAW, in questo caso Cubase.

Parlando di attrezzatura hardware i sintetizzatori e drum machine che utilizzo di più nelle produzioni sono: Elektron Model:Cycles, Korg EMX, Erica Synth DB-01, SOMA Lyra-8, Behringer Neutron che a breve implementerò in un sistema Eurorack. Riguardo i processori di segnale sicuramente voglio citare lo Sherman Filterbank che gioca un ruolo fondamentale in tutte le mie produzioni in accoppiata con l’Elektron Analog Heat e pedali vari per chitarra.

Utilizzo anche dei vecchi mixer per divertirmi con la distorsione/feedback ed utilizzarli in insert sui segnali, pensandoli come fossero processori di effetto. Essendo un appassionato della tecnologia digitale utilizzo molti controller midi tra cui master keyboard, pad, fader e potenziometri/encoder come ad esempio il Softube Console 1 che mi aiutano ad avere un interfaccia utente fisica per il controllo dei molti plugin che utilizzo. Il sistema d’ascolto è composto coppia di Dynaudio Bm6a, un subwoofer Krk 10s2, il tutto in un ambiente trattato acusticamente.

Lasciamoci con un album che è stato molto importante per la tua crescita musicale.

Saluto e ringrazio di cuore tutto lo staff di Parkett con questo disco. Preferisco tralasciare album molto conosciuti che sicuramente mi hanno segnato e farti ascoltare qualcosa di leggermente più ricercato e recente. L’ho scoperto qualche tempo fa e mi ha colpito dal primo ascolto. Titolo dell’album: Belief Defect – Decadent Yet Depraved

00100 link: InstagramFacebookSoundcloud


ENGLISH VERSION

Ciao Edoardo, welcome to MyZone! What a pleasure to be able to ask a few questions to a young emerging boy, moreover really from my area. Come on, let’s get started. Tell us a little about who 00100 is, but above all what idea is behind it?

Hi Nicola, it is a pleasure to take part in this column! 00100, in chronological order, is my second electronic music project. After years of sound research, studies and productions of different musical genres, I felt the need to create a second alias [the first is RHZ , ed.] to be able to express myself at my best. We live in an era dictated by well-defined schemes and ideals and this is also reflected in the music that is proposed to us. The result is often a production devoid of personality.

00100 wants to break these patterns, proposing a raw sound, as personal as possible, without ‘filters’ thus going against the stereotypes that characterize this era. A high proportion of noisy components, distortion and atonality definitely describe this design and result in a dark and aggressive sound; it’s something in between Industrial Hardcore, Techno and IDM. Many people ask me what is the reason for having chosen a sequence of numbers to represent my project, well, the reasons are the following: not to put off thinking about something that already exists, to represent my passion for digital technology, I I like it on a visual level and, among other things, it is the post code of my hometown, Rome, to which I am very attached.

If I say music, what is the first significant memory that comes to your mind?

This is a difficult question given my memory (laughs). Surely one of the earliest memories that still sticks with me today is when I was given an Iron Maiden CD called Edward The Great at the age of about 8. I was very impressed by the cover artwork and even more by the music. I started listening to it continuously for months, thus becoming passionate about metal, grunge, punk and a few years later black metal.

About my passion for electronic music it all started when I got my first PC, randomly downloading a Prodigy album. I soon gave up playing the electric guitar to focus on music production software, synthesizers and drum machines. Later I approached more extreme genres such as Breakcore, Industrial, Acid Techno and Gabber. My passion grew exponentially after completing a degree course in sound engineering and sound design which allowed me to improve and achieve my sound.

Where do you draw inspiration from for your productions?

One thing I do very often in my free time is listen to musical genres that don’t belong to me and above all that I don’t produce in order to continuously increase my musical background and obtain an ever-changing, constantly evolving sound. I certainly listen to a lot of electronic music in all its facets but also reserve a lot of time for found genres, I’m always looking for new sounds. I state that what I compose is greatly influenced by the mood in which I find myself and by the listenings I make, in fact my creative process starts in alternating periods.

There are times when I’m not musically inspired and I spend whole days studying, tidying up and improving my studies and listening to music. I also have periods where I dedicate myself exclusively to sound design, djing and commissioned work regarding mixing and mastering. Once these ‘phases’ have been overcome, I often feel ready and there begins the creative process that leads me to compose and complete a new production.

We all know the enormous difficulty of this period, at all levels. What do you wish for the club scene when it will finally be possible to play and dance again?

I am someone who always sees the glass as half full. This period, however difficult and demotivating, has led me to have more free time than usual, which has allowed me to complete some projects such as the creation of my new studio, devote myself to the art of djing and refine the techniques concerning sound design. As far as the club scene is concerned, it’s certainly a very difficult period but again I’m quite positive. I believe that once the pandemic is over there will be many more parties than there were before, many people will want to dance and probably all this will allow much more space for emerging artists and new realities. To truly appreciate something we must first lose it altogether, this is the proof.

Does 00100 have any new projects in the pipeline in the meantime?

Surely, I have many projects in the pipeline, perhaps even too many! As I said before, in this period I have dedicated myself a lot to production, some tracks I have produced will soon be released on labels that once seemed unattainable to me and I am continuing my journey regarding sound research which is currently moving towards more experimental music. rhythmic and not with the case in quarters. I won’t hide from you that I’m already thinking about a new alias and I plan to launch my own label. Another project I’m dedicating a lot to is Resonhate Audio, my new brand that deals with audio-related services such as sound design, mixing, mastering, acoustic treatments and more. I am also continuing my university studies specializing in these areas.

A technical question for enthusiasts. The kick is one of the fundamental sounds that characterizes this musical genre, what is your approach/working method? What setup do you use in your studio?

The first thing I do is choose the sound source from which to start, sometimes I use hardware machines other times plugins that emulate drum machines such as a TR 909, otherwise I choose something that has a more experimental concept by creating the patch from scratch. In short: I process the starting signal in parallel, creating various layers or layers that will play a very specific role during the creation of the final sound. I think it is very important to use analog hardware machines both to add a sort of movement and irregularity to digital sounds, and to have something you can touch by hand adding spontaneity to the performance.

So my setup is a hybrid between analog and digital technologies so that I can make the most of the advantages offered by both worlds. At the heart of it all is the DAW, in this case Cubase. Speaking of hardware equipment, the synthesizers and drum machines that I use the most in productions are: Elektron Model:Cycles, Korg EMX, Erica Synth DB-01, SOMA Lyra-8, Behringer Neutron which I will soon implement in a Eurorack system.

Regarding the signal processors

I definitely want to mention the Sherman Filterbank which plays a fundamental role in all my productions coupled with the Elektron Analog Heat and various pedals for guitar.I also use old mixers to have fun with distortion/feedback and use them as inserts on signals, thinking of them as effects processors. Being a digital technology enthusiast I use many midi controllers including master keyboards, pads, faders and potentiometers/encoders such as the Softube Console 1 which help me to have a physical user interface for controlling the many plugins I use. The listening system is composed of a pair of Dynaudio Bm6a, a Krk 10s2 subwoofer, all in an acoustically treated environment.

Let’s part with an album that was very important for your musical growth.

Heartfelt greetings and thanks to all the Parkett staff with this record. I prefer to leave out well-known albums that have certainly marked me and let you listen to something slightly more refined and recent. I discovered it some time ago and it hit me from the first listen. Album title: Belief Defect – Decadent Yet Depraved