Naturalis Fest arriva il weekend del 8-9 giugno nella splendida cornice bucolica di Umoya con ospiti del calibro di Gerd Janson, Michael Mayer e John Talabot. Ce lo racconta in anteprima il direttore artistico Augusto Penna.
Naturalis Fest è una nuova sfida per Augusto Penna. Dopo il termine del progetto WOO!, che per quindici anni ha portato avanti una delle realtà più interessanti nella scena clubbing napoletana, Naturalis rappresenta una nuova sfida creativa.
Il brand nasce dall’ incontro della splendida location di Umoya, situata a Castel Volturno nel pieno dell’Ecocentro del Mediterraneo e la visione artistica di Penna, per portare avanti un’ esperienza a 360 gradi che si discosti dal canonico concetto di festival ed immerga i visitatori dentro un universo in cui la pluralità di offerte e servizi possa diventare centrale, insieme alla musica, per distaccarsi dal caos cittadino e riprendere contatto con la natura e con sé stessi.
La line up è un tripudio di nomi di assoluto pregio nel panorama artistico europeo: dal boss della label di Francoforte Running Back, tra i selectors più eclettici dell’attuale panorama elettronico Gerd Janson al talento catalano John Talabot, passando per la multi sfaccettata personalità artistica di Rebolledo, le sonorità baleariche di Leo Mas e il gigante di Kompakt Michael Mayer, giusto per citarne alcuni. Insieme a loro Cole Night, Kampire, Nightmare on Wax, Perel, Thanksmate, Tiger & Woods e Tony Y Not.
Musica e natura, pronte a completarsi in un’ armonia in cui attività differenti che spaziano dalle classi di yoga alla degustazione di cibi gourmet, saranno assolute protagoniste di un evento che vuole dare vita a nuove connessioni, allontanandosi da preconcetti e definizione per ricercare l’essenza della socialità.
Ne abbiamo parlato con il direttore artistico Augusto Penna in un’ interessante chiacchierata su Naturalis. Buona lettura!
Bentornato su Parkett Augusto, è un piacere averti con noi. Che anno è stato per te a livello professionale questo 2024 e che cambiamenti ha segnato nella tua carriera nel settore?
Ciao. È stato un anno importante, anno in cui abbiamo deciso di chiudere WOO!, dopo 15 anni, pur essendo ancora all’apice per tutta una serie di motivi che lo avrebbero per forza di cose portato a snaturarsi in una scena come quella attuale. Anno in cui volevo fare un po’ meno, che intendevo come quasi sabbatico e che invece ha visto l’uscita del mio secondo romanzo (sempre inerente al clubbing, “Ok il pezzo non è Giusto”), la nascita e lo sviluppo dell’etichetta che condivido con Sterocalypse, Edita, la mia residenza mensile come dj, cosa che amo fare nella vecchiaia, alla Discoteca paradiso/Genesi, con il format Fresh n Chips e dulcis in fundo l’invito da parte dei ragazzi di Umoya, location spettacolare, a occuparmi della direzione artistica di Naturalis, un progetto bellissimo che si svolgerà 8 e 9 giugno.
Naturalis Fest è la tua prossima avventura, un festival che avrà luogo i prossimi 8 9 giugno nella splendida cornice di Umoya. Com’è natal’idea di realizzare il festival in questa location così bucolica e in che modo si connette alla brand identity di Naturalis Fest?
Ho iniziato a frequentare Umoya un pò più tardi rispetto alla sua nascita. Sentivo parole splendide di molte persone che ci andavano ma ero impegnato in altro. Un anno e mezzo fa, alla fine ci vado e chiaramente me ne innamoro. I proprietari sono amici, uno di loro ha collaborato con Woo! in un momento d’oro del nostro party. C’è sempre stata molta stima reciproca. Ho iniziato anche a suonare qualche volta sul magico lago e da cosa nasce cosa… Rispetto al nome, mai un nome poteva essere più azzeccato. In mezzo alla natura, in una natura che ha una storia millenaria, lì dove gli antichi romani portavano in villeggiatura per un mese l’anno il bestiame. Lago, pineta, cielo con colori e tramonto unici.
L’esperienza del festival ancora una volta si sviluppa su più livelli attraverso aree relax e numerosi servizi che trasportano il visitatore dentro un’esperienza plurale, in cui la musica non è unica protagonista.In che modo questa evoluzione di boutique festival, sempre più accurata e completa in ogni tuo progetto, si sta evolvendo e verso quale modello o più semplicemente tipo di esperienza vuole puntare?
Come avrai notato Naturalis non ha con sè nè la parola festival nè quella boutique. Personalmente sono un pò saturo di entrambe per cui dico che è un evento di due giorni che come hai accennato tu si sviluppa su più livelli. Si parte dalla musica chiaramente e si passa per eccellenze del food, abbiamo vere e proprie leggende con food corner come Mimì alla Ferrovia e Lombardi 1892 così come una delle realtà più interessanti degli ultimi anni, Raraterra, avremo la vineria naturale Jus, fino ad arrivare appunto a corsi di yoga, di pilates, a talk letterari tenuti su piccole barchette che costeggiano il lago organizzati dalla celebre libreria Perditempo. Avremo chiaramente una zona market in cui ci saranno Fonoteca, mitico negozio di dischi napoletano e il selecta Ciccio Sciò a fare ascoltare dei vinili.
La line up è un concentrato di qualità che come al solito regala alcune guest spesso difficili da ascoltare in Italia, come John Talabot Gerd Janson. Che rapporto ti lega a questi artisti e qual è il segreto per instaurare un serio rapporto di fiducia tra promoter ed artista al giorno d’oggi?
Nomini due artisti che sono non solo fonte di ispirazione da anni e che hanno praticamente suonato con me ovunque ma sono anche due tra le persone che più stimo in questo ambiente. Diciamo che loro quando c’è qualcosa di intrigante sono sempre piu facilmente stimolabili. Comunque sono molto contento di questa line up, forse dovevo distaccarmi dal ruolo di promoter per comporne una che mi piacesse davvero tanto. C’è Nightmares on Wax che per chi è della mia generazione è una vera leggenda non semplice da ascoltare che festeggia i 25 anni di Carboot Soul, c’è Kamoire giovane artista Ugandese che mi ha fatto innamorare dei suoi set. C’è la mia amica Perel, un turbine di energia, c’è Rebolledo uno dei miei artisti preferiti e molti altri.
Il festival investe anche su diversi talenti locali, promuovendo con forza i nomi più brillanti della scena territoriale. Come vedi lo stato di salute del clubbing napoletano e che tipo di ricerca sul talento nel territorio compi per scovare nuovi talenti?
È un momento in cui tanti vogliono fare gli artisti e i djs quindi chiaramente si può trovare in giro di tutto di più e non sempre cose che lasciano il segno. Ma se scavi, se guardi e soprattutto se ascolti con attenzione, ci sono delle ottime cose. Vedi Mara e Pola , due djs che hanno una selezione davvero molto interessante, oltre a leggende nostrane come Cipolletta e Aldoina e a talenti già sbocciati come Carlo Martino e Tony Iannicelli.
Il brand di Naturalis è un concetto in assoluta coerenza con l’importanza di temi sociali come il valore per l’ambiente e la necessità di far conoscere e promuovere un concetto di clubbing sostenibile. Come ti poni rispetto a questo tema?
Assolutamente si. Devo dire che già di per sé la struttura Umoya attua una politica di enorme rispetto per l’ambiente. Con Naturalis ci spingeremo ancora oltre provando una sostenibilità totale. Il mondo del clubbing e dei festival sta andando da tempo in questa direzione.
Ultima domanda. Potremo in futuro avere degli eventi Naturalis sparsi durante la stagione o al momento il concept rimane legato solo alla dimensione del festival di giugno?
Sinceramente non ho mai avuto idea di cosa potesse avvenire il giorno dopo, con nulla di ciò a cui ho preso parte. Vediamo, cosa succede.
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