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In Kosovo sta sbocciando una nuova scena elettronica underground incredibile, di cui il resto del mondo non è a conoscenza.

Pristina, SERVIS club – immaginiamo solo per un attimo di non essere pienamente liberi di spostarci o viaggiare e quindi di vedere e conoscere. Ora, immaginiamo di amare la musica elettronica alla follia ma non poter ascoltarla, perché isolati dal resto del mondo. Aggiungiamo poi le mille difficoltà, anche recenti, dalla lotta per il riconoscimento, come paese, alle sfide politiche e sociali interne.

Questo è il limbo in cui ancora oggi galleggiano ragazze e ragazzi kosovari. Fortunatamente, è da un po’ di tempo che a Pristina, capitale del Kosovo, Leo Lumezi e il suo team stanno dando vita ad un ambiente underground, che sta avendo un impatto culturale immenso nella regione.

SERVIS
Leo fu uno dei primi, subito dopo la fine della guerra del Kosovo, all’inizio degl’anni 2000, a credere e investire sulla musica elettronica – la sua passione – aprendo una delle poche e rare organizzazioni clubbing del posto, l’Undersound Collective & Underclu

SERVIS

Qualche anno dopo, nel 2016, fondò SERVIS, insieme al socio Patrik Ukiq, che almeno nell’idea di partenza doveva essere un “semplice” club di musica Techno, dove già la prima difficoltà era proprio far approdare, in un certo senso, e riuscire a portare in qualunque modo artisti internazionali per far crescere il movimento.

Queste erano le premesse, ma poi SERVIS è diventato qualcos’altro: non più solamente un classico locale di musica, ma un vero polo d’attrazione per i giovani, le loro idee e la loro espressione.

Ma questo ce lo siamo fatti spiegare direttamente da Leo Lumezi che ci ha parlato della sua visione, della situazione odierna e in cosa consiste il suo progetto, il suo sogno che è già diventato realtà, ma che va supportato e alimentato costantemente.

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Beni Cufi photo

Ciao. È un piacere, Leo, averti su Parkett. Non tutti sanno che in Kosovo si sta sviluppando una scena club molto interessante, genuina e underground. Ma è anche vero che ci sono mille difficoltà. Raccontaci un po’ cosa sta succedendo.

Ciao a tutti e grazie per l’invito!

La scena club underground a Pristina iniziò subito dopo la fine della guerra nel 1999, quando il Kosovo ottenne la libertà. Dopo più di ventitré anni di oppressione e lotte da parte di attivisti, artisti, collettivi e organizzazioni, Pristina, la capitale del Kosovo, ha raggiunto una solida scena musicale underground. Ma questo è il passato – invece, ora la scena in Kosovo sta attraversando continui cambiamenti, cambiamenti che con mia sorpresa sono molto più visibili dopo i due anni di pandemia. In un paese di soli 1,87 milioni di abitanti, ma dove la maggior parte ha meno di 30 anni, una nuova scena rave sta sbocciando nei Balcani, non potrebbe essere diverso, e SERVIS sta facendo la sua parte.

SERVIS

Leo Lumezi & Legowelt

Infatti il clubbing nasce con una forte connotazione sociale. Allora, quanto è importante avere un polo controculturale non omologato, uno spazio libero di ascolto e confronto aperti, in questo momento, in Kosovo?

La nostra piattaforma indipendente vuole imporre il cambiamento attraverso il suono, l’attivismo e le sensazioni sulla pista da ballo e coltivare un ambiente non giudicante e premuroso, in cui ci sia l’espressione di sé, l’autoliberazione e il rispetto reciproco. Questa è stata una deduzione interna per noi: creare un tale spazio per i giovani del Kosovo, spazio che non potrebbe essere più isolato di così, considerando il duro regime dei visti che pesa sulle loro possibilità di essere notati e ascoltati allo stesso modo, in quanto pari e coetanei, in giro per la regione.

Quindi dal momento che tutto è politica. Tra il rilascio dei visti e l’insufficienza dei finanziamenti istituzionali, purtroppo, quanto è difficile organizzare eventi lì?

Credo che quando le persone possono ascoltare e ballare con la musica, la politica non ha più importanza sulla pista da ballo.

Alla fine della giornata c’è della bellezza nella scena dei rave in Kosovo o altrove, iniziati come rave illegali per diventare (per fortuna) oggigiorno riconosciuta per il suo impatto culturale. Dalle storie di giocoleria tra aeroporti al portare un artista internazionale a Pristina, all’autofinanziamento con scarso aiuto (proveniente principalmente dal settore privato nel nostro paese), purtroppo mancano ancora le politiche pubbliche a sostegno della scena underground. Ad ogni modo, finché la danza può diventare un atto politico quando viene negato il diritto umano fondamentale di viaggiare liberamente, continueremo con la nostra missione di cercare di portare il maggior numero possibile di artisti in un paese in cui i suoi giovani non possono viaggiare liberamente.

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Tuttavia, il sentimento comune è che l’appartenenza alla comunità LGBTQ+ nei paesi balcanici sia ancora oggi molto dura, tra pregiudizi, discriminazioni e violenze. Cosa ne pensi e cosa fai al riguardo, o è diverso in Kosovo?

La nostra piattaforma indipendente consiste nell’imporre il cambiamento attraverso il suono e l’attivismo: SERVIS lavora attivamente per creare spazi più sicuri nei luoghi che utilizziamo.

Non sono tollerati sessismo, razzismo, omofobia e transfobia.

SERVIS

Ma parliamo anche di musica. Che musica stai suonando al SERVIS? Come riesci a svolgere la direzione artistica?

SERVIS si concentra sulla musica techno e su una varietà di suoi sottogeneri, combinandola con degli elementi molto attraenti della scena musicale locale creando in questo modo un suo suono techno unico spinto da artisti come Learn Rama, Pandaudio, Genc Elezaj, ecc. La scena elettronica musicale sa essere molto complicata, poiché il consumismo e il glamour del clubbing spesso oscurano i valori e si può diventare facilmente sordi a questo. La nostra direzione artistica non è mai stata orientata in base a quanti follower e quanto siano instagrammabili gli artisti che invitiamo, ma a quanto è buona la loro musica e qual è la loro eredità.

Ma perché SERVIS, cos’è e cosa significa?

SERVIS è una piattaforma multidisciplinare con sede a Pristina che promuove i suoni dei club underground, fondata nel 2016 insieme a Patrik Ukiq. Principalmente SERVIS si concentra sull’organizzazione di eventi notturni nei club, portando avanti la scena della musica elettronica a Pristina, costruendo ponti con artisti e troupe regionali e internazionali, negli ultimi 20 anni, sia individualmente che come collettivo. Avviato come soluzione per servire la Tekkcommunity a Pristina, SERVIS si è evoluto negli anni fino a diventare un parco giochi per concetti creativi.

E buone intenzioni per il futuro? Come ogni intervista che propongo, ti lascio uno spazio aperto dove sei libero di dire cosa vuoi portare avanti un’istanza o condividere un pensiero.

Mentre ci siamo riuniti per combinare l’attivismo sociale con la scena dei club, possiamo solo sperare di poter continuare la nostra missione di promuovere gli artisti albanesi e la scena underground del Kosovo oltre i suoi confini. Crediamo fermamente che ci sia potere nella musica e noi ci immaginiamo nel nostro futuro facendo esattamente quello che stiamo già facendo anche e, attraverso l’aiuto di un po’ di attenzione internazionale verso la situazione sociale e politica in Kosovo, ad esempio grazie allo straordinario team di Parkett, permettendoci di condividere più della nostra semplice musica.

Grazie mille Leo.

Grazie a te, Nicola.

SERVIS

Scopri il progetto Servis-Fantazia, audio bar diurno e notturno a Pristina, una casa dedicata alla musica e ai bei momenti e tutti i fantastici festival di quella parte di mondo come il trittico albanese:  l’Epizode, l’ION Festival e l’UNUM.


ENGLISH VERSION

Ciao. It’s a pleasure, Leo, to have you on Parkett. Not everyone knows that a very interesting, genuine, and underground club scene is developing in Kosovo. But it is also true that there are a thousand difficulties. Tell us a little about what is happening.

Ciao a tutti, and thanks for the invitation!

The underground club scene in Prishtina started immediately after the war ended in 1999 when Kosova gained its freedom.  After more than twenty-three years of oppression and struggles from activist, artists, collectives, and organizations, Prishtina the capital of Kosova have achieved a  solid underground music scene. But, that’s the past – instead, now the scene in Kosova, is going through constant changes, changes which to my surprise are more visible after the two years of the pandemic. In a country of only 1.87 million, but where the majority are younger than 30 – it couldn’t be different than a blooming new rave scene in the Balkans and SERVIS is doing its part.

SERVIS

Clubbing was born with a strong social connotation. How important is it to have a non-homologated counter-cultural pole, a free space for listening and open discussion, at this moment, in Kosovo?

Our independent platform is to impose change through sound, activism, and dance-floor sensation. Cultivating a non-judgmental and caring environment where self-expression, self-liberation, and mutual respect. It came as an internal deduction for us to create such a space for the youngsters of Kosova, which couldn’t be more isolated as they are considering the heavy visa regime that weighs on their chances to be seen and heard equally as they’re peers and colleagues around the region.

So since everything is political. Among the issue of visas, and the inadequacy of international funding, unfortunately. How difficult is it to organize events there?

I believe that when people can listen to and dance with music, politics are not important anymore on the dance floor.

There’s beauty in it at the end of the day the rave scene in Kosovo or anywhere else, started as illegal raves to become (thankfully) nowadays recognized for its cultural impact. From stories of juggling between airports to bringing an international artist to Prishtina – to the stories of self-funding with little help mainly from the private sector in our country, unfortunately, public policies are still lacking to support the underground scene. Anyhow, for as long as dancing can become a political act when the basic human right of traveling freely is denied – we will continue with our mission to try and bring as many as possible artists to a country where its youth cannot travel freely.

SERVIS

However, the common feeling is that belonging to the LGBTQ + community in the Balkan countries is still very hard today, amidst prejudice, discrimination, and violence. What do you think and what do you do about it, or is it different in Kosovo?

Our independent platform is to impose change through sound and activism – SERVIS actively works on creating safer spaces at the venues we use.

Sexism, racism, homophobia and transphobia are not tolerated.

But let’s also talk about music. What music are you playing at SERVIS? How do you manage to carry out the artistic direction?

SERVIS is focused on techno music and a variety of subgenres of it, combining it with one of the most appealing elements as the local music scene can create its unique techno sound with artists such as Learn Rama, Pandaudio, Genc Elezaj, etc. The electronic music scene knows how to be very tricky, as consumerism and the glamorization of the clubbing scene often overshadow values – and can become easily deaf-toned. Our artistic direction was never oriented based on how many followers and how instagrammable the artists we invite are, but on how good their music is and what’s their legacy.

SERVIS

But why SERVIS, what is and what does it mean?

SERVIS is a Prishtina-based multidisciplinary platform promoting underground club sounds, founded in 2016together with Patrik Ukiq. Primarily SERVIS is focused on organizing club night events, bringing forward the electronic music scene in Prishtina by building bridges with regional and international artists and crews throughout the last 20 years individually and as a collective. Initiated as a solution to serve Tekkcommunity in Prishtina, SERVIS has evolved over years to become a playground for creative concepts.

And good intentions for the future? Like any interview I propose, I leave you an open space where you are free to say what you want to bring forward an instance or share a thought.

As we came together to combine social activism with the clubbing scene, we can only hope that we’ll be able to continue our mission to promote Albanian artists and Kosova’s underground scene beyond its borders. We strongly believe that there’s power to music, and we see our future doing exactly what we’re doing as well through the help of some international attention towards the social and political situation in Kosova – for instance, thanks to the amazing team of Parkett for allowing us to share more than just our music.

SERVIS

Thanks a lot Leo.

Thanks to you, Nicola.