Abbiamo messo finalmente le mani sul nuovo controller di casa Pioneer DJ DDJ-FLX 6: ecco cosa ne è emerso.
Vi abbiamo annunciato questa novità in una breve news qualche giorno fa ma non potevamo astenerci dal fare le pulci anche al neonato controller Pioneer DJ. In questo caso, più che un ringiovanimento della linea, questo prodotto, il controller Pioneer Dj DDJ-FLX 6 , va a tappare quel buco fra la super entry level/bedroom DDJ 400 e le DDJ 800 e 1000. Sicuramente uno di quei segmenti che , con i dj chiusi in casa e in live su internet, può attirare maggiormente rispetto alle ammiraglie squisitamente dedicate a club e venue di alto profilo. Dopo aver recensito le ammiraglie
Pioneer DDJ-FLX6: unboxing, aspetto esteriore e connessioni.
La DDJ FLX 6 è arrivata nel nuovo packaging Pioneer DJ, una scatola in quadricromia molto sobria, e ci si accorge che il prodotto è entry level già dall’esterno: è molto più leggera del solito ma imballata con la solita cura e l’unpack crea la solita soddisfazione.
La console è interamente realizzata in plastica, con la nuova finitura che si distingue dal passato per l’opaco che gli rende assolutamente giustizia. Nonostante questo la renda molto leggera, messa sul banco della console non va da nessuna parte ed è utilizzabile facilmente.
La caratteristica che possiamo apprezzare immediatamente sono le jog a grandezza piena. Pur essendo realizzate con materiali diversi (la solita plastica con cui è realizzata tutta la console) queste sono grandi come quelle di un cdj. Per tanto si evita quello spiacevole effetto , tipico delle console entry level, di dover usare jog piccole. E, soprattutto se si è agli inizi e quindi si è target user tipici di questo prodotto, ci si ritroverà facilmente a proprio agio sui prodotti di livello superiore.
All’interno della jog troviamo un led monocolore (rosso) che indica la posizione della traccia in riproduzione. Molto comodo, specie su una entry level, se pensiamo che fino a qualche anno fa soluzioni del genere erano disponibili solo su prodotti di alta gamma.
Ognuna delle due jog sovrasta una sezione di 8 pad , sempre monocolore (blu questa volta) con i quali si può accedere alle varie funzioni che vedremo più avanti. Funzioni attivabili e/o richiamabili dai 4 pulsanti che troviamo sopra i pad, fatti dello stesso materiale e con lo stesso colore dei led.
Anche qui la fattura non è sicuramente quella delle console di fascia alta ma non possiamo dire assolutamente che sia cheap.
Ancora, troviamo il cursore del pitch, con sopra due tasti “beat sync” e “master” che ovviamente fanno il verso ai lettori CDJ.
Salendo ancora troviamo la new entry assoluta in questa console, una grossa manopola con corsa senza fine che contiene un grande tasto segnalata con la scritta MERGE FX. Una per ogni deck.
Passando al lato opposto troviamo i classici tasti Pioneer Dj per il transport (play/pause, cue ndr), il tasto SHIFT, un tasto che ci permette di passare dal DECK 1 al 3 sul deck di sinistra, e dal DECK 2 al 4 su quello di destra.
In altro a chiudere troviamo i tasti per l’attivazione del loop manuale e la loro gestione, il tasto per disattivare o attivare la modalità VINYL e la nuova modalità JOG CUTTER.
Al centro fra i due deck della Pioneer Dj DDJ-FLX 6 troviamo una sezione mixer 4 canali. Ogni canale ha il suo tasto “LOAD” per caricare la traccia su quel canale/Deck,
Sopra ai tasti load troviamo il knob a corsa infinita per navigare fra cartelle, playlist e brani, un tasto per tornare indietro , uno switch che permette di assegnare il canale 4 al campionatore.
La sezione mixer simula un classico DJM con equalizzatore a 3 bande , vu meter a 5 led, filtro passa alto/passa basso, tasto per il cue e fader.
Non ci sono switch fisici per disinserire il crossfader.
Sul pannello frontale troviamo le serigrafie “SERATO” e “REKORDBOX” , una sezione per collegare la cuffia con ingresso sia jack 6,3 che 3,5 , un knob per il volume e uno per il mix. Subito vicino il knob per gestire il volume del microfono.
La console non ha ingressi oltre a quello microfonico, sul pannello posteriore troviamo due connessioni stereo rca , una per il master e una per il booth (con comando indipendente) e l’ingresso del cavo USB.
Il test – recensione.
Iniziamo col dire che quando si testa un controller puro bisogna avvicinarsi al prodotto con una mentalità diversa da quanto si testano gear standalone o che fanno entrambe le cose. In questo caso molto dipende dal software per cui è su questo che si incentra questo test.
Per prima cosa la console è perfettamente funzionante sia con Serato Dj Pro che con Rekordbox. Quindi a livello di software si hanno le stesse armi di prodotti di livello superiore.
Anche in questo caso dopo una velocissima registrazione e l’installazione di Serato la console lo ha sbloccato in un attimo e si è subito operativi.
E’ risultato subito intuitivo utilizzare il browsing di serato e le varie funzioni che sono già a disposizione. Particolare menzione va fatta per il Plugin “Pitch n’ Time” che , grazie al voucher incluso con la console è possibile scaricare.
Questo plugin rende molto più facile “estremizzare” i passaggi fra brani con bpm molto diversi. L’algoritmo di timestretching infatti non fa notare assolutamente alcuna distorsione.
E’ qui che si nota la volontà di Pioneer Dj di far tendere il prodotto entry level verso le proprie ammiraglie. Anche Se non troviamo il peso costruttivo di CDJ e compagnia da migliaia di euro, ecco che arriva il plugin in omaggio che ti fa fare gli stessi mix. Veramente notevole.
Per il resto i fader da 40mm sono pienamente nel segmento del settore. Anche qui inutile infiocchettare, quello che gestisce veramente il volume è il software. Il fader fa quello che deve fare in questi casi, essere preciso, non ballare, non sembrare finto (come in tante entry level che si vedono).
Degne di nota sono sicuramente le Jog, normalmente in questo settore di mercato la jog ha dimensioni che non ne permettono un vero utilizzo. Qui Pioneer Dj ci fa provare una jog a pieno formato. Ideale per due motivi: rendere meno traumatico il passaggio ai cdj e non meno importante, approcciare lo scratch e il cut con uno strumento dalle giuste dimensioni. Il led interno che segna il punto di riproduzione è il naturale completamento di questa idea.
Sul feeling possiamo dire che ci siamo, non restituisce la precisione delle sorelle maggiori, ma d’altra parte anche l’assegno da staccare ha qualche zero in meno.
Veniamo ora alla MERGE FX che si comporta diversamente su Serato rispetto a Rekordbox. Su Serato in particolare permette di applicare uno dei Serato Pro DJ FX.
Su Rekordbox il “manopolone” invece assume la sua naturale funzione. Devo dire che la new entry ha richiesto qualche test prima di essere apprezzata ma alla fine possiamo tranquillamente dire che potrebbe essere “la marcia in più” di questo controller.
In particolare la MERGE FX funziona come una specie di “macro” ovvero applica in sequenza ed in battuta una serie di operazioni personalizzabili.
In particolare, dal nuovo menu su Rekordbox si possono selezionare un effetto di build, un sample di build, un effetto di release e un sample per il drop finale
Questo menu si apre solo con la Pioneer Dj DDJ-FLX 6 connessa. Ci sono 4 banchi MERGE FX preimpostabili liberamente.
Quando il brano sta per finire basterà premere il pulsante al centro della MERGE FX per attivare la catena di eventi, premerlo di nuovo per terminare e se pre-impostato far suonare il drop sample.
Se si riesce a dominare bene questo permette di creare un effetto “climax” che altrimenti richiederebbe i contorsionismi tipici da console che conosciamo. Contorsionismi a cui il pubblico entry level a cui si rivolge questo prodotto non è sicuramente avulso.
Sicuramente non è “immediato” come utilizzo ma è una novità che entra sul mercato e che vista la fascia in cui si colloca questo prodotto non sfigura.
Indovinata anche la funzione “Jog Cutter”, in pratica unisce il movimento dello scratch classico al Cut che va effettuato in battuta. Se questo farà storcere il naso ai puristi, permette però di inserire uno scratch nel proprio dj set senza sbattersi più del dovuto. Pensato anche questo per la fascia di utente tipica di questo tipo di prodotti. Il purista rimarrà ad usare i suoi giradischi.
I pad hanno una buona reattività e sono ben realizzati , ovviamente difficile parlare di tenuta nel tempo in un prodotto sul mercato da qualche giorno, però nel test non hanno assolutamente dato l’aria di essere “cheap”. Anche qui Pioneer Dj ci tiene a far sapere che il prodotto è comunque suo.
L’unico colore a disposizione rende il loro utilizzo un po’ meno intuitivo. Proprio a voler trovare la pecca. Questo ovviamente va visto anche in funzione della fascia di prezzo del prodotto.
Parlo brevemente della scheda audio integrata : troviamo una scheda 24 bit/44,1 kHz che fa il suo. Sicuramente non ha il suono Pioneer Dj dei prodotti di punta ma è quello che serve per i contesti in cui si andrà ad utilizzare questa console e soprattutto va rapportato alla fascia di prezzo.
Pioneer Dj DDJ-FLX 6 : considerazioni finali, valutazioni e conclusione.
Se quello dei prodotti top di gamma è un mercato che si gioca fra un paio di competitor, quello dell’entry level è decisamente più aperto con molte più opzioni fra le quali scegliere. In questo contesto Pioneer Dj va a inserire questo nuovo prodotto facendo leva sulla compatibilità garantita con i sistemi professionali con i quali condivide anche , visto in una certa ottica, il feeling. L’altra leva importante è quella di fare forza sullo stesso software , REKORDBOX, usato dai controller di fascia alta. Il cdj 3000 ha il sync in chiave armonica? Poco male ti metto dentro pitch n’time. Col DJM 900 nexus 2 fai delle build incredibili? Ti faccio usare il pack pro fx e ti metto dentro la MERGE FX che, seppur non paragonabile come qualità as is. permette al dj neofita o al semplice appassionato di avere più o meno gli stessi strumenti.
Parlando della console in se, ovvero dell’hardware ci si può ritenere moderatamente soddisfatti, in prima battuta per le jog wheel a pieno formato e poi per la qualità costruttiva pienamente adatta a questa fascia di mercato.
L’altro aspetto positivo è la presenza sulla Pioneer Dj DDJ-FLX 6 del booth con controllo del volume separato, sembra una banalità però è una di quelle feature che possono tornare utilissime in un contesto in cui una console più grande non si può installare e c’è bisogno di un monitoraggio in console. Uno di quei plus che ti permette di usarla anche oltre party molto piccoli.
Una vera pecca è l’assenza del master con connettori bilanciati. Seppur comprensibile questa scelta su un prodotto entry level, l’introduzione dell’uscita master con connettori bilanciati avrebbe di sicuro alzato il livello del prodotto portandola agli occhi anche del dj mobile professionista. Utente per cui Pioneer DJ riserva altri (e più costosi ) prodotti.
Come già spiegato nel paragrafo dedicato al test la qualità audio è buona e vi permetterà di godere tranquillamente dei vostri brani.
Abbiamo testato la console anche in situazioni di “stress” collegandola a hub usb economico, con collegato anche un hard disk esterno e una chiavetta usb dalla quale abbiamo provato a leggere le tracce. Non abbiamo rilevato alcun rallentamento nell’utilizzo ne problema di alimentazione.
Consigliamo di acquistare questo prodotto? Il nostro parere è che il controller è affidabile e sicuramente non vi deluderà. A differenza dei prodotti standard come cdj e mixer, la scelta sul controller è sempre molto personale per cui, anche alla luce di questa recensione, decidete se fa per voi, per le vostre necessità. Di sicuro è stata pensata per mixare qualsiasi genere musicale.
È possibile fare le stesse cose spendendo meno? La fascia in cui si colloca ha alcuni prodotti competitor con un prezzo leggermente più accattivante. Se però considerate anche il costo dei plugin inclusi, di Serato dj pro e della possibilità di accedere all’ecosistema Rekordbox , le differenze di prezzo si azzerano.
La Pioneer Dj DDJ-FLX 6 è già disponibile presso i maggiori distributori al prezzo di 599€ iva inclusa.