Sample’s Chain. Quattro tracce, un solo filo conduttore, ovvero la linea di basso ideata da McFadden & Whitehead e ripresa, indirettamente o meno, da Pino D’Angiò, Madison Avenue e Flaminio Maphia.
McFadden & Whitehead – Ain’t No Stoppin’ Us Now
Quella di Gene McFadden e John Whitehead è una storia non particolarmente rara nel mondo della musica. Due menti geniali, due produttori di indubbio talento e contraddistinti da una cristallina capacità creativa, che passano alla storia per un guizzo, un solo acuto nonostante una carriera costellata di successi silenziosi.
L’acuto di cui parliamo è proprio la traccia in questione, “Ain’t No Stoppin’ Us Now“, una delle hit più riconosciute del panorama R&B, funk e disco internazionale. La traccia nel 1979, anno di uscita, ha raggiunto la vetta delle classifiche R&B statunitensi e ha riscosso notevolissimo successo a livello globale, in particolare in Irlanda, Regno Unito, Canada e Paesi Bassi. L’album da cui fu estratta fu classificato come disco d’oro e, proprio grazie a “Ain’t No Stoppin’ Us Now” i due artisti di Philadelphia ottennero partecipazioni al The Oprah Winfrey Show e al celeberrimo programma musicale Soul Train.
Quel che non molti conoscono è il resto della carriera di McFadden e Whitehead; una carriera costellata soprattutto di collaborazioni di lusso e produzioni di enorme successo. Anzitutto, i due vennero scoperti negli anni ’60 nientemeno che dalla leggenda del jazz Otis Redding, con il quale andarono in tour per diverso tempo, fino alla morte di quest’ultimo nel 1967.
Nel corso degli anni, poi, i due contribuirono a produrre canzoni per artisti del calibro di Gloria Gaynor, James Brown, Teddy Pendergrass, The Jackson 5, Stevie Wonder e moltissimi altri astri della storia della musica.
Se i nomi di McFadden e Whitehead non vi dovessero suonare familiari e se nemmeno “Ain’t No Stoppin’ Us Now” vi dicesse nulla, sarà sicuramente il giro di basso che accompagna pressoché tutta la durata della traccia a far suonare qualcosa nella vostra testa. Sì, perché è un giro che è stato ripreso da un’infinità di artisti nel corso degli anni.
Pino D’Angiò – Ma Quale Idea
Il primo artista italiano ad aver ripreso quell’iconico giro di basso fu Pino D’Angiò, appena un anno dopo l’uscita di “Ain’t No Stoppin’ Us Now”. La storia di D’Angiò è molto simile a quella di McFadden e Whitehead: genio artistico, paroliere notevole, numerosissimi album, talento fuori discussione ma ricordato principalmente per una canzone: “Ma Quale Idea“.
La traccia permise a D’Angiò di vendere due milioni e mezzo di copie solamente in Italia e di raggiungere un grande successo anche all’estero, soprattutto in Spagna. Da alcuni viene definito il primo rap europeo in assoluto, anche se l’impressione è che non basti l’accattivante parlata di D’Angiò per poter parlare di un rap. Quel che è certo è che uno dei massimi esempi di funk italiano, un brano che non aveva nulla da invidiare ai capolavori statunitensi dell’epoca.
“Fred Astaire al mio confronto era statico e imbranato” è solo una delle frasi della canzone a essere rimaste nella storia della musica da ballo italiana, ma D’Angiò deve il successo della propria canzone principalmente a quel giro di basso ideato da McFadden e Whitehead. E non è l’unico a dover ringraziare i due cantautori americani per l’enorme successo di una propria creazione…
Madison Avenue – Don’t Call Me Baby
A vent’anni esatti dall’uscita di “Ain’t No Stoppin’ Us Now” è una coppia di artisti australiani ad avere l’idea di riprendere quel basso: si tratta dei Madison Avenue, alias Andy Van Dorsselaer (produttore) e Cheyne Coates (scrittrice e voce).
I due sono durati molto poco insieme, appena cinque anni, ma in un periodo così ristretto sono riusciti a distinguersi molto anche a livello internazionale. “Don’t Call Me Baby” è in assoluto la traccia che li ha resi più famosi, oltre che la produzione da noi presa in considerazione in quanto contenente il famoso giro di basso in questione.
La canzone ha raggiunto posizioni estremamente alte nelle classifiche di numerosissimi Paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Grecia, Irlanda, Norvegia, Portogallo e, ovviamente, Australia e Nuova Zelanda. A dimostrazione del successo della traccia, nel Regno Unito riuscì a spodestare niente meno che “Oops!… I Did It Again” di Britney Spears dalla prima posizione.
Di nuovo, come per D’Angiò, l’incredibile successo è sicuramente da imputare alle sonorità ideate e riprodotte per la prima volta da McFadden e Whitehead. “Don’t Call Me Baby” è tuttora considerato uno dei più grandi successi della musica dance di tutti i tempi, in particolare degli anni ’90”.
Piccola precisazione: in questo caso il giro di basso è stato letteralmente campionato dalla canzone di Pino D’Angiò, il quale, invece, l’aveva solo riprodotto fedelmente da “Ain’t No Stoppin’ Us Now”.
Flaminio Maphia – Che Idea
C’è un motivo per cui non abbiamo considerato questa perla dei romani Flaminio Maphia come parte della “catena” che abbiamo creato. Il motivo è che la loro è una vera e propria reinterpretazione/parodia di “Ma Quale Idea” di Pino D’Angiò. L’intento parodistico è dimostrato, se ce ne fosse bisogno, dal video musicale della canzone, che rivisita in chiave comica famosi video di artisti come Neffa, Alex Britti, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Caparezza, Jovanotti e molti altri.