MyZone presenta The Extraverse alias di Antonio Russo. Il giovane produttore campano, pronto a farsi spazio tra i giganti della techno.
Antonio Russo nasce nel 1989 a Caserta, città che negli anni, assieme a Napoli, ha rappresentato uno dei centri nevralgici del clubbing italiano. Cresciuto cullato dapprima dall’house music e successivamente travolto dal carisma della musica elettronica, Antonio inizia a coltivare un sano interesse nei confronti della musica, a soli 14 anni, iniziando proprio in quel periodo la sua collezione di vinili.
Crescere in un territorio così attivo per quanto riguarda la scena club, ha permesso al produttore italiano di avvicinarsi presto al clubbing. Inoltre, la frequentazione di club storici come Metropolis, Old river Park, Golden Gate etc… Ha aiutato Antonio a maturare abbastanza precocemente l’idea di creare un progetto artistico proprio.
Nasce così l’idea di fondare The Extraverse. Un progetto che inizialmente vedeva in collaborazione oltre ad Antonio anche un altro produttore campano, per poi tornare ad essere curato solo dal nostro protagonista.
Il progetto The Extraverse ha conquistato a poco alla volta il consenso di alcune grandi realtà italiane e promotori del territorio, con performance esplosive presso locali che hanno fatto la storia del clubbing meridionale come per l’appunto Golden Gate e Duel Club.
La vera svolta per The Extraverse è arrivata nel 2018 con la nascita di Dystant Recordings. Una label indipendente che nonostante il gioco di parole che c’è nel titolo, ha come obiettivo quello di avvicinare gli ascoltatori a quelle correnti della techno, più oscure, introverse e singolari.
Nonostante siano trascorsi soli pochi anni dalla nascita di Dystant, essa già raccoglie nel suo catalogo nomi di spessore come Stanislav Tolkachev e Marco Bruno.
Naturalmente attraverso la label, il giovane Russo ha dato spazio a quella parte della scena spesso inascoltata, agli artisti che brancolano nell’underground italiano e che meriterebbero sicuramente maggiore attenzione dal pubblico.
Ora che abbiamo tracciato le principali linee per conoscere meglio questo progetto 100% made in Italy, vi facciamo leggere la piacevole chiacchierata avvenuta tra noi e Antonio Russo, in arte The Extraverse.
Ciao Antonio e benvenuto su Parkett. Raccontaci un po’ delle origini della tua passione per la musica. Quando inizi a seguire questo genere e quali artisti ti hanno maggiormente influenzato?
All’età di 14 anni circa ho iniziato a muovere qualche disco, quando mi furono regalati i primi giradischi.
Ricordo che mio Padre mi prometteva ogni weekend di comprarmi qualche nuova copia in Vinile se solo avessi portato buoni voti a scuola. Infatti ogni Sabato spinto dalla voglia irrefrenabile di ascoltare nuova Musica cercavo di fare del mio meglio in classe durante le lezioni, e puntualmente ogni weekend riuscivo a strappare qualche copia a mio Padre.
Nei primi anni ascoltavo tanta House music, Garage/Chicago House ma allo stesso tempo ero in continua ricerca di nuove sonorità proveniente dalla scena Dub e Techno.
Affascinato dalla’ Musica Elettronica cercavo di entrare sempre di più in contatto con ciò che era in voga in quegli anni. Crescendo poi e gettando le radici in quello che mi ha totalmente definito, ho acquisito una visione più ampia e meno standard, per cui la Techno ha rappresentato per me un traguardo raggiunto solo dopo aver esaminato me stesso e quello che realmente mi faceva vibrare l’anima.
Credo di aver dato libero arbitrio nell’influenzarmi, a tutta la scena U.K e ciò che ne deriva. Ho sempre apprezzato e tratto aspirazione da Artisti come Regis, Surgeon, Oliver Ho, James Ruskin e tante Band, che tutt’ora ascolto quotidianamente.
Negli anni ho decisamente aumentato gli ascolti che provengono da musica che va oltre un genere da Club ed è per questo che attualmente trovo indispensabile l’ascolto giornaliero di musica New Wave, Post Punk, Idm e tante altre sfaccettature da cui sono molto attratto.
Sappiamo che durante il tuo percorso il progetto “The Extraverse” ha subito alcuni cambiamenti. Un tempo eravate un duo, poi hai proseguito da solista. Come mai hai deciso di mantenere il nome del progetto e non ne hai ideato uno nuovo partendo da zero?
Il mio attuale progetto in solo, era in passato un duo, insieme ad una persona che ha condiviso con me parte del progetto, fino a quando per esigenze musicali, che sono risultate contrapposte, abbiamo deciso di interrompere il nostro percorso.
Nutro grande stima per il mio ex socio, ma come in ognuno di noi alcune emozioni vanno afferrate e sicuramente vissute, qualsiasi sia il prezzo.
Ho deciso di conservare l’Alias “The Extraverse” poiché nato da un desiderio di sperimentare nuove fasi, quindi studio dei processi, evoluzione ed adattamento. Uno sguardo al passato ed uno al futuro.
È arrivato il momento di parlare di Dystant Recordings. La tua label discografica sulla quale abbiamo visto nomi di spessore come per esempio Stanislav Tolakchev. Quando nasce Dystant e cosa ti ha spinto a promuovere una realtà discografica tutta tua?
Dystant nasce nel 2018, come un credo. E’ inutile dire quanto amore e dedizione occorre ogni giorno, come se avessi una tua azienda da mandare avanti fatta di lavoro e costanza, ma anche di soddisfazione e senso di appartenenza.
La Label nasce con un susseguirsi di Release fisiche e digitali, rilasciando Vinyl, Tape e raramente dei brani in Digital, che hanno espresso nel tempo, o meglio mi auguro, un messaggio di distanza dal vortice quotidiano e tutto ciò che ci naviga dentro. Ho sempre cercato di dare un certo valore ad ogni singolo Ep e non c’è nulla di più bello e sentito che poter esprimere la propria visione attraverso la Musica intesa come arte uditiva ma anche visiva, graficamente parlando.
Ogni singolo Artwork è stato studiato, reso parte dell’Ep ma più di tutto, lavorato a mano.
L’originalità è sicuramente l’elemento primario, artisti come Stanislav Tolkachev, Linkan Ray, Vsk, Marco Bruno, Maybe (Mystics) hanno chiaramente abbracciato la causa e reso il progetto del tutto più ambito, concedendo una certa qualità alla musica e al concetto. Avere un mio spazio di ricerca e di espressione è sempre stato un mio desiderio, ed ora bisogna solo averne cura.
Nel corso della tua carriera hai avuto modo di esibirti in svariate occasioni in città diverse. C’è un evento che ti ha particolarmente segnato e di cui ti va di parlarne?
Uno degli eventi che mi ha segnato particolarmente è stato quello svolto al Duel Club in cui ho suonato prima di “The Horrorist” con una dancefloor davvero calorosa ed un club in pieno movimento. Attualmente la mia più grande speranza è quella di vedere i Club di nuovo pieni.
A proposito della pandemia che da un anno coinvolge tutti i paesi del mondo e che ha quasi distrutto l’ambiente della vita notturna… Per alcuni artisti è stato un momento di riflessione per produrre di più e dedicarsi completamente alla musica. Mentre per altri, è stato un po’ più triste e arido. Tu come hai affrontato questo periodo storico così particolare?
Sono sempre stato dell’opinione che in ogni evento drastico, o che possa in qualche modo danneggiare il normale andamento delle cose, si possa comunque trarne beneficio. In questa pandemia, non ho lasciato cadere su di me il peggio della situazione.
Al contrario invece ho reagito in modo istantaneo, dedicandomi anima e mente al lavoro in studio, alla ricerca di nuove vibrazioni. Ho aumentato piacevolmente le mie sessioni, ampliando l’ascolto e traducendo in Musica ogni mio stato d’animo.
La speranza dovrà camminare di pari passo all’evoluzione, alla costanza del lavoro, e prima o poi ritorneremo insieme, ricordando per sempre ogni sforzo e reazione dovuta a questa Pandemia che entrerà a far parte della storia.
Nonostante la lenta ripresa del mondo della notte, abbiamo visto un notevole impegno da parte tua e della label. Dystant ha sfornato dei progetti davvero interessanti, illustraceli un po’.
Degno di nota è sicuramente l’Ep Techno composto da 4 brani uscito sulla label New Rhythmic Records di Joton, che ha susseguito il mio lavoro su Dystant.
Mentre per la Label, mi piacerebbe in primis fare luce su un rilascio in formato Vinile, Cassette/Tape e digital. Una Release dal timbro particolare, sicuramente un progetto di grosse dimensioni, nonché il primo Various Artist presentato dalla mia Label.
Il progetto è stato diviso in due Volumi, il primo in uscita ad Aprile e il secondo a Maggio e, rappresentano due realtà completamente diverse, in chiave Techno, per il formato in Vinile e IDM/ Ambient, per il formato in Cassette/ Tape.
Il primo Volume in Vinile composto da 6 brani, scritti e composti da Stanislav Tolkachev (tornato sulla Label, anche per questa edizione), Stave, Karim Maas – Magna Pia – Wrong Assessment – Danilenko – ed infine il mio brano a chiusura delVolume 1.
Per la Tape invece il concept è cambiato radicalmente. Ideato e progettato con l’intento di andare oltre le solite dinamiche, di proporre un ideale fatto di sperimentazione e accuratezza del sound, e forse il giusto pretesto per manifestare una intenzionale complessità, per dare luce ad emozioni forti e decisamente contrastanti a quelle interpretate nel Volume 1.
All’interno del contenuto in Tape, abbiamo ascoltato due featuring con Rika, con cui ho personalmente lavorato ed è stato un immenso piacere. Dietro al nome dato al nostro brano “Learn To Deflect” abbiamo racchiuso una morale abbastanza rilevante.
In alcuni contesti nasce la necessità di deviare o almeno di imparare a farlo, apportare cambiamenti, sapersi riscoprire quindi mutare, il che è nelle nostre capacità di esseri umani, basta solo volerlo e talvolta guardarsi bene dentro.
Questa è la sensazione provata in questa nostra creazione che abbiamo voluto semplicemente esternare affiancandoci, nonostante i generi fossero diversi, concretizzando un’idea, usando però la Musica come linguaggio e punto di connessione.
Come accade anche nel brano di Marco Bruno “Poetry In Motion” in cui ha collaborato con “Pareal”, gettando le basi per un vero e proprio messaggio, di grandissima interpretazione per quello che mi riguarda. Insomma, Artisti esterni al mondo della Musica Elettronica, un po’come quando due mondi entrano in collisione, dando vita ad un qualcosa di realmente vivo ed emozionale.
Testi cantati, processati e perfettamente incastrati in strutture caratterizzate da elementi Dub/ Ambient e IDM. Per questo secondo Volume, parte degli Artisti coinvolti nel Vinile, hanno contribuito in via esclusiva con un secondo brano anche per l’edizione in Cassette, con l aggiunta di altri Artisti che fin da subito hanno sposato l’idea dando una vera svolta e confermando i presupposti su ciò che Dystant rappresenterà in futuro.
Nella Tape troviamo brani di Stanislav Tolkachev – Stave, Karim Maas – Mystics – 11xxx27 – Wrong Assessment – Evitceles – Zhe Pechorin – MBSSDR – Marco Bruno Feat. “Pareal” – The Extraverse Feat. “Rika”.
Entrambi i Volumi presentano lo stesso Artwork (totalmente inerente al mood della Release) ad opera di Stanislav Tolkachev.
Che progetti hai in servo per il futuro di Dystant e anche per il tuo personale? Bolle qualcosa di particolarmente interessante in pentola?
Verso la fine dell’anno, data da programmare, sarà in uscita il catalogo numero 5 firmato Dystant. Un secondo V/A (Vinyl + Digital) composto da me, Tensal, Stanislav Tolkachev e Joton.
Indivualmente invece presenterò un EP formato da 4 brani, che verrà pubblicato da una nota Label, su cui vorrei non divulgarmi. Tra poche settimane rilascerò più info a riguardo.