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Secluded è l’alias di uno dei produttori britannici più prolifici della scena techno attuale, Hans Bouffmyhre, ed è pronto per stupirci nuovamente. Dopo l’uscita dell’album “Distant Memories” pubblicato ad Ottobre su “Secluded Records“,  la sua omonima etichetta discografica, il talento di Glasgow ha annunciato l’uscita, il 1 dicembre 2015, di un Album Remixes di Distant Memories.

Roba che scotta.

I remixer:  Reeko, Secluded e Jonas Kopp che, non contento, lascia la sua impronta sul disco anche con il suo alter ego di Manzel.

Con degli artisti di questo calibro le aspettative sono molto alte. E infatti, loro non deludono: sono una sicurezza nel panorama techno europeo.

Se con l’album originale di Distant Memories, Secluded ci aveva aperto le porte ai meandri più profondi e sconfinati della sua mente geniale e diabolica, con il repaint dell’album trova man forte da parte dei remixer in grado di assecondare la sua perversione musicale con una cura ai dettagli quasi maniacale.

Prendiamo le cuffie ed ascoltiamoli insieme.

Le chiavi del lato A1 dell’album vengono affidate a Reeko, che ci guiderà nel tragitto, con la sua rielaborazione di “Feeling“. Parte con una sequenza ritmica ben impostata ed un kick dai toni severi e decisi, con lo scorrere dei secondi il clima si fa più ansiogeno: il treno sul quale siamo saliti è uscito dai binari e sta deragliando. Si sente lo stridulio crescente della locomotiva che struscia sulle rotaie provocando delle strings dal suono metallico, l’impatto con il suolo è ormai prossimo. Non abbiamo nemmeno il tempo di renderci conto di cosa stia accadendo che il basso esplode all’improvviso e ci ritroviamo scaraventati alla fine del vagone , con la paura ancora addosso ed il cuore che batte alla stessa velocità dei BPM. Ciò che ne segue è un flashback di quello che abbiamo vissuto, un ritmo progressivo ed incalzante arricchito da hat che si ripetono rapidamente, quasi paranoici, forse dovuti al terrore di risalire su quel treno maledetto.

Sul lato A2 c’è impresso il nome di Jonas Kopp, con la sua interpretazione personale di “Deserted“. Qualsiasi cosa entri a contatto con il talentuoso producer argentino, viene segnata permanentemente dal suo stile: unico e inconfondibile. E ce lo dimostra sin dal principio. Inizia mettendo subito le carte in tavola , creando un’atmosfera cupa e macabra con un mood acid di sottofondo ad arricchire il tutto. L’audio scorre ed aumenta la base ritmica della traccia audio, come la marcia di un esercito forgiato dall’oscurità che attraversa una palude buia, avanzando inesorabilmente e calpestando tutto ciò che trova. Ci fa pensare ad un club scarsamente illuminato, nel cuore di Berlino, con la pista in uno stato di trance sulle note di Deserted, totalmente assuefatta .

Sulla parte B1 c’è la firma del padrone di casa, Secluded, che ripercorre le note di Distant.

Parte subito in quarta, siamo a poco meno di 130 BPM , scanditi da un kick e da un basso prepotente che ci accompagneranno per tutta la durata dell’audio. Secluded non si discosta dalla versione originale, portando però delle distorsioni sui synth, le quali donano alla traccia un clima tenebroso e la giusta energia per penetrare all’interno del subconscio dell’ascoltatore.

L’album viene sigillato con il lato B2 dal remix di Deserted a cura di Manzel, l’altro pseudonimo di Jonas Kopp, creato per dare vita ai suoi progetti più particolari.

Ci propone una traccia ambient, un’armonia post apocalittica, un pianeta disperso nell’universo dove gli elementi naturali hanno preso il sopravvento.  La percezione del tempo è distorta, come lo sono anche i synth spaziali usati sapientemente e con diligenza. Che sia una trappola ideata dall’artista? Un limbo infinito nel quale perdersi? Non importa, la traccia in questione è sicuramente la più incisiva dell’album ed è quella che vi rimarrà stampata nella mente quando, a fine serata, dentro il letto, chiuderete gli occhi e vi lascerete abbracciare da Morfeo.

Federico Botta