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Nicky Siano, colonna portante di iconici locali newyorkesi come lo Studio 54 e il Gallery, sarà ospite di Jazz:Re:Found. Noi abbiamo avuto l’opportunità di porgli alcune domande.

Il festival torinese Jazz:Re:Found giunge alla sua decima edizione, di cui vi parliamo in maniera approfondita in questo articolo, in grandissimo spolvero. Negli ultimi anni ha dimostrato a più riprese di essere tra le rassegne più ricercate e di qualità del panorama della musica elettronica italiana e quest’anno, complici alcuni ospiti di enorme livello, non delude le aspettative.

Tra i suddetti ospiti, troviamo titani come Thundercat, Motor City Drum Ensamble, Goldie e Tama Sumo. Ma un protagonista indiscusso dell’evento sarà senza ombra di dubbio Nicky Siano. L’artista newyorkese, nativo di Brooklyn, è una figura chiave dell’incredibile nightlife della Grande Mela negli anni ’70. In un periodo e in un luogo in cui nascevano club leggendari, artisti pionieristici e generi musicali storici, Nicky Siano la faceva da padrone in una della più importanti scene musicali di sempre.

Amico stretto di Larry Levan, David Mancuso e Frankie Knuckles, resident dello Studio 54, forse il club per antonomasia, e fondatore del Gallery. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui Nicky Siano è in assoluto uno dei personaggi più importanti della musica di sempre.

Noi abbiamo avuto modo, grazie a Jazz:Re:Found, di contattarlo e di fargli alcune domande. Abbiamo parlato di influenze, atmosfere, relazioni, radici, inizi, opinioni. Di musica. Queste sono le interessanti considerazioni di un testimone e fautore dell’età aurea della vita notturna di New York:

ITALIAN – ENGLISH

Pochi giorni fa è passato un anno senza David Mancuso, uno dei creatori della musica Disco. Puoi dirci qualcosa riguardo alla relazione che avevi con lui e all’importanza che ha avuto sulla tua incredibile carriera?

David ha avuto una grandissima importanza, non sul mio stile di djing, ma su come ho costruito il Gallery. Immaginai la casa di David e l’ho fatto più grande; soprattutto, altre influenze sono entrate in gioco e un sacco di idee sono migliorate. Come il mio addetto alle luci, che mi suggerì dei pedali per l’illuminazione quando tutto era manuale; è stato un grande aiuto.

Si diceva che se ricordi di essere andato allo Studio 54, non hai passato una bella serata. Tu eri una figura chiave di questo club leggendario, ti piacerebbe descrivere l’irripetibile atmosfera dello Studio 54?

Be’, con quella frase intendevano che ti saresti distrutto talmente tanto che non ti saresti ricordato nulla. Io non ricordo una brutta notte allo Studio, e ci sono stato parecchio. Anche dopo aver smesso di lavorarci, ero lì almeno due volte a settimana…la raccolta dei clienti online non mi piaceva, non ero d’accordo con quella politica.

Hai influenzato e ancora influenzi molti dei migliori artisti nella scena della musica elettronica. Ma quali sono le tue principali influenze?

Le mie principali influenze erano i dj Micheal Capella e David Rodriguez…e ciò che mi hanno insegnato fu come essere aperti a tutte le sonorità, ascoltare dischi e prendere le mie decisioni senza seguire la folla, ma creare la mia strada; questo è ciò che faccio oggi.

Nicky Siano – foto di Justin Gardner

Apristi il tuo locale, il Gallery, uno dei più influenti all’epoca a New York, quando avevi solo 18 anni. Cosa rendeva quel luogo speciale a tal punto da essere così importante per artisti come Frankie Knuckles e Larry Levan e da essere il primo palcoscenico per icone come Loleatta Holloway e Grace Jones?

Il Gallery fu il primo del suo tipo. Fu la prima volta che qualcuno prese lo spazio vuoto di un loft e creò un vero e feroce club al suo interno, costruì i muri, disegnò l’illuminazione, la climatizzazione, i colori, le decorazioni; fu un’esperienza che catturò ogni sfaccettatura dell’essere. In questo modo la persona che fa questo per prima, immagino, acquisisce molta notorietà, giustamente.

I tempi sono cambiati radicalmente, quindi come approcci i set al giorno d’oggi e quali sono le principali differenze tra oggi e gli anni ’70 a New York?

La differenza tra prima e adesso è che non ero consapevole di come stessi creando questa serata incredibile; sapevo che era bella, ma non sapevo come lo stessi facendo, credo fosse la giusta droga o la giusta gente intorno…ora so cosa fa funzionare tutto, Cristo! Sono le forze della natura, la bontà dell’anima, l’amore! Quindi sapere da dove viene tutto questo lo rende in qualche modo più semplice per me, perché non sono io, mi attraversa.

Credi ci sia una possibilità che l’atmosfera sensazionale di quell’era possa tornare indietro?

Diamo un party a New York chiamato Native New Yorker…e qull’atmosfera è lì…è irreale.

L’AMORE È IL MESSAGGIO!


ENGLISH VERSION

A few days ago it’s been a year without David Mancuso, one of the originators of Disco music. Can you tell us about the relationship you had with him and the importance that he had on your incredible career?

David was a major influence, not in my DJ styling, but in how I built the Gallery.  I imagined David’s home and then i made that bigger; more of everything, then other influences came into play, and a lot of the ideas became better.  Like my light man suggested foot peddle’s for some lighting, back then it was all manual, so that was a great helper.

They used to say that if you remember going to Studio 54, you didn’t have a good time there. You were a key figure of this legendary club, would you like to try to describe the unrepeatable atmosphere of the Studio 54? 

Well they mean by that quote that you would get so stoned you wouldn’t remember anything.  I don’t remember a bad night at Studio, and i was there A LOT, even after I stopped working there, I was there at least 2 times a week….the picking of the patrons on line was not nice, I didn’t agree with that policy.

You influenced and currently influence a lot of the best artists in the electronic music scene. But what are your main influences?

My main influences were DJ’s Michael Capella and David Rodriguez….and what they taught me was how to be open to all sounds, to listen to records and make my own decisions, not to follow the crowd, but make my own way, thats what I do to this day.

The Gallery

You opened your own club The Gallery, one of the most influential at the time in New York, when you were only 18. What made that venue so special to be so important for artists like Frankie Knuckles and Larry Levan and to be the first stage of icons like Loleatta Holloway and Grace Jones?

THE GALLERY was the first of it’s kind.  It was the first time someone took an empty loft space and made a really FIERCE club inside it, built all the walls, designed the lighting, the air conditioning, the colors, the artwork, it was an experience that captured every facet of your being.  So the person who does that FIRST I guess gets a lot of notoriety, and rightfully so.

Times have radically changed, so how do you approach a set nowadays and what are the main differences between now and the ‘70s in NYC? 

The difference from then and now is that I was not aware of how I was making this incredible night, I knew it was great, but I didn’t know how I was doing it, I thought it was the right drug, or the right people around,, NOW I KNOW WHAT MAKES IT ALL WORK, GOD, the forces of nature, the goodness of the soul LOVE.  So knowing where this is all coming from, makes it kind of easier on me, cause it’s not me, it is through me.

Do you think there’s a chance that the sensational vibe of that era could come back?

We give a party in New york called NATIVE NEW YORKER…and that vibe is there…it is unreal.

LOVE IS THE MESSAGE!