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Generalmente quando pensiamo ad un sintetizzatore modulare ci immaginiamo migliaia di cavetti e controlli che occupano una stanza intera e valgono quanto un anno di stipendio medio: roba tipo il Modcan usato da Giorgio Moroder in Random Access Memories.

Ebbene, come per un’infinità di altri apparecchi elettronici inventati qualche anno addietro anche questa era è destinata a finire. O meglio, è destinata a finire l’era (le ere, in tempi come questi, possono arrivare a durare pochi anni) in cui non c’era alternativa alle famosi torri di synth: non abbiamo dubbi sul fatto che i synth analogici continueranno a vendere anche negli anni a venire, un po’ per moda, un po’ perché quello del digitale non è ancora un settore troppo conosciuto/collaudato (prendete una decina di produttori a caso e chiedetegli se, ora come ora, preferiscono il “magico fascino” dell’ analogico o la “noiosa perfezione” del digitale), ma senza dubbio le alternative, più che valide, ci saranno; l’ OSCiLLOT rappresenta un grande passo avanti in tal senso.

Stiamo parlando, appunto, di un sintetizzatore modulare sviluppato dalla Max for Cats per Max for Live, polifonico (caratteristica rara da trovare nei fratelloni analogici) con oltre 100 moduli, e 79 preset da cui iniziare a lavorare. Ogni controllo è inoltre editabile tramite Max/MSP. Il prezzo è ridicolo in confronto a quello di qualsiasi synth analogico rispettabile: 79 miseri euro, probabilmente troppo poco per chi non vede l’ ora di sbandierare di qua e di là il prezzo che ha pagato per il suo ultimo synth.

Andrea Nerla