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Tassilo Ippenberger e Thomas Benedix, ovvero PAN-POT, raccontano il ritorno alla socialità e l’evoluzione del clubbing

Non so in quale modo svilupperò la mia musica, ma spero di scoprirlo durante il percorso“, cosi hanno concluso la nostra chiacchierata Tassilo Ippenberger e Thomas Benedix. Vi propongo in apertura le battute finali di questa intervista al duo PAN-POT perché (credo) descriva nel modo più compiuto quello che “Skin on Skin” rappresenti – per loro e per la loro carriera musicale.

Questo lavoro (snello e compatto) descrive a pieno la fine di una fase, che inevitabilmente ha il gusto di un nuovo inizio. L’artwork dell’EP rappresenta delle mani che si incrociano, che si sovrappongono fino a diventare una cosa sola: si intrecciano quasi costituendo un nodo (indissolubile).

In circa 20 minuti di musica, il duo riesce ad esprimere questo legame in modo preciso, condito da idee, voglia di contatto e tante emozioni differenti. Tra melodie pungenti e bassi incalzanti, i PAN-POT con “Skin on Skin” si sono messi a nudo, suonando i dubbi, la voglia di musica e tutte le difficoltà che un intero settore ha dovuto vivere per circa tre anni.

Senza dilungarci più del dovuto vi lasciamo alle parole della coppia, certi che sapranno stupirvi per originalità. Prima di procedere, metti in play “Skin on Skin” e goditi l’ultimo progetto firmato PAN-POT.

Ciao Tassilo e ciao Thomas! Benvenuti su Parkett Channel. L’utimo lavoro di PAN-POT si chiama “Skin on Skin“; questo titolo mi ha fatto subito pensare al contatto umano. Per voi e per la vostra  musica, quanto è importante tornare alla socialità?

Tassilo (TAS): Il tempo dell’isolamento è finito per fortuna, ed è stata veramente un’attesa lunga prima di tornare alla vita in socialità.

Riprodurre musica in streaming su Twitch o Youtube senza persone attorno, che danno il loro feedback per la tua musica è piuttosto frustrante.

Esibirsi come Dj è una cosa molto sociale e la folla interagisce costantemente: ci sentiamo davvero vivi ora che siamo tornati con il nostro pubblico.

Durante la pandemia siamo stati in grado di creare un nuovo sistema di streaming che ha risolto il problema di una dimensionalità – una sorta di realtà virtuale chiamata “Virtual Unreality“.

È una sorta di streaming ibrido con l’opportunità di interagire con noi e con le persone che partecipano all’evento digitale.

Pan-pot

PAN-POT. © Foto Ufficio Stampa – PH. Jeff Elstone

La socialità ha sempre avuto un ruolo importante. Nell’antichità, le decisioni erano prese nell’Agorá. Durante l’impero romano ogni tipo di evento civile era accompagnato da musica. Qual è dunque il ruolo della musica nella società di oggi?

TAS: La musica è vita. Purtroppo ad oggi la musica è consumata da molti come qualcosa di “consueto”, “dato dall’alto”, di “naturale” senza vedere il valore fondamentale che è intrinseco in essa.

Ma immaginate una vita senza musica! Sarebbe molto piatta e non avremmo la possibilità di modificare, di vivere i nostri stati d’animo attraverso i suoni; né saremmo in grado di sperimentare quella sensazione di libertà data da un rave party e dalla musica ad alto volume.

C’è un punto di tangenza tra l’idea di società, schematica e sottoposta a regole, e l’idea di musica, romantica e senza confini?

Thomas (TOM): Condividere bei momenti sulla (e attraverso) la pista da ballo. Sotto cassa siamo tutti uguali (ride, ndr).

Nella title track ho amato l’uso della melodia. Ho avuto l’impressione di vedere un quadro e i suoni sembrano svilupparsi secondo dopo secondo..

TAS: L’idea dietro la pista era di creare qualcosa che rapisse e rimanesse nella testa. L’hook line è in realtà un audio che abbiamo lavorato e modificato per un nuovo ed ipnotico loop.

Per ottenere l’atmosfera della versione finale ci sono volute varie versioni e un po’ di tempo. Volevamo qualcosa che suonasse in modo diverso rispetto ai tipici brani techno.

pan-pot

PAN-POT. © Foto Ufficio Stampa – PH. Robin Griffin

E come mai avete scelto proprio la voce di Sandra Bjurman per il brano?

TAS: Sto lavorando con Sandra su un altro progetto e abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare anche una collaborazione tra PAN-POT e lei.

La sua voce è eccezionale, è una grande cantante. Nonostante questo brano non dia dimostrazione delle sue vere capacità vocali si sente di cosa è capace.

Vorrei parlare della copertina. Chi ha creato quest’opera d’arte? Perché hai scelto di rappresentare “Skin on Skin” con le mani incrociate?

TAS: Abbiamo scelto di includere i nostri fan nella creazione di questo artwork: abbiamo fatto un contest all’interno della nostra comunity di fan per la centesima release della nostra etichetta discografica Second State.

Un giovane graphic designer – Philipp – ha vinto il concorso con la sua idea e, così, abbiamo lavorato insieme a lui per la copertina del nostro EP “Skin on Skin”.

Le nostre mani sono usate principalmente per toccare e sentire, è la parte del corpo che usiamo di più per percepire la pelle di altri esseri.

Se si osservano i canvas di Spotify si può vedere ancora meglio quello che intendiamo. Le mani si trasformano l’una nell’altra e diventano una cosa sola.

Pan-pot

“Skin on Skin” (cover) – PAN-POT

Quando ho letto il titolo “Particle Fever“, secondo brano dell’EP, ho subito pensato al bosone di Higgs. Qual era l’idea iniziale?

TAS: Il titolo della canzone è in realtà più legata a come si sviluppa la canzone stessa, che al bosone di Higgs. È un continuo accumulo di elementi o, in altre parole, di particelle. La quantità crescente di suono ed energia si nutre e cresce ad un ritmi febbrile.

A chiudere c’è “Bow“. Avrei voluto questo pezzo come bonus track. È, si, collegato agli altri due brani, ma è qualcosa di diverso. Anche il suono risulta più rilassato..

TOM: “Bow” è un brano che mi ricorda tanto i vecchi tempi del PAN-POT, con l’attitudine al non pensare troppo a come suoni la canzone; piuttosto abbiamo puntato a come ci si sente durante l’ascolto di quella musica. “Bow” è un brano che rispecchia un senso di libertà.

Quale sarà il prossimo passo della vostra carriera musicale?

TOM: Dopo l’EP devo dire che, soprattutto a causa delle tante serate che facciamo ogni weekend, avevo smesso di produrre musica per quasi un anno: non mi divertivo più a stare in studio.

Non sappiamo ancora che direzione prenderemo, ma speriamo di scoprirlo durante il processo.

Pan pot

PAN-POT. © Foto Ufficio Stampa – PH. Lars Borges


ENGLISH VERSION

Hello PAN-POT! You’re welcome on Parkett Channel. First of all, can you just describe to us, how is important – for you and your music -to come back to the sociality?

Tassilo (TAS): The time of isolation is over and it took quite a long time to get back into social life.

Playing music on Twitch or YouTube streams without people around you giving feedback to the music you’re playing is pretty frustrating.

Performing as a Dj is a very social and crowd-interactive thing; we really feel alive again, now that we’re back with our crowd.

During the pandemic we were able to create a new streaming system that kind of solved the problem of the single dimensionality in streams: our project “Virtual Unreality”.

It’s a bit of a hybrid streaming with the opportunity to interact with us and the other people who attend the digital event.

Since ancient times, Society has played an important role in the Life of each of us. During the roman empire, every kind of event was followed by music. What is the role of music in our society? 

TAS: Music is life. Unfortunately, ofte music is consumed as something “normal” “god given” or “natural”, without seeing the actual value in it. But imagine a life without music!

It would be very quiet and we wouldn’t have the chance to set our moods with music nor would we be able to experience the feeling of freedom at a rave party created by loud music.

What is the common factor between our schematic society and romanticist music idea? 

Thomas (TOM): Sharing good moments on the dance floor. In front of the bass we’re all the same.

Pan pot

PAN-POT. © Foto Ufficio Stampa – PH. Lars Borges

Skin on Skin” is your last work. In this song, I loved the way you used the melody. During the listening, I had the impression of seeing a painting. The sounds of these songs seem alive..

TAS: The idea behind the track was to create something that sticks and stays in your head. The hook line is actually an audio sample that we’ve cut and edited to a complete new and very hypnotic piece of audio loop.

It took some time and versions to get the vibe as it is now. I’m working with Sandra Bjurman on another project and we thought it would be great to do also a collaboration between PAN-POT and her.

Her voice is exceptional and even in this track, on which her voice isn’t shown in full potential, she gives the track a very special vibe.

I would like to speak about the cover. Who created this artwork? Why did you choose to represent “Skin on Skin” with cross hands?

TAS: We actually chose to include our fans in the creation of this artwork and made a competition within our fan community. A young graphic designer, Philipp, won the competition with his idea, which worked perfectly with our vision.

Our hands are used mostly to touch and feel. It is the body part that we use the most to sense the skin of other beings.

When you look at the Spotify canvas of the track, you can see even better what we mean. The hands morph into each other and become one.

When I read “Particle Fever” – the second song – I immediately thought about Higgs b Boson. This song seem to grow up kick by kick. Is it just my thought ?

TAS: The track title is actually less connected to Higgs b Boson than a description of what happens in the track. It’s a continuous buildup of elements or in other words particles.

The constant growing amount of sound and energy is breathing and pumping and heats up like a fever.

At the end we can listen “Bow”. I intended this piece as a bonus track. The sound is more quiet than others, even if there is a similar approach to the music..

TOM: “Bow” is a track that reminds me a lot of the old PAN-POT days. Not too much overthinking about how the track sounds like but more about the feeling you have whil listenins to it. “Bow” is a track that represents a sense of freedom.

What will be next gig in your musical career?

TOM: In my case, especially with the weekends getting full of gigs again, I stopped producing music for almost a year: it wasn’t fun for me to sit in the studio anymore. Now I’m getting more inspired and the will to produce new music is slowly getting back, but with a slightly different style. Not sure how it’s going to sound like yet, but we will find out during the process.

Pan-Pot

PAN-POT. © Foto Ufficio Stampa – PH. Lars Borges