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Oltre 600 artisti in tutto il mondo si sono uniti a #MusiciansForPalestine a sostegno dei diritti dei palestinesi.

#MusiciansForPalestine – Dal 10 maggio, inizio degl’ultimi scontri, al 22 maggio, annuncio del cessate il fuoco, hanno perso la vita almeno 245 palestinesi e 12 israeliani mentre i feriti sono più di 1900. La guerra porta con sé solo morte e nessuno ne esce mai veramente vincitore. Oggi è però essenziale schierarsi con lo Stato di Palestina il quale da 73 anni subisce l’oppressione sistemica colonialista di Israele che continua a perseguire una politica d’apartheid e pulizia etnica nel silenzio quasi generalizzato del resto del mondo.

Il silenzio però, come recita la lettera aperta di #MusiciansForPalestine che vede tra i firmatari anche Roger Waters, Patti Smith e i Rage Against The Machine, non è un’opzione ma è complicità.

La lettera chiede a tutti i governi di smettere di sostenere in qualsiasi modo lo stato di Israele e i suoi crimini di guerra, mentre agli artisti di boicottare le istituzioni culturali complici del governo israeliano, sostenendo con fermezza il popolo palestinese per la libertà, la giustizia, la dignità umana e per quel principio di autodeterminazione dei popoli tanto caro a noi Europei, nato con la Rivoluzione francese e americana, riaffermato nella Carta Atlantica del 1941, poi nella Dichiarazione delle Nazioni Unite (1942) e ribadito anche nel 1946 sulla Carta delle Nazioni Unite che ne attribuisce una valenza universale.

La Lettera:

In solidarietà ed empatia, come musicisti, non possiamo tacere. Oggi è essenziale stare con la Palestina. Chiediamo ai nostri colleghi di affermare pubblicamente la loro solidarietà al popolo palestinese. La complicità con i crimini di guerra israeliani si trova nel silenzio, e oggi il silenzio non è un’opzione. Il silenzio non è un’opzione poiché il brutale bombardamento israeliano di Gaza assediata ha causato più di 245 vittime nelle ultime settimane. Il silenzio non è un’opzione poiché i residenti di Sheikh Jarrah nella Gerusalemme occupata sono continuamente costretti a lasciare le loro case. Il silenzio non è un’opzione poiché a milioni di rifugiati palestinesi viene negato il diritto collettivo al ritorno. Il governo israeliano gestisce un progetto coloniale di insediamento impegnato nella pulizia etnica della popolazione palestinese. Le eredità della violenza sistemica, del razzismo e dell’espropriazione modellate dal colonialismo devono cessare. Chiediamo a tutti i governi di smettere di finanziare tutte le risorse e le tecnologie che sostengono lo stato israeliano e i suoi crimini di guerra. Oggi parliamo insieme e chiediamo giustizia, dignità e diritto all’autodeterminazione per il popolo palestinese e per tutti coloro che stanno combattendo l’espropriazione coloniale e la violenza in tutto il pianeta. Ti chiediamo di unirti a noi con il tuo nome nel rifiutare di esibirti presso le istituzioni culturali complici di Israele e rimanendo fermo nel tuo sostegno al popolo palestinese e al suo diritto umano alla sovranità e alla libertà. Crediamo che questo sia fondamentale per vivere un giorno in un mondo senza segregazione e apartheid.

PALESTINA LIBERA

Il sostegno a #MusiciansForPalestine arriva anche da musicisti israeliani come Meira Asher, Ohal Grietzer, Jonathan Ofir e Michal Sapir che scrivono: “Desideriamo vivere e creare in una società democratica e pacifica, eppure Israele è uno stato coloniale che sottomette i Palestinesi alla brutale occupazione, assedio e espropriazione. Insieme a Musicians for Palestine rafforziamo l’appello dei nostri pari palestinesi ad astenersi dall’esibirsi in Israele finché Israele mantiene il suo regime di apartheid.”

Anche la musica elettronica non resta muta con il contributo delle firme di Nicolás Jaar, DJ Snake, LSDXOXO e VTSS in primis.

La lettera è stata inoltre accolta dal PACBI cioè la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele, già membro fondatore del Comitato Nazionale Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) che in una nota ringrazia e saluta ‘gli artisti, gli operatori culturali e le istituzioni artistiche che riconoscono il loro obbligo etico di non nuocere alla loro lotta non violenta contro il dominio coloniale di Israele per porre fine ai legami di complicità’.

Ecco un elenco parziale dei firmatari:

A-Trak, Aja Monet, Anwar Hadid, Black Thought & Questlove of the Roots, Caterina Barbieri, Chronixx, Colectivo LASTESIS, Cypress Hill, DJ Snake, Fred Wreck, Fousey, Habibi Funk, IAM, India Jordan, Joseph Kamaru (KMRU), Juliana Huxtable, Lowkey, LSDXOXO, Lyra Pramuk, Machel Montano, Marie Davidson, Majid Al Maskati, Mashrou’ Leila, Mustafa The Poet, Muqata’a, Nai Barghouti, NARCY , Nicolás Jaar, Noname, Owen Pallett, P-Thugg, Patti Smith, Pharoahe Monch, Rage Against The Machine, Roger Water dei Pink Floyd, Royce The 5’9, Dave 1 e P-Thugg dei Chromeo, Serj Tankian dei System of a Down, Rage Against The Machine, Run The Jewels, Talib Kweli, tUnE-YArDs, Thurston Moore dei Sonic Youth, Tim Hecker, VTSS, Zuli.

Per maggiori informazioni vai al sito musiciansforpalestine.com.

#freepalestine per una Palestina libera