INTERVIEW di Pier Paolo Iafrate
Come spesso avviene, definire un’emozione, una sensazione, in rigidi schemi lessicali è pressochè impossibile.
E’ molto semplice risolvere il problema stabilendo che una sensazione è esprimibile come la mancanza del suo opposto.
L’oscurità è assenza di luce così come la luce è assenza di oscurità. La scienza è assenza di superstizione, il sapere è il contrario dell’ignoranza e così via.
Si può però musicalmente padroneggiare l’oscurità pur vivendo nel bagliore e brillare di luce propria?
Si può creare musica scientificamente sentendo però una sorta di spiritualità, evocando quasi una stregoneria?
Beh, un giovane dj italiano, grazie al suo talento, ci è riuscito alla grande fin’ora e sappiamo farà grandi cose nella sua carriera.
Noi abbiamo voluto incontrarlo e fargli qualche domanda.
Ecco a voi Davide Albiero, in arte Barks.
Ciao Barks, grazie di essere qui con noi;
pensi che la tua musica possa etichettarsi come un genere particolare? Qual’ è il tuo filone musicale preferito?
Ciao Parkett, grazie a voi…
ll mio filone musicale preferito è fatto principalmente da tre componenti: quella più evidente è la techno, ed intendo cose tipo Delsin, Stroboscopic Artefacts, Curle, Mote Evolver etc etcAscolto poi molte cose sperimentali come Raime, Murcof, Tim Hecker…Il terzo filone invece comprende artisti come The Knife e Fever Ray.La mia musica e quello che produco credo si possa etichettare come qualcosa che abbia direttamente a che fare con la musica Techno, che nel 2014 significa un pò poco, ma non mi fa impazzire l’idea di dover catalogare in sotto-sottogeneri la musica, sopratutto la mia.
Essendo una giovane promessa italiana che si sta affermando con grande carattere, quali pensi siano i fattori ideali per arrivare al successo?
Il lavoro in studio è fondamentale, è quasi l’unico posto dove nel 2014 possa nascere qualcosa di artisticamente rilevante.
Oppure, se hai i soldi, ti fai fare le tracce, che è però un po’come andare a prostitute.
Dalle tue produzioni, dalla tua musica in generale si evince un parallelismo molto forte con la natura. Trai la tua ispirazione da essa, per esempio viaggi molto e cerchi di fonderti con essa, oppure vuoi rifarti ad essa solo per quanto riguarda le sonorità?
In generale credo che la mia musica voglia avere una connessione con il mondo in cui vivo ed in cui viviamo.
Nel mio primo ep, Wood, il richiamo alla natura è più evidente, sia perchè l’immaginario che volevo trasmettere era quello di un posto buio all’aperto, poteva essere una foresta, un bosco o qualcosa del genere, sia perchè ho registrato molti suoni reali, legno e metalli sopratutto, su cui poi ho lavorato rendendoli quasi irriconoscibili.
Amo viaggiare, credo che ogni suono che ci circonda ci influenzi, in un modo o nell’altro, credo che viaggiare sia quasi fondamentale per stimolare nuove idee e ampliare la visione personale che ognuno di noi ha della musica.
Quale è la tecnologia che usi come dj nei tuoi live? Cosa pensi della diatriba tra fondamentalisti del vinile ed i figli del digitale e tu ti schieri da qualche parte o sei un tranquillo mix di entrambi?
La diattriba tra analogico e digitale mi ha nauseato!
Ho suonato per 4 anni con cd e vinili ed ora uso Traktor controllato con 2 Faderfox, ma credo che questa “faida” tra vinili e digitale venga portata avanti sopratutto da chi non ha veramente nient’altro di interessante da esprimere.
Ognuno di noi è cresciuto con dei miti, i suoni che hanno plasmato la nostra visione musicale ce li portiamo dentro in eterno. Quali sono i tuoi idoli musical?
Non ho dei veri e propri idoli, ho dei lavori che mi hanno influenzato, e di cui provo grande ammirazione, tipo Selected Ambient Works 85–92 di Aphex Twin, alcuni lavori di Morton Feldman, il 90% dei dischi di R&S, The Dance Paradox di Redshape, e altre infinite cose che durante questi ultimi anni hanno arricchito la mia visione della musica, quella elettronica in particolare
Grazie della piacevole intervista Barks, i nostri più cari in bocca al lupo, ma sappiamo che non ne avrai bisogno perchè sei un gran talento.
Avremo sicuramente l’onore ed il piacere di riaverti ospite su Parkett.
(Foto gentilmente concessa da Karim El Maktafi).
Pier Paolo Iafrate