Sempre più spesso si imbattiamo in questa visione: molte volte si contrappone l’Underground (come viene inteso ai tempi d’oggi, cioè in modo errato) all’Edm (Electronic Dance Music), senza accorgerci che i mondi non rappresentano due poli separati tra loro, ma in realtà sono più vicini di quanto si può credere. Ciò che normalmente definiamo Underground (a differenza di quando avveniva nei decenni passati) è mosso da interessi milionari e, come spesso accade per le cose del nostro tempo, è finito per diventare qualcos’altro, mantenendo un nome originale legato a vecchi principi. Il mondo è cambiato in questi decenni, ha subito delle mutazioni profonde (QUI) ma le persone non hanno perso l’abitudine di chiamare Underground qualcosa che poi, sotto sotto, Underground non è più da parecchio tempo.
L’Underground non strizza l’occhio a bottiglie di champagne, evita i privè e si rende portavoce della club culture. Si nutre di piccole grandi cose, sminuite e quasi snobbate dalle grandi masse e coltiva valori sani di aggregazione e di uguaglianza. Non cede, poi, alle logiche del consumismo. Non cerca compromessi e si fa i cazzi suoi. “La Techno è diventata commerciale“: è una frase con la quale sempre più spesso dobbiamo fare i conti, purtroppo. Ma non tutta la Techno che conosciamo è così, fortunatamente.
Dovremmo inventare un nuovo termine per definire la Techno Commerciale: vogliamo chiamarla Edm? D’altra parte, che differenza c’è tra la nostra idea di Edm e di Techno Commerciale? Cosa spinge una discoteca a chiamarsi ‘club’, così dal giorno alla notte? Volevamo capirci qualcosa di più su tutto questo e allora abbiamo chiesto alle persone perchè odiassero così tanto l’Edm, per conoscere le loro risposte e fare alcune riflessioni a riguardo.
“Io non credo che quello nei confronti della musica EDM (intesa come Big room, Electro e Progressive House) si possa definire “odio” – ammette un ragazzo, intervistato davanti ad un club -. È più una forte antipatia, un sentimento di fastidio che un amante della musica elettronica underground non può non provare. Credo di poter affermare con una qual certezza che è la stessa antipatia che può provare lo chef stellato nel vedere il successo riscosso dai vari McDonald’s, Burger King e simili: lui sa bene qual è il prodotto di maggior qualità. Tutti lo sanno. Eppure è costretto ad ammettere che il gestore del fast food è stato furbo e acuto, forse persino più di lui. Ha capito cosa vuole la massa e l’ha accontentata senza affaticarsi più di tanto; minimo sforzo, massimo risultato. La musica EDM è come quel compagno di classe che alle elementari si divertiva a fare il bulletto: non è intelligente, non è simpatico, non ha qualità particolari, dà solo fastidio, eppure riesce a riscuotere successo senza avere nessuna qualità, ostentando forza e sicurezza. Ecco l’EDM: un prodotto concepito per la massa, di evidente bassa qualità, immeritevole di successo, ma semplice e immediato. Per usare un’immagine geniale di DJ Harvey, “è la scena della disfunzione erettile“; l’EDM è perfettamente consapevole della propria impotenza, infatti utilizza ogni espediente possibile per sopperire alla mancanza di qualità e ricercatezza. Cannoni, fuochi d’artificio, scenografie esagerate, torte in faccia, salti sulla console. Tutto va bene se attira l’attenzione della folla. Questa musica non piace nemmeno agli stessi dj; è sufficiente pensare alle origini musicali dei vari David Guetta, Calvin Harris e molti altri. Hanno semplicemente fiutato l’occasione di soldi e fama facili. Come biasimarli? Ma del resto, ci sarà un motivo se è ben difficile immaginare Jeff Mills dietro la consolle di Tomorrowland! È inutile continuare a girarci intorno: l’EDM è un business clamoroso e c’è da togliersi il cappello davanti a chi è stato così abile da sfruttarlo appieno. Ma livello qualitativo non ci siamo proprio, e chi dice che va comunque rispettata, perché alla gente piace, vaneggia; per fare un paragone un po’ forte, è come dire che in fondo Hitler non doveva essere così male se riscuoteva un consenso così ampio“.
Un altro ragazzo intervistato ha ammesso: “Odio l’edm perchè ha ridicolizzato definitivamente quella realtà rappresentata dalle feste con il dj, più nello specifico ha ridicolizzato il club. Ha instillato nelle persone l’idea che per fare festa bisogna lanciarsi torte addosso, installare mega palchi, lanciafiamme e spara coriandoli, ha svuotato la festa di ogni significato culturale e musicale e reso ‘eccessivamente commerciale’ il concetto. In tutto questo la musica resta confinata in un angolino“.
Per un altro ragazzo, invece, c’è una questione culturale dietro al grande successo dell’Edm: “La maggior parte delle persone non si interessa di musica di un certo livello e si ‘accontenta’ di sentire melodie per lo più orecchiabili e ‘ballicchiabili’ che si possono trovare dappertutto. Le persone non hanno voglia di scavare, di spendere del tempo per andare a ricercare suoni che probabilmente non capirebbero neanche troppo abituati a melodie vuote create solo per vendere e non per il gusto di fare musica“.
“Quello che più non sopporto dell’EDM non sta tanto nella musica in sè ma nel come e il dove viene proposta – ammette un altro ragazzo intervistato da noi -. È solo questione di marketing, vendite e audience. Anche la musica in sè non è tra le più originali e riesce a piacere alla maggior parte degli ascoltatori proprio perchè di facile ascolto, rimane facilmente impressa e viene quindi fatta con il solo scopo di piacere e vendere! Non ha contenuti, o perlomeno molto banali a parer mio, e forse è anche per questo che molti giovani oggi non hanno altettanti contenuti: quali sono I loro esempi? Fai quindi una somma tra una cantante provocante, un video in una delle spiagge più ‘hot’ di Ibiza e un buon lavoro di produzione e mastering (perchè le tracce devono essere tutte di grande ”impatto”) e il gioco è fatto! Avrai radio e tv cariche di video e musica di merda. Un prodotto pronto ad entrare sul mercato che piacerà sicuramente a tutti e toglierà automaticamente ascolti a ciò che meriterebbe di più, perchè non utilizza gli stessi mezzi o principi. Tutto questo a un amante dell’arte e della musica fa rabbrividire! Non è tanto il genere quindi a contraddistinguerla ma il suo clichè. Se mi chiedessi “Cosa c’è che non va nella musica EDM?”, ti risponderei: “La parola musica accompagnata a EDM!“.
“Credo che l’odio nei confronti della musica EDM, sia essenzialmente dovuto al fatto che il genere si stia imponendo non come movimento artistico, d’altronde la musica non è che una forma d’arte, ma piuttosto come intrattenimento di massa, come un semplice bene da vedere al consumatore – racconta un altro intervistato -. Il dj offre ciò che il pubblico vuole, cavalcando le mode e traendo molto spesso il massimo profitto possibile. L’ EDM sta dando alla musica elettronica un volto che non le rende onore. Fuochi d’artificio, dj set che diventano veri e propri spettacoli di intrattenimento oscurano quello che è il contenuto emotivo che l’artista dovrebbe imprimere nel proprio lavoro. Secondo il mio parere, per quanto personale possa essere, la musica EDM pone male i propri obiettivi, poiché sembra dare più importanza a quello che è l’aspetto superficiale, come il guadagno, tralasciando invece il peso culturale che un movimento musicale dovrebbe avere sulle persone“.
“Rispetto tutti i generi, davvero, perchè la musica è bella tutta, ma l’EDM è un insulto a chi prova a comporre qualcosa di orecchiabile“, ci dice un ragazzo.
“Odio l’EDM perché rappresenta quello che la stratificazione sociale e l’appiattimento culturale possono operare nel mondo della musica: preset triti e ritriti, una qualità audio al minimo sindacale (talvolta neanche quello), nessuna o quasi nessuna traccia di creatività o attitudine all’innovazione – ammette il nostro ultimo intervistato -. L’ascolto e non mi dice nulla, non mi sorprende come invece riesce a fare l’elettronica sperimentale odierna, non mi entusiasma come la techno di ieri e di oggi. La odio perché essenzialmente è una perdita di tempo“.
Dopo queste risposte, tutte molto interessanti, vi lasciamo con un’altra domanda: che differenza c’è tra quanto espresso da questi ragazzi e la Techno Commerciale che riempie discoteche proponendo musica elementare che va a genio con i gusti delle grandi masse?