Oggi su MyZone abbiamo il piacere di presentarvi Riccardo Prosperi, dj e produttore di origini marchigiane che con il suo progetto Demood sta portando la sua regione ad essere un punto di riferimento per la musica elettronica nel panorama italiano.
Quando incontri Riccardo, vedi un ragazzo tranquillo, pacato e che ti accoglie con un gran sorriso. Non appena inizi a scambiarci idee e pensieri sulla musica, i suoi occhi cambiano luce e Riccardo diventa un pieno di energia ed idee.
Questo perché lui con il collettivo Demood (del quale è co-fondatore) sono stati capaci di costruire un’organizzazione tale da offrire un’elevata attenzione al dettaglio logistico, cura dei dettagli e, ovviamente, un’ottima selezione musicale. Ogni evento è unico ed è in grado di valorizzare appieno la bellezza della sua regione natale, le Marche.
Oggi per noi è un piacere presentarvelo. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche idea insieme sulla sua professione, il suo stile, il suo progetto presente ma anche quelli futuri. E se volete, per accompagnare la lettura, c’è anche una selezione di brani che Riccardo Prosperi ci ha preparato in esclusiva per noi. Buona lettura ed ascolto!
Ciao Riccardo e benvenuto su Parkett. Come stai?
Ciao Dante e un saluto a tutta la fantastica redazione di Parkett! Sono felice di essere vostro ospite. Dopo questi mesi così duri per il comparto della musica, posso dirti che sono davvero motivato e con molti progetti in cantiere. È un piacere essere qui con voi oggi!
Parliamo un po’ del tuo percorso artistico e musicale. Com’è avvenuto il tuo primo contatto con il mondo della musica elettronica, del djing e della produzione?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita: sin da piccolo ho avuto la fortuna di crescere in mezzo a mille stimoli musicali. La mamma del compagno di mia madre, che per me è come un padre, era una grande collezionista di vinili e lavorava anche in radio. E poi mia madre mi ha sempre portato a spettacoli musicali, eventi teatrali e concerti di ogni genere.
La svolta del mio percorso artistico è avvenuta a 14 anni, quando mi hanno regalato la prima consolle, la storica Pioneer CDJ-100S. Da lì in poi tutti i giorni, pomeriggio e sera, scendevo in garage per esercitarmi, scoprire i primi suoni, capire come funzionava il mixaggio e approfondire le tecniche del dj. Restavo lì da solo per ore, immerso in un mondo tutto mio e non riuscivo a pensare ad altro.
Durante le serate con gli amici rimanevo incantato a guardare il dj in consolle, come fosse una figura mitologica, e subito riaffioravano le stesse sensazioni potenti che provavo quando ero in garage con la mia musica. Poi ho creato, come tutti, il primo studio in camera mia, fino ad arrivare a quello di adesso di cui sono molto orgoglioso.
Chi sono gli artisti che più ti hanno ispirato ad intraprendere il tuo percorso e a quali di questi ti ispiri nel tuo lavoro da dj e produttore?
Non c’è una sola figura o un genere che posso citare perché adoro prendere tutto dalla musica, anche da generi diversi, senza soffermarmi su una specificità. Credo infatti che da ogni stile si possa “prendere” qualcosa e rielaborarla in chiave del tutto personale. Ovviamente però alcuni concerti mi hanno aperto la mente, come quello dei Kraftwerk a Roma, dei Depeche Mode a Milano, dei Massive Attack a New York e di Caribou in Slovenia.
Invece un artista in cui mi rivedo molto e di cui amo la selezione musicale è Jackmaster, con cui avrò anche l’occasione di suonare questo 24 aprile.
Cosa non deve mai mancare nel setup di Riccardo Prosperi in serata ed in studio?
Nel set up in studio la TR-8S della Roland e, da quest’anno, anche la KompleteKontrol S49 MK2, integrata alla Komplete 13 della Native Instruments.
Invece nel set up in serata credo che ci voglia un gran bell’impianto e che sia ben tarato, perché ci tengo particolarmente alla qualità audio, troppe volte messa da parte (purtroppo) in favore della parte estetica. Come tech rider direi tre Pioneer CDJ-3000, così da utilizzare il terzo per acapellas inedite, rieditarle e utilizzarle nei momenti più appropriati, più il DJM-900 NXS2 della Pioneer oppure l’MP 2015 della Rane che tengo ben custodito nel mio studio.
Quali sono invece i dischi che non possono mai mancare nella tua borsa?
- The Ha Dance (Ken/Lou Mixx) – Masters at Work
- The Groove (Original Mix) – Paul Johnson
- Strangelove (Pain Mix) – Depeche Mode
- La La Land (Original Mix) – Play Paul
- What’s a Girl To Do (Original Mix) – Fatima Yamaha
Insieme ai tuoi amici hai fondato il collettivo Demood: da dov’è nata l’idea e qual è lo scopo e la missione della vostra organizzazione?
L’idea di Demood è nata nel 2014 tra amici: una sera ero con Riccardo, un mio caro amico d’infanzia, appassionato anche lui di musica elettronica e, dopo mesi di discorsi e sogni, abbiamo deciso che ci saremo lanciati in questo mondo. Quella sera è nata sulla carta la prima edizione del Mood Festival al Castello della Rancia di Tolentino.
All’inizio ci chiamavamo Mood Events, ma nel 2020 siamo mutati in Demood, dopo un fondamentale rebranding a 360° di cui avevamo davvero bisogno per la nostra crescita. Durante questi due anni, oltre che portare avanti il Mood Festival, le Mood Night, le Sunday Mood e il Carnival Experience, sono infatti nati podcast e playlist, il blog, la nostra linea di accessori e abbigliamento e molto altro.
Demood per me è una grande famiglia composta da un gruppo affiatato di ragazze e ragazzi appassionati di musica. Ci lega una forte stima reciproca, affetto e la nostra mission è quella di arrivare a fare sempre di più per noi stessi e gli altri, regalando esperienze uniche.
Ad oggi Demood è una realtà importante nella vostra regione, le Marche. Cosa significa per voi valorizzare la vostra terra attraverso una proposta musicale articolata negli eventi in programma?
La famiglia Demood nasce tutta nelle Marche, quindi per noi è un onore valorizzare questa Regione che ha tantissime splendide location storiche e moderne, che noi andiamo a scovare minuziosamente con passione e le rendiamo il palcoscenico ideale per le nostre serate.
Diamo sempre grande importanza a queste strutture, studiando eventi cuciti proprio sulle singole location e aggiungendo un valore di immagine e bellezza alle nostre produzioni.
Per Demood è fondamentale fare tutto questo anche a casa nostra perché crediamo fermamente che le Marche abbiano tantissimo potenziale, anche grazie alla posizione geografica tra mare e montagne, il cibo, le strutture, la tradizione.
Tutto questo ci dà l’occasione di fare eventi di altissima qualità con proposte musicali, stage, scenografie, audio e visual dal sapore europeo.
E qual è la risposta del pubblico? Siete riusciti ad attrarre un seguito anche da altre regioni?
Con molto orgoglio ti dico sì, alle nostre “one night” partecipano ragazze e ragazzi da tutto il territorio regionale, ma anche da Umbria e Abruzzo. Durante il Mood Festival, che dura due giorni, stiamo invece vedendo sempre più partecipazione di appassionati che vengono da tutta l’Italia, da Nord a Sud senza distinzione. Il nostro obiettivo è quello di continuare a crescere in questa direzione e aumentare ogni anno il numero delle presenze, diventando un punto di riferimento a livello nazionale.
Con la ripresa degli eventi, com’è stato per voi ricominciare a suonare dal vivo? Quali emozioni ed energie avete vissuto rivedendo finalmente le persone ballare sul dancefloor?
Dopo due anni di stop, non ci sono parole per esprimere la mia emozione e tutto l’entusiasmo che sento all’interno del collettivo Demood.
Credo che anche nei periodi più brutti si debba fare lo sforzo di vedere le cose belle e trasformarle in opportunità, come abbiamo fatto noi sin dal primo momento. Come artista e fondatore di Demood, ho scelto di non farmi mai scoraggiare, cogliendo invece l’occasione per reinventarci, studiare, pensare al futuro e prepararci costantemente, nonostante lo stop imposto dal periodo.
Ricominciare a suonare e organizzare di nuovo eventi è l’occasione per far vedere la luce a tutto quello che abbiamo pensato e studiato in questi due anni di buio totale. Far tornare a ballare le persone sul dancefloor e condividere di nuovo queste emozioni con gli altri è stato qualcosa di incredibile che è impossibile spiegare a parole. Ci sono mancati troppo i sorrisi, gli abbracci e l’insieme di quello che è il nostro mondo in tutte le sue sfaccettature organizzative, la musica, il visual, la line-up, lo stage: un’emozione indescrivibile.
Vi vedremo presto in scena? Puoi anticiparci qualche data interessante per seguirvi più da vicino?
Certo, gli appuntamenti sono molti e vi aspettiamo tutti. Iniziamo subito con la Mood Night il 17 aprile a Tolentino, all’interno di un ex fabbricato industriale per cui abbiamo preparato uno stage super tecnologico e una performance visual di cui andiamo molto fieri.
Si continua il 1 maggio con la Sunday Mood in spiaggia a Porto Sant’Elpidio e poi il 14 maggio Demood sbarca a Milano con la Mood Night e, per l’occasione, abbiamo selezionato una location davvero inedita, Piranesi 246.
Il 18 di giugno ci sarà la Preview del Mood Festival all’ex centrale idroelettrica di Tolentino, un luogo storico ed affascinante visto che la nostra città è stata tra le prime in Italia ad illuminarsi con l’energia elettrica, sotto al magnifico scenario del Ponte del Diavolo.
Infine la grande anticipazione che vogliamo annunciare in anteprima a tutti i lettori di Parkett è che quest’estate torna a luglio, dopo grande attesa, il Mood Festival al Castello della Rancia di Tolentino. La famiglia Demood è già a lavoro da mesi per tutto questo e non è possibile spiegare a parole la nostra emozione.
Nel corso dell’anno vi sveleremo anche tutte le altre date e gli eventi che stiamo preparando, perché non abbiamo intenzione di fermarci qui e non vediamo l’ora di condividere con voi tutte le emozioni che solo il dancefloor sa regalare.
Vi alleghiamo qui al termine dell’intervista una playlist esclusiva preparata da Riccardo Prosperi per Parkett.