Oggi vi presentiamo BPlan. Con la sua proposta e la sua storia vi portiamo ad esplorare un ambito musicale che negli ultimi anni sta riscuotendo molto successo e dà nuova vita a pezzi classici rendendoli fruibili all’interno dei club contemporanei.
Chi è affezionato e legato alle classificazioni la chiamerebbe “Italo Disco”. In modo molto singolare questa definizione non è neanche di origine italiana. Infatti, nel 1983 Bernard Mikulski, proprietario dell’etichetta tedesca ZYX classificò i dischi da lui posseduti e provenienti dall’Italia come “Italo Disco” producendo poi una compilation, appunto, “The Best of Italo Disco”.
Oggi però non vogliamo fare una lezione di storia dell’Italo Disco e delle sue espressioni attraverso anche grandi interpreti del cantautorato italiano. Ci vorrebbero pagine e pagine o magari un corso apposito. Negli ultimi anni però ci capita spesso di sentire nuove proposte che strizzano un occhio al passato con una ventata di novità e freschezza. Potremmo chiamarla una “New wave” della musica elettronica made in Italy dove canzoni di successo del passato vengono rivisitate con una chiave più fresca e ‘danzerina’.
Questo è proprio il caso di BPlan, un DJ e produttore proveniente da Ischia che con le sue tracce ed il progetto Caffè Corretto Edits ci permette una volta tanto di alzare il volume con buona pace dei nostri ‘vecchi’ partendo da una base a loro cara con un sound e ritmo più vicino a noi.
BPlan ci regala una sua selezione di dischi in esclusiva che troverete nel player al termine dell’intervista. Buona lettura e buon ascolto!
Ciao BPlan! Benvenuto e grazie per essere oggi qui con noi su Parkett. Scioglierei il ghiaccio chiedendoti di raccontarci un po’ di te e delle tue origini artistiche e musicali.
Ciao e grazie a voi per l’invito, è un piacere poter fare quattro chiacchiere insieme! Sono di origini campane, nato a Torre del Greco e vissuto fino ai venticinque anni sull’isola di Ischia. Le due mie principali influenze musicali sono state Napoli e gli USA che hanno un comune denominatore direi fondamentale: il groove. Dal soul all’rnb, dal funk alla disco fino ad arrivare alla house music che è il genere che riesce ad inglobare e reinterpretrare perfettamente tutte queste influenze.
Qual è stato il tuo primo/i disco/chi acquistato/i e da lì cosa ti ha portato a voler ‘mettere musica’?
Il mio primo acquisto è stato un cd degli UMM (Underground Music Movement), etichetta napoletana che mi aprì a mille possibilità nuove di ascolto e condivisione. Ed è proprio questo che mi ha spinto ancora di più a studiare ed avvicinarmi al mondo del djing. Ricordo come se fosse ieri che aspettavo con ansia le cassette degli amici più adulti che riuscivano a portarmi di ritorno dai parties AOL (Angels of Love, ndr).
In questo modo potevo ascoltare anche io i dj set dei padri fondatori del genere come i MaW, Frankie Knuckles, Bob Sinclair, Africanism, Deep Dish, Satoshie Tomiie, Dave Morales, e dei migliori esponenti della scena underground italiana: Di Rocco, Lele Sacchi, Dj Ralf, Pako S, Genny G, Alex Neri, Dj Simi, Claudio Coccoluto.
Come definiresti il tuo stile nella selezione e nella composizione delle tue tracce?
Non mi piace molto ghettizzarmi in un genere, nei miei dj set mi piace molto spaziare e sorprendere il pubblico. La cosa certa che propongo sia nella produzione che nei dj set è il groove, quel “famoso” groove da cui tutto è partito e che mi da la possibilità di muovermi tra afro, disco, funk, house, techno, edits senza difficoltà.
Altri elementi per me fondamentali, sono la positività e l’allegria, poiché il nostro obiettivo, secondo la mia visione, è far ballare il pubblico con ciò che non conoscono e che in quel determinato momento li fa sentire bene ed a proprio agio. Quando quest’alchimia riesce vedi la gente sorridere e il tuo obiettivo è centrato!
I tuoi natali sono nella meravigliosa isola di Ischia. In generale la Campania è stata un luogo importante per lo sviluppo della musica elettronica nel Sud Italia. Pensiamo alle serate al Metropolis o gli eventi degli Angels of Love. La Campania è anche terra di grandi autori e musicisti della nostra epoca quali Tullio de Piscopo, Enzo Avitabile e James Senese: quanto, quali e come di questi autori ha contribuito dapprima al tuo sviluppo musicale e poi quello compositivo?
Hai centrato il colpo! Gli artisti da te citati, insieme a Pino Daniele, sono stati i primi che ho ascoltato poiché mia madre, da buona amante della musica, aveva molti loro LP a casa ed inutile dire che mi hanno emozionato fin dal primo ascolto. Tutt’oggi cerco d’inserirli nei miei dj set quando posso.
Sotto l’aspetto compositivo invece ognuno di loro mi ha dato qualcosa, un emozione diversa, tutti riescono a riportarti in un’altra dimensione stimolando la tua creatività e facendoti arrivare li dove solo la musica riesce. Napoli mi ha insegnato ad ascoltare e soprattutto a rispettare i musicisti, i djs e i critici più adulti, dandomi la possibilità di confrontarmi, ascoltare, incamerare e rielaborare il tutto secondo il mio punto di vista.
Parlaci del tuo processo compositivo: in generale, cosa ti stimola e da ispirazione per la produzione di un nuovo disco? Soprattutto, nella realizzazione di un nuovo lavoro cosa vuoi trasmettere a chi lo ascolta?
Prendo molto spunto ed ispirazione da ciò che mi circonda, dal vissuto quotidiano, dal mio stato d’animo, da un film, da una track ascoltata in giro in un negozio, bar, ristorante, dalle gipsy band in metro. Tutto ciò che mi accade intorno, riesce a stimolare la mia creatività e, una volta in studio, provo a trasmettere tutte le sensazioni che ho vissuto in quel momento durante la fase di produzione in studio, con lo scopo di trasmetterle anche all’ascoltatore.
Hai pubblicato dei dischi per etichette Internazionali quali Toy Tonics e Nervous Records esportando quindi suoni italiani rivisitati in chiave moderna anche ad un pubblico estero. Come è stata percepita ed accolta questo tipo di proposta musicale ed artistica secondo te?
Gli edit di brani italiani si fanno da tanto tempo, non è stato inventato nulla di nuovo ad oggi, la differenza è che prima era tutto molto “recluso nel sottobosco” e gli edits erano pubblicati solo dalle varie white labels. Ora sono abbastanza venuti fuori grazie a tutto il trend che c’è sull’italianità ed in particolare sulla musica funk e disco italiana e partenopea. La particolarità sta nella scelta giusta dei brani da editare, nel tipo di editing che si va ad effettuare e nel rispetto del brano originale, nonostante sia un edit e lo stai stravolgendo. Detto ciò posso dirti che la proposta è stata super apprezzata anche all’estero e i brani vengono spesso suonati in radioshow e dj sets.
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un ritorno al passato con un orecchio alle sonorità più fresche e contemporanee. Chi sono le realtà o gli artisti più interessanti e coi quali ti piacerebbe collaborare?
Ci sono un sacco di artisti giovani e non, e label che si stanno facendo largo con prodotti di ottimo livello. Con alcuni ho collaborato e con altri mi farebbe molto piacere farlo; posso citarne alcuni come Sam Ruffillo, Uovo, N-Zino, Brine, Dj Rou, D’Arabia, Dirty Channels, Kosmo Kint, Delfonic, Giovanni Damico, Kamma & Masalo, Kapote.
Nella tua veste da DJ, quali sono i dischi che non possono mancare nella tua borsa?
La lista potrebbe essere lunga (ride, ndr) ma di seguito trovi i primi cinque che non mancano mai.
- Kerri Chandler – Brooklyn
- Moodymann – No
- J Paraguai – Rumba
- Tribal House – Motherland (Reverse Overlay Mix)
- Caffè Corretto Edits 001
Parliamo del progetto “Caffè Corretto Edits”. Da dove è nata l’idea? A chi si rivolge e qual è il messaggio che vuoi portare con il tuo ‘caffè ammaritat’?
L’idea nasce un po’ per gioco con il mio amico e socio Fabio Iacono aka Fab_o. Avevamo terminato un nostro EP di tutti edits che chiamammo “Caffè Corretto” e che abbiamo provato ad inviare in giro alle label. Dopo svariati tentativi, poiché non ricevevamo risposta o il riscontro era negativo, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e provare a stampare direttamente poiché le tracks ci piacevano particolarmente e non volevamo averle sull’hard disk inutilizzate. Nacque così la prima release di Caffè Corretto edits, la più venduta al momento.
Il messaggio principale che vogliamo dare è di condivisione, amore e rispetto sia verso il prossimo che verso la musica. In particolare, condivisione poiché crediamo che solo la condivisione del sapere può portare ad arricchire una comunità intera ed amore e rispetto poiché amiamo e rispettiamo noi in primis i dischi che andiamo ad editare e cerchiamo sempre di avere cura e rispetto sia del brano che dell’autore.
Che messaggio si cela dietro le edits di Caffè Corretto? Sono per te una maniera per omaggiare il passato o un modo per dare a nuova vita a brani che sono già di successo – magari attualizzandoli per poterli riportare sul dancefloor ancora una volta?
“Correggiamo” le tracce del passato, reinventando la stesura e aggiungendoci quel boost in più che non guasta, proprio come si corregge il caffè con quel tocco di alcool che scalda l’anima. In questo modo riusciamo a rendere attuale un brano di venti o trent’anni fa dandogli nuova vita e portandolo nei clubs cercando di farlo apprezzare anche ai nuovi ascoltatori.
Per finire, innanzitutto grazie per il tempo trascorso oggi qui con noi. Quando possiamo ascoltare un tuo nuovo progetto?
Il nuovo “Caffè Corretto Edits 004” è in produzione e la release è prevista tra giugno e luglio, dipende molto dai tempi di stampa che in questo momento storico si sono dilatati parecchio. In parallelo sto portando avanti anche collaborazioni con djs e amici che al momento non posso svelare, ma vi assicuro che nel 2022 ci sarà groove per tutti!
Grazie Parkett, a presto!