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La Studt Akustik è la compagnia scelta per fornire il nuovo impianto del Panorama Bar, già in funzione e con una resa assai migliore del soundsystem precedente.

Tutti conosciamo le gesta dell’impianto Funktion-One del Berghain di Berlino, quasi al punto da essere diventato quasi un luogo comune o un tema evergreen per gli appassionati. Ma si sa, il Berghain ce la mette tutta per essere il club più esclusivo del mondo e non lesina su certe attrezzature di prima fascia. La questione è un po’ diversa per il Panorama Bar, club fratello, o sorella, che non è solamente appendice del primo ma anzi è un luogo parimenti “istituzionale”, famoso per la sua fortissima identità LGBT-friendly e per avere una storia molto densa alle spalle. Il ché, di conseguenza, richiede accorgimenti anche tecnici di degna importanza.

Recentemente, l’impianto audio del Panorama Bar è stato ristudiato, revisionato, aggiornato. Ma non è stata proprio un’operazione di tutto riposo, perchè per motivi strutturali il locale presenta qualche problema acustico, o per lo meno delle caratteristiche architettoniche che hanno richiesto un intervento particolarmente su misura per ottenere prestazioni che rendessero giustizia al nome del club.

La sala è relativamente piccola e ha la sfortuna di avere superfici altamente riflettenti, molto vetro e piastrelle, oltre a parti in calcestruzzo. Per questo motivo il Panorama Bar non poteva essere approcciato come se avesse gli stessi requisiti del Berghain, ma anzi si è optato per scegliere un partner totalmente diverso, e si tratta della Studt Akustik, compagnia con un background di impianti per teatri e opera con base a Dresda.

Ora quindi il Panorama Bar ha un nuovo suono, emesso da quattro punti di diffusione, ognuno costituito da una disposizione verticale “line-array” di moduli, e coadiuvato da ben sei sub-woofer che restituiscono generosamente le basse frequenze. Andare a provarlo di persona a questo punto è un must.