fbpx

Nasce a Ibiza Remedy State, un nuovo wellness centre dedicato ai professionisti del clubbing, un’iniziativa che risponde ad un’esigenza di salute e benessere psico-fisico specifico mirato per chi lavora nel mondo della musica elettronica e in particolare ai DJ e produttori che i medici hanno riconosciuto ormai da tempo come categoria a rischio.

Non poteva esserci location migliore che la natura incontaminata dell’isola bianca per dare all’iniziativa la necessaria suggestione di essere al centro della musica da ballo e, allo stesso tempo, lontano da tutto l’immaginario che circonda la club music. È proprio a Ibiza, infatti, che nasce Remedy State.

Remedy State è un progetto di Ben Turner (manager di artisti tra cui Richie Hawtin e Agoria e co-fondatore dell’International Music Summit di Ibiza insieme a Pete Tong) e Blaise James DeAngelo (producer, DJ ed ex manager dell’etichetta di Skrillex).

Se con “Generation Ecstasy: Into the World of Techno and Rave Culture” lo scrittore e critico musicale inglese Simon Reynolds ha raccontato tra i primi la rave generation mettendone in risalto la stretta connessione tra evoluzione tecnologica e uso ricreativo della droga, il dibattito di oggi, di nuovo all’attenzione di artisti e addetti ai lavori, sta progressivamente abbandonando la retorica e i luoghi comuni per abbracciare idee e progetti capaci di guardare all’argomento come opportunità e non come problema.

Che la musica elettronica, infatti, non non sia mai stata sinonimo di buona salute non è certo una novità ma che i ritmi sempre più frenetici di chi oltre ai disturbi del sonno, alle droghe, all’alcool e al ballo unisce lo stress fisico come conseguenza dei troppi impegni, dei fusi-orari e degli imprevisti configurino uno stile di vita poco sostenibile nel lungo periodo è opinione consolidata ormai anche nell’ambiente medico.

Secondo uno studio della charity association britannica Help Musicians UK, infatti, i musicisti hanno una probabilità tre volte superiore alla media di soffrire di ansia e depressione.

Coloro che sono coinvolti nella musica da ballo hanno bisogno di essere curati“, riporta laconica l’indagine britannica Can Music Make You Sick? coordinata dalla ricercatrice Christine Brown (presente anche lei all’inaugurazione del nuovo rehab concept balearico).

Dati preoccupanti, peraltro confermati anche dal recente MIRA Survey of Musicians, uno studio realizzato per la prima volta nel 2018 che analizza le professioni musicali negli USA e rivela l’attitudine dei musicisti ad essere tra le categorie più inclini all’abuso di alcolici e stupefacenti.
Il recente suicidio di Avicii non ha fatto altro che testimoniare la gravità della situazione.

L’inagurazione del Remedy State si è tenuta a fine maggio scorso, quasi in contemporanea con l’International Music Summit del quale condivide come proprietario il principale promotore Ben Turner.

Gli artisti, circa una quarantina tra DJ, musicisti, producer, promoter e manager di etichette, che hanno aderito all’iniziativa ne hanno da subito sposato gli intenti vale a dire “supportare la comunità della musica dance sia attraverso l’uso di pratiche di auto-cura che attraverso il sostegno psicologico“.

Il programma olistico di Remedy State prevede esercizi di conspaevolezza, fisici, terapie di supporto, sostegno medico e rieducazione alimentare “promuovendo e insegnando il benessere e la cura di se stessi nel mondo delle arti e dello spettacolo“.

Attreaverso un comunicato stampa Ben Turner ha spiegato: “Dopo 25 anni di viaggio nel mondo trascorsi a promuovere e sostenere l’industria della musica elettronica attraverso molte iniziative, ho capito che avevo bisogno di intraprendere un viaggio simile sulle pressioni dello stile di vita che circondano il modo in cui lavoriamo“. Poi ha aggiunto: “Sentivo necessario condividere la nostra visione e le esperienze per generazioni vecchie e nuove. Questo è solo l’inizio.

Ispirato alle pratiche tradizionali della medicina orientale come l’agopuntura, l’ayurveda e lo yoga e le terapie complementari come la nutrizione e l’osteopatia, il primo ritiro del Remedy State si è concentrato sulla promozione della guarigione e del benessere in diverse forme.

L’evento della durata di quasi tre giorni è stato ospitato a Sa Talaia un agriturismo immerso nel verde e nella tranquillità vicino alla località di San Antonio, con un programma di incontrii e conferenze di medici di comprovata esperienza, alternati a pasti vegetariani, yoga, passeggiate nella natura, laboratori di respirazione.

Tra gli esperti presenti c’erano anche Norman Rosenthal, il medico  sudafricano che per primo ha scoperto il disordine affettivo stagionale (SAD), la forma di depressione associata ad ansia nota anche come summer o winter blues.
Lo psichiatara della Georgetown Medical School ha parlato di ciò che chiama “The Seventh Health Habit”, la meditazione trascendentale e i suoi effetti terapeutici su basi scientifiche.

 

Remedy State

Nel suo keynote speech, invece, Richard Barrett, un ex consulente della Banca Mondiale i cui lavori legano il concetto di creatività e benessere, ha affrontato tra i vari temi anche gli effetti degli ostacoli allo sviluppo emotivo nelle fasi evolutive adulte e il ruolo dell’anima in antitesi all’ego.

Il DJ e produttore Tom Middleton, ora ricercatore esperto di sonno, sound architect e ricercatore psicoacustico (studia le risposte psicologiche e fisiologiche associate al suono) ha coinvolto i partecipanti in un’esperienza acustica di 90 minuti di soundscapes da ascoltare in totale relax e con gli occhi bendati abbandonandati ai rumori dell’ambiente circostante.

In un secondo momento Middleton ha tenuto un discorso sull’importanza del sonno e sui piccoli accorgimenti che tutti possono fare per dormire meglio la notte, alcuni dei quali curiosi e divertenti.
Il suo consiglio numero uno? Investire in tappi per le orecchie personalizzati

Le persone hanno bisogno di qualcuno con cui parlare, e questo è ancora, sfortunatamente, un settore dominato dagli uomini. E agli uomini tradizionalmente non piace aprire e parlare dei loro problemi “, ha dichiarato Turner alla fine del primo weekend ufficile di ritiro del Remedy State.

L’aspetto più interessante dell’IMS di quest’anno è stata la quantità di uomini che si sono avvicinati a Mark Lawrence (amministratore delegato dell’Association for Electronic Music, ndr) a Blaise e a me dicendomi: ‘Grazie per averlo fatto, per essere riusciti a tirare fuori qualcosa di così profondoda me… perché non sosrei in grado di parlarne “.

La sfida ora,  sostiene Turner, è di garantire che il progetto Remedy State non rimanga soltanto un “bagno caldo”, un rimedio a breve termine ma soprattutto un metodo replicabile in altri posti e in altri luoghi per aiutare le persone ad affrontare e ad adattarsi ai propri cambiamenti personali nel lungo termine.