Aritmetica evocativa e trasparente suggestione: sono questi per oggi gli ingredienti serviti dal nuovo volto MyZone aggiunto alla collezione.
Sulla scia di quella “tipicamente-riconoscibile” offerta estera propinata tra riferimenti Chill e Pop-Ambient, Fade ha riconosciuto sua ascendenza identitaria proponendosi dalla scena indipendente quale susseguente risposta tricolore.
È da qualche anno ormai che, finalmente, anche in Italia si sente parlare e si racconta di quello che ad oggi viene comunemente interpretato da addetti di stampa e non, come cd. “Cantautorato Elettronico”, una nuova tradizione che, forte della cultura storicamente consolidatasi nel primo, la prospetta con coerenza ed ordine al presente redistribuendo un prodotto ultimato consapevole, complesso ed organico.
Certo, seppur un embrione di questa sperimentazione è stato già consegnata dallo Stivale al mondo dal maestro Battiato, è anche vero che ad oggi, tra la sezione mainstream che occupa, non la possiamo intendere quale stadio evolutivo di un processo autoctono; ci sono volute le tastiere dei vari James Blake, dei fratelli Howard e Guy Lawrence, di Caribou, dell’incontro tra Apparat e Modeselektor nella loro creatura composta, a spianarci le orecchie verso nuovi profili sonori.
Fade, all’anagrafe Francesco Bruno, è una delle voci più interessati tra la globale proposta indipendente italiana: producer, performer, cantante e insegnante di cinema; milita dal 2014 ad oggi con una serie di release (la maggior parte delle quali auto-rilasciate) che raccolgono grande entusiasmo tra la più influente critica nazionale.
Il 2015 è l’anno di maggiore produttività con ben quattro pubblicazioni all’attivo: “Dissolve“, “I Want“, “This Game” e “More Time” sono tutti EPs che, seppur (ri)testando quella formula prediletta, si adattano a spazi e tempi contestuali; operando con le stesse porzioni cromatiche, la natura del suo lavoro distribuisce indietro infinite, nuove, piccole e accattivanti sfumature che arricchiscono via-via l’esperienza d’ascolto.
“Why Us”, prodotto Beat Machine Records, uscirà solo più tardi e consacra, ad avviso soggettivo, il momento di maggiore maturità artistica raggiunta fino questo momento. Quasi si può palpare una maggiore fiducia nello strumento come nell’intero flusso creativo che porta alla composizione di un brano; se quanto è stato nelle precedenti pubblicazioni constava di un “anteporre le giuste basi”, Why Us è la chiamata decisiva.
Quell’intesa attività in studio, ora si sostituisce a una fitta programmazione sui palchi: Design Week Festival, A Night Like This Festival, il “Why Us Tour” con tappa tra le maggiori piazze italiana…
Oggi, Fade ci regala in anteprima lo streaming della sua nuova imminente release, corredando il tutto con una personalissimo Track-by-Track a parafrasi della maggior parte del progetto.
L’EP sarà disponibile in formato digitale a partire dal 29 Giugno sulla pagina Bandcamp ufficiale dietro “offerta libera”.
Nova è una traccia che vuole accorciare la distanza che ci separa da eventi molto lontani, eventi di un potenza difficile da difficile immaginare. Andiamo ad osservare una stella durante la sua trasformazione da nana bianca a stella nova. La trasformazione, la transizione è un concetto vicino anche alla condizione umana e proprio su questo parallelo vuol far riflettere la traccia. Come noi, tutto cambia, anche le stelle che da qui ci sembrano fisse, si trasformano.
Legami universali sottolinea ancora di più il pensiero che a livello subatomico, non solo siamo tutti uguali, ma siamo legati in qualche maniera anche alle stelle e a tutto l’universo in sé, dato che a “basso livello” i mattoncini che ci compongono, sono gli stessi anche per tutti i corpi celesti. Più si va avanti, più sento che si sta perdendo questa consapevolezza, questa “connessione debole” che abbiamo con l’universo, perennemente offuscata e distorta dalle pulsioni/repulsioni e dai piaceri/dolori materiali. Per questo motivo ogni tanto è bene ritornare alla base di tutte le cose, ricordare a noi stessi che tutto ha un comune denominatore e che non c’è ragione di sentire la diversità.”
Hope è una traccia che parla di speranza. Speranza di trovare uno scopo, qualcosa in cui credere, qualcosa che superi la routine dei sensi, la speranza di riuscire a capire che siamo esseri fortunati ad avere coscienza di ciò che siamo e di non sprecare questa consapevolezza, ma piuttosto usarla per la propria ricerca interiore.