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In occasione del lancio del nuovo progetto dal titolo “EP Intersezione”, abbiamo avuto il piacere di portare su MyZone una delle artiste più promettenti del panorama milanese e nazionale: Keira Meier.

Keira Meier è di origini pugliesi ma trapiantata a Milano da circa un decennio. Ha iniziato a muovere i primi passi come producer tra Milano, Londra e Berlino. Città nelle quali nel corso del tempo ha acquisito sempre più consensi da parte del pubblico e addetti ai lavori. Come DJ ha trascorso una lunga residenza al Void, locale che le ha permesso di fare ascoltare le proprie produzioni uscite su etichette fresche e innovative come Ratis Records piuttosto che Intellighenzia Electronica, o Eyedyllic Music: label con sede a Ibiza e New York e fondata da Mik Santoro e Kev Obrien. Per arrivare ora a rilasciare il suo ultimo progetto dal titolo “Intersezione EP” il 30 giugno su PYTECA; e del quale abbiamo il piacere di farvi ascoltare la traccia “I’m Fine” in esclusiva.

PYTECA è un’etichetta romana tra le più interessanti della scena elettronica ed è stata fondata da Vincenzo Pizzi: artista che ha pubblicato diverse produzioni per Secret Keywords, Scuderia, Absolute Records e collaborato con realtà come Vogue, Bvlgari, Red Bull, Roberto Cavalli. Fonda la propria etichetta nel 2016 e nel roster dei suoi artisti troviamo Gianmaria Coccoluto, Rebecca Delle Piane, The Mark, Gigi Galli, Mattia Trani e a breve anche Keira Meier con il suo ultimo pregetto.

“EP Intersezione – nasce da un complesso periodo di isolamento forzato dovuto alla Pandemia mondiale iniziato nel 2020. L’esigenza è stata quella di un ricongiungimento al sentimento della condivisione dell’Esistenza, attraverso i rapporti interpersonali tra la vita quotidiana e questo lavoro. L’Io che si costituisce autenticamente, rapportandosi con le altre persone, e l’Autocoscienza che si relaziona ad altre Autocoscienze…”

Ascolta la traccia “I’m Fine” di Keira Meier in premiere su Parkett qui:

 

Keira è uno degli esempi di come in Italia, dopo la pandemia, non ci sia la necessità di far ripartire la macchina del clubbing passando necessariamente attraverso nomi di peso internazionale e non, perché le sue produzioni e le sue capacità tecniche sviluppate attraverso il suo percorso artistico, dimostrano e confermano che in questo particolare periodo storico, ci sia l’opportunità di dare spazio ad artisti italiani, locali, proprio come Keira Maier; che niente hanno da invidiare a nessun altro Dj considerato di calibro maggiore.

Mettici poi che tra le sue release sempre più apprezzate, e la sua crescita artistica in realtà come il Sonar Off di Barcellona o lo JägerMusic Lab di Berlino, abbia anche fondato “2091”: una serie di podcast pubblicati su Soundcloud e che ha ospitato per il momento artisti come ANML MTHR, Rebecca delle Piane, Godel e molti altri; ed è semplice percepire quanta passione, ricerca e dedizione ci sia dietro la musica di Keira Meier.

Progetto 2091, che tra l’altro prenderà una sua identità fisica. Diventerà infatti uno studio che troverà il suo spazio all’interno del Tempio del Futuro Perduto di Milano. Dove sarà concepito come luogo di aggregazione, condivisione e sperimentazione. Al cui interno troveranno spazio gli strumenti necessari alla produzione musicale e video; e dove l’espressività della musica incontrerà quella dei visual. Con una camera con vista multimediale in grado di proiettare gli spettatori all’interno di un nuovo mondo popolato da inclusività e innovazione.

“sarà uno strumento costruito dagli artisti per gli artisti, usato per creare e promuovere cultura, intrecciare relazioni significative, ricondurre il potere dell’atto creativo da una dimensione isolata e individuale ad una di gioiosa partecipazione.”

La musica di Keira è un viaggio che attraversa sonorità prettamente Techno, che volano su territori basici ambientali, con toni eterei, onirici, attraverso un format sonoro che seduce, convince e piace.

Influenzata dai suoi progetti passati e futuri, emergono sottofondi psichedelici, affascinati dalla ricerca di nuove sonorità elettroniche atte a dare forma alle proprie idee attraverso un linguaggio musicale perfettamente riconducibile a Keira.

Con la quale abbiamo deciso di fare una lunga chiacchierata su Parkett.

Ciao Keira e benvenuta su Parkett. Partiamo dalle origini del tuo percorso artistico, dagli studi per chitarra fino all’avvicinamento al mondo della musica elettronica. Raccontaci tutto.

Ciao e grazie per l’invito. Ricordo con tenerezza un episodio della mia vita in cui avrò avuto circa 5-6 anni, ero al compleanno di mio cugino poco più grande di me che per la sua festa aveva ricevuto in regalo una batteria e una chitarra, la stessa che per tutta la durata dell’evento ho tenuto in mano e da cui non mi sono più staccata.

Ho sempre provato un’attrazione fatale verso qualsiasi tipo di strumento sin dalla tenera età. Ho passato la maggior parte dei compleanni successivi e feste natalizie a chiedere ai miei genitori di regalarmene una, arrivando in realtà molto più tardi. Da lì ho iniziato prima come autodidatta cercando di imparare qualcosa dai libri con gli accordi di canzoni italiane, per poi decidere di iscrivermi a una scuola di chitarra classica che ho frequentato per pochi anni e che poi ho lasciato nel momento in cui mi sono approcciata alla musica digitale con Logic Pro 5 per pc.

Ascoltavo in quel periodo, in cui mi sono avvicinata per la prima volta alla musica elettronica, un programma notturno in radio gestito da due dj della mia stessa città che di lì a poco avrei conosciuto personalmente diventando prima miei mentori e poi miei colleghi di produzioni e serate in Puglia.

Dalle tue produzioni e dai tuoi Podcast emerge un’influenza abbastanza evidente che associa le tue sonorità a quelle tipicamente berlinesi, impronta questa che lascia trapelare che probabilmente tu ci abbia vissuto o suonato. Se così fosse raccontaci come ti ha influenzato la città dal punto di vista musicale, e cosa ti ha lasciato come segno distintivo nel tuo percorso come artista, Dj e Producer.

Ho sempre sognato di vivere a Berlino ma non è mai successo purtroppo, magari in futuro chi lo sa!

Ci ho tuttavia suonato diverse volte, l’ultima esperienza risale a due anni fa con lo “JägerMusic Lab”, contest di Jägermeister che ha permesso me e altri nove ragazzi di passare dieci giorni tra workshop, laboratori musicali ed eventi. La mia passione per la musica elettronica è scattata nel momento in cui ho ascoltato per la prima volta “Autobahn” dei Kraftwerk, da quel momento il legame e l’interesse per tutto ciò che provenisse dalla capitale Tedesca è sempre stato molto intenso, influenzando notevolmente sia i miei set che le mie produzioni.

Hai fondato la serie di podcast 2091. Tra gli artisti proposti per il momento ci sono Goedel, ANML MTHR, Rebecca Delle Piane ecc. Da cosa è nata la necessità di creare il tuo canale? Parlacene e, se puoi, raccontaci quali sono le tue aspirazioni in merito.

Ho fondato 2091 nel 2019, circa un anno fa, poco prima che scoppiasse la pandemia. Ho sentito il bisogno assoluto di creare una piattaforma che desse massima libertà di espressione agli artisti senza alcun tipo di restrizione.

Arrivavo da un periodo in cui ero poco stimolata a livello artistico e forse anche poco capita, ho avuto la necessità di creare qualcosa di mio in cui mi sentissi libera di suonare quello che volevo con l’idea di condividere questa opportunità con altri artisti di talento a mio parere e soprattutto italiani.

2091 nasce fondamentalmente come un podcast techno allargando poi il suo significato con il tempo e abbracciando più generi. Oggi 2091 diventa anche Studio, trovando il suo spazio fisico all’interno del Tempio del Futuro Perduto, realtà consolidata per eventi di musica e impegno sociale su Milano.

L’idea è quella di renderlo uno strumento costruito dagli artisti per gli artisti usato per creare e promuovere cultura, intrecciare relazioni significative, ricondurre il potere dell’atto creativo da una dimensione isolata e individuale ad una di gioiosa partecipazione. L’obiettivo è quello di fondare anche un’etichetta indipendente in futuro, dove valori come libertà, inclusività e amore per quello che si fa, saranno gli elementi cardine.

Le tue prime produzioni sono state rilasciate su Ratis Records (di cui abbiamo parlato anche qui), Eyedyllic Music, Ampispazi Recordings e Intellighenzia Electronica. Parlaci delle tracce rilasciate su queste etichette, come sono nate le collaborazioni e cosa hai in programma per il prossimo futuro con le realtà italiane.

Ho iniziato a produrre musica nel 2008 ancor prima di iniziare a suonare, il mio percorso da producer è stato abbastanza eclettico, le mie prime produzioni erano più ambient e deep rilasciate appunto su etichette come “Ampispazi” e “Eydillic”, nel 2016 poi, dopo un lungo periodo di esperienza e consapevolezza, sono riuscita  a definire meglio il mio progetto in una direzione più techno arrivando a rilasciare il mio primo EP di questo genere su “Ratis Records”, label di Milano dei ragazzi di Void, serata dove sono stata resident per qualche anno, per poi arrivare nel 2020 ad un’etichetta internazionale di grande importanza come “Suara”.

Le produzioni, rilasciate anche su vinile e riconosciute a livello nazionale e internazionale, ti hanno portato a girare sia in realtà Italiane che in molte realtà straniere. Tra le quali Berlino, Londra e Sonar Off di Barcellona. Come hai vissuto questi trampolini di lancio, se così possiamo identificarli?

Produrre musica mi ha dato una grossa opportunità di farmi conoscere oltre che in Italia anche all’estero, avevo prodotto un EP per un’etichetta londinese che mi aveva permesso di partecipare a un evento della label organizzato all’Egg di Londra, lì ho conosciuto i ragazzi del mio primo booking che sentendomi suonare mi avevano proposto di entrare nel loro roster.

Da lì le serate al Sonar Off di Barcellona, di nuovo Londra e Berlino.

E’ stato un periodo particolarmente intenso e molto positivo dal punto di vista della carriera, tuttavia sentivo il bisogno di fare un percorso più lungo di consapevolezza e di capire meglio chi fossi e cosa volessi comunicare soprattutto con la musica che producevo.

Non potevo dare spazio all’idea di un concetto di musica autoreferenziale, suonare e produrre senza passare un messaggio, è stato il motivo per cui ad un certo punto mi sono allontanata dalla scena per lavorare su me stessa, per affinare le mie skills, per sentirmi pronta per questo lavoro e ritrovare il motivo più profondo per cui lo stavo facendo.

Sei stata resident presso la serata Void di Milano e collabori con l’etichetta berlinese Eyedyllic Music. Cosa provi quando suoni davanti al pubblico di casa tua piuttosto che davanti a quello all’estero?

Sono stata resident presso la serata Void di Milano per 4 anni, oggi le nostre strade si sono divise ma sono ancora in contatto con i ragazzi che mi hanno dato tanto dal punto professionale e soprattutto umano. Suonare davanti al pubblico di casa mi da sempre un’emozione incredibile, mi rende nervosa, perché la paura è sempre quella di non piacere musicalmente, ma quando succede, con grandi apprezzamenti finali, è sempre una grossa gratificazione rispetto a quella derivante da un pubblico estero più o meno già abituato ad una certa proposta musicale.

Perché hai scelto un’etichetta straniera per la tua collaborazione, forse sotto certi aspetti in Italia hai trovato delle difficoltà a livello burocratico o altro?

In realtà non c’è mai stata una scelta ben mirata delle etichette sulle quali volevo uscire, le collaborazioni sono sempre nate in maniera molto spontanea sulla base della musica che producevo e che si predisponeva meglio a delle label piuttosto che altre, oggi però sto collaborando con un’etichetta completamente Italiana di un artista che stimo profondamente che è Vincenzo Pizzi e l’etichetta si chiama “Pyteca” su cui rilascerò il mio EP a fine Giugno.

Esiste qualcosa di particolare che influenza le tue produzioni o qualcosa che ti ispira durante la fase creativa?

Ciò che influenza le mie produzioni è sicuramente il mio stato d’animo. Passo molto tempo senza produrre a volte, e poi scatta quell’esigenza irresistibile di esprimermi attraverso la musica, di comunicare attraverso i suoni quello che provo e che sto vivendo, momenti di gioia, momenti di tristezza, le mie tracce sono tutte legate alle mie emozioni. E’ una specie di istinto che mi porta a sedermi davanti al computer e mettermi a creare, una necessità interiore.

Anche tu come tutto il mondo della notte stai vivendo un momento molto complesso sotto tanti punti di vista. Come hai vissuto questo allontanamento dalla scena e dalla console? Ha avuto qualche risvolto produttivo positivo questo auto isolamento forzato?

A dire la verità questo è stato un anno molto produttivo per me, suonare mi è mancato moltissimo ma dall’altra parte l’isolamento forzato mi ha permesso di lavorare molto su alcuni progetti, uno di questi appunto l’EP che uscirà a fine giugno, altre uscite che sto preparando e lo Studio 2091 presso il Tempio del Futuro Perduto che lancerò a breve.

Guarda la sessione “Musica in Quarantena” dal canale Vinyl Distric Milan QUI 

Cinque dischi che non possono assolutamente mancare nella borsa di Keira Meier?

Non ne potrebbero mancare molti più di 5 ma quelli più importanti sicuramente sono:

  • Kraftwerk – Autobahn
  • Dj Rolando – Knights of the Jaguar
  • Dj Rush – She Bangs
  • Octave One – Blackwater feat. Urban Soul Orchestra
  • Yves Deruyter – Back To Earth (Rave Mix)

Di seguito i suoi canali ufficiali di Keira Meier:

Keira Meier – Home | Facebook

Instagram

Soundcloud


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