Abbiamo intervistato i NaraBara, collettivo nujazz originario della Mongolia Interna, in occasione della loro prima data italiana, prevista l’8 novembre al Legend Club di Milano.
I NaraBara sono un collettivo nujazz originario della Mongolia Interna. La loro musica riprende il folk tradizionale del loro Paese, unendolo sapientemente al jazz e all’elettronica. Questa fusione, rende i loro brani un’autentica esperienza sensoriale, fra intricate armonie e i ritmi complessi del jazz con il misticismo e le atmosfere della musica tradizionale mongola.
Il collettivo NaraBara ha come leader il visionario produttore e cantante Yider, troviamo Asr alle tastiere, Suoty alla chitarra, Xu Zhitong alla batteria e Fred Grenade al basso.
Debuttano nella scena con l’album “Hamt Zamin Hümüs” (Nomad City, 2023) e da lì segue un tour in Cina, da cui iniziano a riscuotere i primi veri successi nella scena jazz internazionale. Infatti, i loro brani suscitano interesse grazie alla vasta sperimentazione che vi sta dietro. Melodie nuove, che riprendono il folk tradizionale e lo riadattano, con un jazz-elettronico del tutto innovativo.
Il 4 ottobre 2024 è uscito il nuovo singolo “Bimba“. Il brano rappresenta a pieno il loro mantra: cogliere a braccia aperte le incertezze della vita, in tutte le sue sfaccettature, rimanendo ancorati al presente. Il titolo della canzone, infatti, in tibetano e mongolo significa “Saturno” e “sabato”, e vuole alludere a quei momenti di riposo e riflessione. La canzone invita a trovare bellezza nell’impermanenza e a cercare riposo anche di fronte alle sfide.
In concomitanza con il nuovo brano, è previsto il secondo tour europeo, e questa volta ci sarà anche una data italiana a Milano.
Qui tutte le date del tour europeo:
19 Ottobre, Rotterdam, Grounds
27 Ottobre, Londra, Windmill Brixton
31 Ottobre, Copenhagen, Alice
1 Novembre, Oslo, Oslo World Music Festival
3 Novembre, Amburgo, MS Stubnitz
4 Novembre, Berlino, Pratchtwerk
8 Novembre, Milano, Legend live Club
Noi di Parkett abbiamo avuto il piacere di intervistarli e di approfondire questa sapiente fusione di generi.
Benvenuti su Parkett, è un piacere avervi qui! Come state? Come sta andando questo periodo?
Sainu! Parkett! Ci sentiamo benissimo, anche se il tour è stato un po’ impegnativo e frenetico, ma il pensiero di poterci esibire in diverse città d’Europa è incredibilmente eccitante!
Parliamo un po’ di voi. Come vi siete conosciuti?
Asr e io (Yider) ci siamo conosciuti più di dieci anni fa, mentre lavoravamo in un bar di musica mongola ai tempi dell’università, e da allora abbiamo sempre suonato insieme. Successivamente, abbiamo conosciuto il nostro batterista, ZhiTong, quando è tornato a Shanghai dopo aver completato il suo dottorato in Germania. All’epoca, stavo cercando un batterista per un progetto musicale da solista, ed è così che abbiamo legato. Asr e il nostro chitarrista, Suoty, si conoscono da cinque o sei anni, avendo suonato insieme in un’altra band. Poi Fred si è unito a noi come bassista quando ci stavamo preparando a registrare l’EP “Dab Hi”. L’abbiamo conosciuto tramite ZhiTong. Così, noi cinque ci siamo uniti attraverso queste diverse reti e connessioni, ed è così che si è formata la nostra band.
La vostra musica è molto particolare. Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente ispirato nella creazione delle vostre produzioni?
Gran parte della nostra ispirazione, profondamente radicata nella tradizione, proviene dal ricco patrimonio di musica popolare della Mongolia. Parlando di influenze, dobbiamo citare artisti del Mali, come Boubacar Traore, Tinariwen e Tony Allen!
Come pensate che la vostra musica si collochi all’interno della scena jazz-elettronica contemporanea?
La musica dei NaraBara è radicata nei suoni tradizionali della Mongolia e abbiamo incorporato una grande varietà di strumenti tradizionali per esprimere le nostre idee e i nostri pensieri musicali.
All’inizio, abbiamo sperimentato la fusione di diversi stili musicali, ma sono state l’apertura e le intricate sfumature dei ritmi jazz a risuonare con noi. Attraverso una continua esplorazione, abbiamo trovato la fusione più naturale, creando un suono unico che è diventato distintamente NaraBara.
Avete in programma un tour in Europa e, per la prima volta, sarete in Italia, l’8 novembre a Milano. Come pensate che reagirà il pubblico europeo? Cosa vi aspettate da questo tour?
Sì, non vediamo l’ora di incontrare vecchi e nuovi amici a Milano! Speriamo che la nostra musica porti gioia e crei un’esperienza indimenticabile per tutti. Non vediamo l’ora di vedere i nostri amici milanesi ballare con noi allo spettacolo!
Se doveste scegliere di esibirvi con un artista in linea con la vostra musica, chi scegliereste e perché?
Saremmo onorati di citare due gruppi che ammiriamo particolarmente: uno è BayanMongol, una band mongola dei primi anni ’70, e l’altro è Tinariwen. Sono entrambi artisti pionieristici che rispettiamo molto, e le loro espressioni radicate nel patrimonio culturale hanno influenzato profondamente il nostro processo creativo!
Al seguente link è possibile acquistare i biglietti per l’unica data italiana del collettivo. Non perdeteveli!
ENGLISH VERSION
Nujazz from Inner Mongolia to all of Europe: interview to NaraBara
We interviewed NaraBara, a nujazz collective originally from Inner Mongolia, on the occasion of their first Italian date, that will be on Nov. 8th at Legend Club in Milan.
NaraBara are a nujazz collective originally from Inner Mongolia. Their music takes traditional Mongolian folk, skillfully combining it with jazz and electronics. This fusion, makes their songs an authentic sensory experience, between intricate harmonies and the complex rhythms of jazz with the mysticism and atmospheres of traditional Mongolian music.
The collective NaraBara has as its leader the visionary producer and singer Yider; we find, then, Asr on keyboards, Suoty on guitar, Xu Zhitong on drums and Fred Grenade on bass.
They made their debut on the scene with the album Hamt Zamin Hümüs (Nomad City, 2023), and from there followed a tour of China, from which they began to enjoy their first real successes in the international jazz scene. Their songs arouse public interest because of the extensive experimentation behind them; new melodies that take traditional folk and repurpose it, with a completely innovative jazz-electronic feel.
On October 4th the new single Bimba was released. The song fully represents their mantra: to grasp with open arms the uncertainties of life, in all its facets, while remaining anchored in the present. Also, the title in fact, means “Saturn” and “Saturday” in Tibetan and Mongolian, and is meant to allude to those times of rest and reflection.This invites us to find beauty in impermanence and to seek rest even in the face of challenges.
Coinciding with the new track is the second European tour, and this time there will also be an Italian date in Milan.
Below are all the dates of the European tour:
Oct. 19, Rotterdam, Grounds
Oct. 27, London, Windmill Brixton
Oct. 31, Copenhagen, Alice
Nov. 1, Oslo, Oslo World Music Festival
Nov. 3, Hamburg, MS Stubnitz
Nov. 4, Berlin, Pratchtwerk
Nov. 8, Milan, Legend live Club
At Parkett, we had the pleasure of interviewing them and delving into this skillful fusion of genres.
Welcome to Parkett, it is a pleasure to have you here! How are you all doing? How is this period going?
Sainu! Parkett! We’re feeling great, although the tour has been slightly busy and hectic, but the thought of being able to perform in different cities across Europe is incredibly exciting!
Let’s talk a little bit about yourselves. How did you meet each other?
Asr and I (Yider) met over ten years ago while working at a Mongolian music bar during our university days, and we’ve been playing music together ever since. We met our drummer, ZhiTong, when he returned to Shanghai after completing his PhD in Germany. At that time, I was looking for a drummer for a solo music project, and that’s how we connected. Asr and our guitarist, Suoty, have known each other for five or six years, having played in another band together. Our most recent addition, Fred, joined us as the bassist when we were preparing to record the EP Dab Hi. We met him through ZhiTong. The five of us came together through these different networks and connections, and that’s how our band was formed.
Your music is very unique in its genre. Which artists inspired you most to create your music?
A lot of our inspiration, deeply rooted in tradition, comes from Mongolia’s rich folk music heritage. Speaking of influences, we must mention artists from Mali, like Boubacar Traore, Tinariwen, and Tony Allen!
How do you think your music fits within the contemporary jazz-electronic scene?
NaraBara’s music is rooted in traditional Mongolian sounds, and we’ve incorporated a vast variety of traditional instruments to express our musical ideas and thoughts. In the early stages, we’ve experimented with blending different musical styles, but it was the openness and intricate nuances of jazz rhythms that really resonated with us. Through ongoing exploration, we found the most natural fusion, creating a unique sound that has become distinctly NaraBara.
You scheduled a tour in Europe soon and, for the first time, you will be in Italy, on November 8th in Milan. How do you think the European audience will react? What do you expect from this tour?
Yes, we’re really looking forward to meeting new and old friends in Milan! We hope our music brings joy and creates an unforgettable experience for everyone. We can’t wait to see our Milan friends dancing along with us at the show!
If you had to choose to perform with an artist in line with your music, who would you choose and why?
We would be honored to mention two bands that we particularly admire: one is BayanMongol, a Mongolian band from the early 1970s, and the other is Tinariwen. They are both pioneering artists we greatly respect, and their expressions rooted in cultural heritage have deeply influenced our creative process!
At the following link you can buy tickets for the collective’s only Italian date. Don’t miss them!