Siamo lieti di presentarvi il nostro ospite di oggi su Parkett: Joe Vanditti. Il suo progetto sta riscuotendo un successo dopo l’altro, permettendogli di accedere alle consolle più ambite del panorama underground.
Giovanni Licciardiello aka Joe Vanditti è un dj-producer napoletano che ultimamente sta facendo parlare di sé nel mondo della notte, riscuotendo consensi da parte delle principali organizzazioni internazionali. A soli quattordici anni Joe mosse i suoi primi passi nella scena house napoletana, esibendosi in alcuni club della sua zona. Tuttavia, la vera svolta della sua carriera pone le radici in un costante impegno come produttore discografico. Un impegno che lo ha portato a rilasciare su rinomate etichette come Nervous, Glasgow Underground, Whippin e molte altre ancora. Il riconoscimento planetario di Joe Vanditti si sta accentuando soprattutto nell’ultimo periodo, dopo l’uscita del suo disco “Antava” che ha raggiunto il primo posto in classifica su Beatport. Sono in molti a credere che Joe sia un artista con un’innata propensione nei confronti della musica. Lo dimostrano gli innumerevoli supporti da parte di headliners come Joseph Capriati, Ilario Alicante, Jamie Jones, Marco Carola e Michael Bibi. Il suo percorso artistico lo ha portato spesso lontano dall’Italia, evolvendo il suo profilo soprattutto a partire da Ibiza. Ed è proprio ad Ibiza che ha avuto l’occasione di diventare uno dei resident djs della nota crew Ibiza Talents di Davide Avallone.
Negli ultimi anni, Joe ha continuato a dare il massimo per diffondere la sua musica, riuscendo a guadagnarsi il privilegio di suonare in club come il Pacha e recentemente anche l’Amensia con il party di It’s All About The Music. Durante gli scorsi giorni abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui. La nostra chiacchierata è stata molto interessante e piena di spunti da non sottovalutare. Ladies and gentlemen! Ecco a voi: Joe Vanditti.
Ciao Joe! Benvenuto su Parkett. Vorrei iniziare chiedendoti di raccontarci i tuoi primi passi nel mondo della notte. Hai sempre voluto fare il dj sin da piccolo o avevi altri sogni nel cassetto?
Ciao ragazzi, grazie mille per l’invito. Sono onorato di rilasciare questa intervista per Parkett.
La passione per la musica mi è stata trasmessa dai miei genitori che all’epoca avevano un piccolo club nel paesino dove abito. Mia madre in particolare collezionava vinili disco music che tutt’ora riascolto. A 14 anni circa ho realizzato di voler fare il DJ, acquistando la mia prima consolle. Da lì in poi ho iniziato ad esibirmi per i miei amici, in party privati, fino ad arrivare a discoteche locali importati come Metropolis, Golden Gate e Duel Beat. All’età di vent’anni ho iniziato ad approcciarmi alla produzione, riscontrando buoni supporti da big djs già con le prime release. Così il mio obbiettivo è diventato quello di riuscire a far ascoltare la mia musica in tutto il mondo.
Recentemente hai rilasciato un disco che ha fatto molto scalpore a livello globale. Mi riferisco ad “Antava” con cui hai raggiunto i vertici delle classifiche su Beatport. Ti aspettavi tutto questo successo?
In realtà non mi aspettavo tutto questo hype! Ho iniziato a realizzare tutto questo quando i dj più forti della scena mondiale l’hanno iniziata a supportare nei club più esclusivi. Grazie a questi supporti ho capito che sarebbe stata una top release.
Mi piacerebbe approfondire con te la parte relativa alla produzione in studio: quali sono gli elementi che non possono assolutamente mancare in un tuo disco?
Gli elementi più caratteristici in un mio disco sono sicuramente le percussioni. Poi ci sono le linee di basso molto profonde. Inoltre mi piace giocare molto anche con i vocali...possono rendere la traccia ancora più particolare!
Il tuo sound si è evoluto tantissimo nel corso degli anni, riuscendo a rimanere sempre sulla cresta dell’onda. Lo dimostrano i continui supporti da parte dei più noti headliners al mondo. Pensi che gli storici big djs abbiano in qualche modo influenzato la tua crescita? Se sì, quali in particolare?
Sono stato influenzato molto dalla scena old school e potrei fare un’infinità di nomi…ma non ce n’è uno in particolare. Tutti mi hanno dato tanto, sia con le produzioni che con i dj set. Dovendo proprio citarne alcuni, potrei dirvi: Todd Terry, Loui Vega oppure anche DJ Gregory.
Passiamo ora alla figura di Joe visto come performer dal vivo. Ti va di raccontarci le tappe principali della tua carriera da DJ?
Alcune date che mi hanno segnato tantissimo sono sicuramente quella al Pacha Ibiza con Ibiza Talents ed il mio primo tour negli Stati Uniti. Quest’ultimo è stato un’emozione grandissima, soprattutto grazie al pubblico che mi ha accolto in maniera molto calorosa. Ho notato che la mia musica è davvero molto conosciuta negli USA…i clubbers mi hanno supportato tantissimo, complimentandosi ripetutamente per le mie produzioni musicali. Bellissimi ricordi anche dell’esperienza all’Eden di Ibiza durante il party targato Deeperfect con Stefano Noferini: anche questo a dir poco fantastico!
Lo scorso weekend hai avuto la possibilità di debuttare in un vero e proprio club da sogno: l’Amnesia di Ibiza. Com’è stata questa esperienza? Raccontaci cosa hai provato in quest’occasione così speciale...
Sin da piccoli si sogna di raggiungere questi palchi importanti della scena musicale. L’Amnesia è come se fosse un vero e proprio “olimpo” e per me è stato decisamente fantastico. Finalmente ho potuto toccare quella consolle, dove sono passati tutti i miei idoli. Ringrazio ancora ‘’Its All About The Music’’ per avermi dato l’opportunità di esibirmi nella main room della piramide.
Quando sei stato per la prima volta ad Ibiza? Hai un bel rapporto con l’isola e tutto l’entourage del settore clubbing?
Ad Ibiza andai la prima volta nel 2014 e fu subito amore a prima vista! Ormai la definisco la mia seconda casa. Si nota un’aria diversa rispetto a tutto il resto del mondo. Il pubblico e gli organizzatori ti apprezzano molto, soprattutto per il lavoro musicale che svolgi nel corso degli anni. Nonostante ci sia un grande business sulle discoteche, posso dire che la musica giochi un ruolo fondamentale sull’isola.
E invece…parlando un po’ dell’Italia…cosa ne pensi della scena elettronica del nostro paese? Pensi si debba migliorare in qualcosa?
Penso che in Italia ci sia molta cultura musicale e molti eventi importati. Non va migliorato niente, basterebbe fare squadra come fanno all’estero. Questo è il mio punto di vista…
Che consiglio daresti al Joe Vanditti di dieci anni fa? Rifaresti tutto allo stesso modo o pensi che avresti potuto evitare qualcosa?
Gli direi di essere più selettivo nelle scelte. Essere impulsivi non è mai una cosa buona ed io lo sono stato in diverse occasioni, durante la mia crescita musicale.
Guardando al futuro: quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai date imminenti? Uscite discografiche in arrivo? Sarebbe bello se ci svelassi qualcosa in anteprima...
Quest’anno sarò ospite al party Ida Engberg al Club Chinois, poi sarò di nuovo all’Amnesia con It’s All About The Music e a Malaga con i ragazzi di Cocoa al Sophie Festival. Per quanto riguarda le uscite discografiche non posso fare spoiler…ma vi posso dire che ci saranno grandissime novità!