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Julien Auger, musicista elettronico francese meglio conosciuto come Pépé Bradock, torna sulla scena musicale con un nuovo alias: Brigitte Barbu. “Muzak Pour Ascenseurs En Panne”è il nome del suo primo album.

In uscita in formato analogico e digitale il prossimo 12 Giugno su Circus Company, “Muzak Pour Ascenseurs En Panne” di Brigitte Barbu è un disco dal sound prevalentemente elettronico e sperimentale. Pépé Bradock, a un anno di distanza dal suo ultimo lavoro “What A Mess“, con il suo nuovo alias si presenta al pubblico come un fautore eccelso del disordine e del non prevedibile.

Unendo toni cosmici, collage sonori unici e rumori distorti, il primo album di Barbu racconta di un universo parallelo in cui elettronica e post rock anni ’70 descrivono sfumature astratte ed inconcepibili.

Registrato e mixato durante una solitaria residenza di una settimana in uno sconosciuto studio di registrazione (accompagnato esclusivamente da sintetizzatori, strumenti a corda e computer), “Muzak Por Ascenseurs En Panne” diventa un progetto decisamente unico e impensabile, in cui note risonanti di chitarra, timbri particolari, allucinazioni sonore e melodie dissonanti si riuniscono insieme in questo primo ed enigmatico lp firmato Brigitte Barbu.

L’Atmosfera ipnotizzante porta l’ascoltatore ad immergersi in un viaggio etereo, in cui non vigono regole, e l’astrattezza imprevedibile e disomogenea è l’unica certezza da poter afferrare.

“Volevo comporre un Lp etereo, astratto, hip hop…” afferma Brigitte nella presentazione del suo lavoro, “…con chitarre come strumento per il lavaggio del cervello e macchine riflesse, non scollegate fra loro”.

Con la sua dimensione introspettiva, “Muzak Por Ascenseurs En Panne” rivela un carattere stravagante e irregolare ma, nonostante ciò, presenta delle regole fisse per la composizione: ogni traccia si basa infatti sull’associazione tra un titolo scelto per le sue consonanze, un’accordatura aperta, un tempo e frequenze casuali.

Insomma, un disco che nonostante la sua indiscreta visceralità e stravaganza, riesce a trovare un filo comune tra le sue tracce e a trasmettere, dunque, un messaggio di libertà inimmaginabile, a tratti casuale e non ripetibile.

Julien dedica questo album ad amici e famiglia, e lancia a tutti noi un messaggio di trascendenza e noncuranza, un messaggio che diventa utile nel momento in cui viviamo, in mondo nel quale regole e logica contano sempre più dei nostri lati nascosti e segreti: quei lati che caratterizzano la nostra unicità, e che meritano, prima o poi, di essere riconosciuti.

Andrea Ghidorzi