Negli Stati Uniti è nata la NIVA, National Independent Venue Association , un’associazione che dovrà assicurare un aiuto al mondo della notte per tutelare i loro interessi.
Se qualche mese addietro, qualcuno ci avesse detto che, da un giorno all’altro, saremo stati costretti a vivere in una società senza contatto umano e senza la maggior parte delle nostre buone abitudini, non ci avremo creduto.
Eppure oggi la situazione Covid continua ad avanzare. Quasi tutte le principali attività sono chiuse. Con l’inizio della fase 2 stiamo assistendo nei principali stati europei a delle graduali riaperture. Nonostante ciò, il destino per il mondo della notte è ancora incerto. Molto incerto.
Negli USA il Coronavirus ha colpito in maniera più decisa, mietendo nelle ultime settimane il maggior numero di vittime nel mondo. Dunque la riapertura dei club , luoghi ad alto rischio per eccellenza, sembra ancora un miraggio lontano.
Proprio per tali ragioni è nata la NIVA, National Indipendent Venue Association.
La nuova coalizione NIVA è composta all’incirca da 1000 promotori e luoghi di musica indipendente che si sono uniti dallo scorso marzo. L’obiettivo dell’organizzazione è quello di sostenere i locali e la cultura notturna, tutelandola dalla crisi causata dalla pandemia.
La NIVA sta già operando attivamente. Infatti sono stati chiesti al Congresso programmi di finanziamento specifici a sostegno dell’economia dei luoghi musicali. Questi spazi rappresentano un settore di vitale importanza per l’economia statunitense. La loro tutela è un’affare fondamentale per tutta la società.
“Il nostro primo ordine di attività è quello di spingere per garantire finanziamenti federali per preservare l’ecosistema di locali di musica dal vivo e artisti in tournée.”
Queste sono state le parole propositive di Dayna Frank, membro del consiglio di amministrazione della NIVA e proprietario della First Avenue a Minneapolis. Tra i locali che hanno aderito all’iniziativa ci sono,oltre al First Avenue, Minty Boi Presents, Dig Deeper e Zebulon di Los Angeles e, a New York , l’ Elsewhere e il Knockdown Center.
I primi risultati sono già visibili, in quanto molte iniziative in appoggio ai lavoratori del mondo della notte hanno già visto la luce in queste prime settimane. Un’operazione analoga, nel nostro paese è stata svolta dal progetto C.r.e.s.c.o. Tale rappresentanza chiede al governo un’attenzione a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo.
Purtroppo la visione italiana ci sembra ancora molto lontana da quella statunitense. Non è ancora presente una consapevolezza certa e diffusa tra la popolazione di quanto il clubbin’ e la cultura della notte siano importante linfa vitale per l’economia del paese.
Speriamo realmente che un movimento globale e una mobilitazione di questo tipo, portino a raggiungere risposte più concrete sul futuro dei nostri club e dei nostri luoghi di sviluppo e diffusione della cultura musicale.