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A due anni dall’uscita di “SCENERY” di Mattia Trani, edito da Pushmaster Discs, ecco “Scenery The Remixes”, fuori il 30 Giugno.

Nato in Italia, Mattia Trani ha sviluppato una passione per la musica elettronica fin da giovane e ha iniziato a sperimentare con la produzione musicale durante l’adolescenza.

Nel 2012, Mattia Trani ha fondato la propria etichetta discografica, Pushmaster Discs, che è diventata una piattaforma per le sue uscite personali e le collaborazioni con artisti di fama internazionale. Attraverso Pushmaster Discs si è affermato come curatore di musica elettronica all’avanguardia, pubblicando brani che hanno ottenuto il supporto di icone del settore come Jeff Mills, Laurent Garnier e Nina Kraviz.

Il suono di Mattia Trani è caratterizzato da ritmi incalzanti, melodie ipnotiche e una miscela distintiva di elementi classici e futuristici. Trae ispirazione da vari generi come techno, d’n’b, ed elettronica, creando un paesaggio sonoro unico che risuona sia tra gli appassionati dell’underground che tra il grande pubblico.
In occasione dell’uscita del suo nuovo Ep “Scenery The Remixes” noi di Parkett abbiamo avuto il piacere di farci raccontare questo disco, proprio da Mattia Trani.

Ciao Mattia, grazie per essere qui con noi oggi. Vorremmo parlare del tuo nuovo album “Scenery The Remixes”, dove alcune delle tue tracce sono state reinterpretate da artisti di spicco come Robert Hood e Luigi Madonna. Ma ci piacerebbe partire dall’inizio, dalle tue origini. 

Grazie a voi di Parkett per l’invito. Per quanto mi riguarda sono ormai da vari anni che sto dentro al music business, probabilmente sono sempre stato destinato a fare questo mestiere (quello del Dj/Producer) poiché sono figlio d’arte e dopo la scomparsa di mio padre continuo ogni giorno a dare il massimo per la musica. Faccio il Dj ormai da 15 anni e da una decina sono anche un producer. Ho pubblicato già due album e questo remixes in arrivo rappresenta il terzo, un traguardo per me molto importante e appagante.

Come pensi che la tua musica si sia evoluta nel corso degli anni, soprattutto da SCENERY? Ci sono dei cambiamenti che hai notato nel tuo approccio creativo?

Sono sempre stato legato molto all’old school di Detroit, ma con il tempo ho voluto evolvermi in qualcosa di più futuristico arrivando ad un vero e proprio stile più moderno: una nuova school di Detroit con sfumature Drum’N Bass e Warehouse/Acid fino ad arrivare all’Hard Techno Rave che è così in voga nei nostri giorni.

Da “Scenery” in poi posso dire con certezza che i BPM si sono alzati e quindi tutta la musica è diventata molto più veloce. Buon per me che ho sempre amato i ritmi veloci, dove mi sento libero nell’esprimermi tra la musica Jungle e la Powerdub.

Quali sono le tue principali influenze musicali e come si riflettono nel tuo stile da producer? 

E’ divertente perchè ho tantissime influenze musicali non per forza del mio mondo “techno”. Può sembrare strano ma la musica classica e il Jazz ispirano tantissimo i miei lavori e influiscono nella mie produzioni di musica elettronica. Recentemente è scomparso uno dei miei pianisti preferiti, il giapponese Ryuchi Sakamoto e mi ritrovo spesso ad ascoltare molta musica sia classica che sperimentale. Per il futuro sicuramente voglio approfondire il concetto di sound design e sperimentare in generale di più, non per forza con la cassa dritta e in 4/4.

Ma eccoci arrivati a SCENERY the Remixes, ci piacerebbe che ci raccontassi come è nato, partendo da “One More Step (Robert Hood Re-Plant)”. Come hai deciso di lavorare con Robert Hood? 

Avete presente quando fai la collezione di carte rare oppure un album di figurine? Metaforicamente parlando con il progetto Scenery The Remixes è accaduto la stessa cosa: mancavano delle figurine rare o degli artisti importanti e che rispetto per completare il puzzle dell’album, così finalmente l’ho fatto.

Robert Hood è la massima espressione del pensiero detroitiano, è l’artista che insieme a Jeff Mills ha avuto una visione rivoluzionaria della musica elettronica techno di Detroit. Ho deciso quindi di chiedergli un remix per una traccia del mio album e uno dei pilastri e fondatori della techno ha collaborato con il sottoscritto e per me è fantastico.

“Scenery (Ken Ishii Remix)” è un’altra traccia dell’album in cui hai collaborato con Ken Ishii. Cosa hai apprezzato del suo remix di “Scenery”? 

Ken Ishii è uno dei miei produttori preferiti di sempre se non probabilmente il mio preferito, il suo album “Jelly Tones” è pura poesia musicale e per me è sempre stato nel futuro rispetto agli altri artisti, un vero e proprio visionario. Sono contento che abbia scelto di remixare la main track Scenery ed il risultato è magnifico: un connubio perfetto fra il vecchio Ken e il nuovo Ken passando per i miei samples e la mia musica.

“One More Step ” è il risultato della tua collaborazione con Luke Slater (Planetary Assault Systems Remix). Come la vedi la sua versione remix ? 

Fra i produttori inglesi che piu rispetto sicuramente c’è Luke Slater. Luke per me è un pioniere della musica techno made in UK ed è la versione inglese dell’avanguardia di Detroit nella techno degli anni ’90. La sua versione di “One More Step” è proprio sua, subito riconosci la sua impronta: techno percussiva-tool minimalistica con un grande impatto ritmico.

La traccia “Videogame” è stata reinterpretata da Marcel Dettmann. Come è nata questa collaborazione ? 

Io e Marcel ci siamo incontrati la scorsa estate al cocorico, abbiamo suonato assieme e fu molto intenso. Suona sempre la mia traccia Nakba remixata da Zadig, così ne ho approfittato per dargli il mio album su vinile di persona e chiedendogli se fosse interessato a remixarne una. Lui ha accettato ben volentieri e quando ci siamo sentiti nei mesi successivi per concordare quale traccia remixare mi disse che era interessato a Videogame. Sinceramente non mi aspettavo che scegliesse una track Drum n Bass ma la cosa ancora mi ha sorpreso di più è stata che ha deciso di creare un rework lento e deep house a 122 bpm, mentre io mi aspettavo una versione techno. Ricordo ancora che ascoltai il suo remix in macchina tornato dal decibel festival di Firenze con il mio manager e la nostra reazione fu assurda: non mi aspettavo proprio una cosa del genere e tutt’ora più ascolto il remix più mi piace. Mancava proprio a questo album una traccia cosi lenta e deep, sono molto felice e ringrazio Marcel per questa visione che ha avuto, assolutamente sorprendente.

“No Future” è un’altra traccia che hai incluso nell’album. Come hai scelto di lavorare con Indira Paganotto ? 

Indira Paganotto, oltre essere un’amica da prima ancora del suo successo, rappresenta per me la regina della Psytrance oggi e quindi era necessario avere una sua versione di una mia traccia. Oltre a essere una track “spaccapista” in tutti i sensi mi piacciono molto le pause e l’intro che ha fatto utilizzando coerentemente tutti gli elementi della track originale di No Future.

Hai collaborato con Paul Ritch per il remix di “Biologic Horror”. Cosa ti ha colpito del suo approccio musicale e come descriveresti la sua interpretazione di questa traccia? 

Il remix di Paul Ritch è uno di quelli che mi ha sorpreso di piu in quanto è veramente potente. Paul è un grandissimo produttore, anche se molto sottovalutato, e probabilmente è uno di quelli che suono di più durante i miei djset. Non sbaglia mai: molto potente dritto ma di classe e qualche atmosfera viaggiante.

“Inner Hardships” è un remix realizzato da Luigi Madonna. cosa pensi che abbia apportato alla traccia originale con il suo remix acid? 

In questi ultimi mesi abbiamo suonato spesso insieme io e Luigi, lo stimo davvero molto. Sono pure stato da lui in studio ad Amsterdam dove vive e mi incuriosisce molto l’approccio coi modulari che Luigi ha. “Inner Hardships” è un la traccia più “breakkata” di SCENERY e Luigi l’ha resa acid. Io ne sono molto felice perchè mancava nel progetto questo tocco acido, regalando all’album un bilanciamento adeguato. Ma non si è fermato a questa versione. Infatti durante le innumerevoli jams in studio coi modulari, Luigi ha prodotto un’altra versione: più atmosferica e stile detroit. Una versione così di classe che era necessario pubblicarla. Et voilà.

La traccia “End of Days?” è stata remixata da Alignment. Cosa ti ha colpito del suo lavoro e come descriveresti l’atmosfera che ha creato nella versione remixata? 

Alignment oltre che essere un amico è uno dei miei produttori preferiti nell’ambito dell’hard techno moderna. La sua versione è fantastica perchè ha utilizzato i pad della versione originale ma con i suoi potenti sample e chord ha dato una versione ibrida Hard Trance di classe.

Hai collaborato con Lee Ann Roberts per il remix di “Biologic Horror”. Cosa ti ha spinto a lavorare con lei e come descriveresti la sua interpretazione della traccia?

Lee è un artista molto in hype al momento e ho voluto avere appunto una visione di una mia traccia in chiave hard – techno attuale e sono molto felice del risultato,lei ha lavorato sicuramente molto bene.

“Scenery ” è una reinterpretazione della tua traccia da parte di Fedele. 

Sono molto soddisfatto del remix di Fedele, che oltre ad essere un mio grande amico è un artista che stimo molto. Facciamo parte di due mondi diversi eppure il suo remix di “Scenery” è perfettamente in linea con quello che volevo/mi aspettavo: mi fa impazzire come ha stretchato il sample originale del chord e tutto il mood che è riuscito a creare a solamente 129 bpm.

Per il remix “Endless Optimism” Matgroove, K91 e Gianma Bln, loro invece chi sono?

Spesso all’interno della mia Academy su Patreon organizzo dei contest, ho voluto coinvolgere i miei studenti in “Scenery The Remixes” inviando le parti separate di “Endless Optimism” e chiedendo a tutta la classe di realizzare un remix. Il vincitore è stato Matgroove con il suo remix ipnotico e minimale ma pieno di dettagli nell’arrangiamento. Tutti i remix che mi erano stati mandati dai ragazzi erano molto validi cosi ho deciso di eleggere 3 vincitori e ho aggiunto quindi anche il talento cristallino di K91 e di Gianma Bln. Bisogna dare spazio ai giovani talenti: sono orgoglioso dei miei ragazzi!

In pochissimi anni sei passato da studente di pianoforte ad insegnante su Patreon. Cosa consiglieresti ad altri artisti emergenti che desiderano intraprendere una carriera nella musica elettronica? 

Di solito si dice che lo studente diventa poi insegnante, credo quindi che il mio percorso sia stato destinato a essere questo. Il pianoforte è uno strumento che mi accompagna da quando sono molto piccolo e continuo a suonarlo tutt’oggi. L’armonia è la chiave per la produzione musicale ed è cio che sto insegnando ai miei studenti su Patreon. E’ fondamentale conoscere e approfondire l’armonia riguardante tutte le note musicali, le scale, gli accordi semplici quali triadi e quadriadi per arrivare alle armonie piu complesse: tutto questo servirà un giorno per diventare un produttore completo sia nella musica elettronica che nella musica pop.

Se dovessi dare un consiglio agli artisti emergenti direi sicuramente di studiare tanto e di non accontentarsi mai.

Come gestisci il bilanciamento tra il tuo lavoro di produttore e le tue esibizioni dal vivo? Qual è l’aspetto che preferisci di entrambe le attività? 

E’ molto difficile gestire alla perfezione entrambe le cose, sicuramente posso dirvi che ci sono periodi dell’anno in cui mi prendo qualche weekend off oppure cerco di avere un mese libero in modo da concentrarmi sulle produzioni o eventualmente la scrittura di un nuovo album. Produrre ed esibirsi vanno di pari-passo e sono complementari. Viaggiando e andando in tour nei weekend e vedendo nuovi posti e situazioni, quando torno in studio sono sicuramente ispirato e mi rinchiudo a produrre. Durante la settimana vivo lo studio come un lavoro a tempo pieno e quindi mi piace recarmi in studio la mattina presto per viverlo come il mio ufficio personale.

Hai qualche progetto o obiettivo futuro che desideri realizzare nel prossimo futuro? Cosa possiamo aspettarci di sentire o vedere da te?

Al momento sono focalizzato a 360 gradi sul progetto Galactica Festival, ormai una realtà nel panorama italiano. Il festival è diventato molto importante, dati i numeri ed eventi sold out, e prenderà piede anche a livello internazionale, espatriando il brand a livello itinerante all’estero.

Oltre che essere nel team sono appena stato nominato label manager e A&R della neo nata Galactica Music, un progetto veramente grosso di cui ne sentirete parlare a brevissimo.

La tua musica è spesso descritta come “techno pura”. Qual è la tua visione della musica techno e cosa ti attrae di più in questo genere? 

Nel corso di tutti questi anni ne sono successe di tutti i colori, la techno è cambiata ed è passata attraverso tante sfumature, arrivando alla hard-techno/ Psy-trance passando per centinaia di sotto insiemi quali il ritorno dell’hardgroove oppure PowerDub/Warehouse e Acid : se devo fare un bilancio dopo tanti anni di carriera penso che la chiave sia mantenere la qualità alta e continuare a produrre/rilasciare musica Techno in ogni sottogenere. Parlavo di questo discorso con il produttore inglese DAX J (abbiamo una collaborazione in uscita su Monnom Black nei prossimi mesi ) pochi giorni fa durante una gig assieme. Credo che il filo conduttore che noi cerchiamo in generale sia appunto la ricerca dei suoni e non per forza la bomba da pista semplicissima che può essere fatta in poche ore coi samples oppure con suoni cheap e non ricercati.

Hai avuto esperienze di performance live in contesti non convenzionali o insoliti? Qual è stata la più strana o memorabile? 

Sicuramente ho apprezzato durante la pandemia il live che ho realizzato per i ragazzi di club in town/music platform a Putignano nella location del palazzo del principe oppure il progetto del 2019 con Townsound, in cui campionavo con il registratore i suoni organici della mia città Bologna. Mi piacerebbe ogni tanto continuare con questi live in cui si mischia arte e musica.

Oltre alla produzione musicale, sei anche il fondatore della label Pushmaster Discs. Come bilanci il tuo tempo tra la gestione dell’etichetta e la tua carriera da artista? 

Pushmaster è parte integrante di tutto il mio io, di conseguenza in ogni mio set si riflette quella che è la musica dell’etichetta e quello che uscirà nel futuro. Non è facile gestire tutte le cose assieme e infatti dedico ogni giorno alla label fin dal lontano 2012, a breve aprirò il catalogo digitale e fare uscire nuovi talenti, il processo è sempre piu in espansione!

Nel corso della tua carriera hai avuto delle sfide o degli ostacoli significativi da affrontare? Come sei riuscito a superarli e come ti hanno influenzato come artista? 

Vi ringrazio per questa domanda. Essere un artista nella nostra epoca vuol dire mettersi in gioco ogni giorno, cambiare percorso durante la carriera in atto oppure e cercare di reinventarsi sempre. La cosa più difficile non è tanto arrivare al successo ma rimanere in alto una volta arrivati. La chiave per riuscire a superare gli ostacoli è sicuramente fare dei bilanci in certi periodi dell’anno e ovviamente guardarsi allo specchio facendosi degli esami di coscienza oppure guardarsi dentro ed analizzare i propri errori, non siamo perfetti e dobbiamo migliorare sempre.

Come vedi l’evoluzione del suono techno nel futuro? Ci sono delle tendenze o dei nuovi sviluppi che stai seguendo da vicino? 

Vorrei porre all’attenzione un aspetto di ciò che ci circonda e mi preoccupa allo stesso tempo: con l’avvento dei social, vedi TikTok oppure le stories di Instagram, è sempre tutto più veloce e instant. ”Devi fare musica per 15 secondi” oppure “la tua musica e troppo complicata e ha troppi sviluppi” queste sono solo alcune delle frasi che mi sento dire spesso ultimamente. Mi chiedo quindi se è questo il futuro della techno: la tendenza sarà fare musica con un riff semplicissimo per 15 secondi e poi skip oppure avanti la prossima canzone?

Probabilmente sì e dobbiamo adattarci tutti al cambiamento, ma questo anteporre l’immagine sempre di più rispetto alla musica in sé (quello che dovrebbe essere il tema principale in questo caso) mi rende triste e pensieroso. Credo che l’evoluzione della musica techno sarà un ritorno alle origini in chiave 2.0, come la musica di LDS o di D.Dan , che propongono un evoluzione del lontano basic channel degli anni ’90 ma con un tocco più moderno e con nuovi drumkit evoluti a sound design futuristico. Se devo pensare alla techno in 15 secondi preferisco rimanere sul sound design probabilmente.

Qual è stata la lezione più preziosa che hai imparato nel corso della tua carriera musicale finora?

Cito i miei due detti preferiti che mi hanno accompagnato dal giorno zero e non mi abbandonano mai: “chi fa da se fa per tre” e “ il ferro va battuto finché è caldo”. A buon intenditor poche parole insomma.

Come artista che continua a spingere i confini della musica elettronica, Mattia Trani si è guadagnato la reputazione di una delle figure di spicco della scena techno italiana. La sua passione per l’innovazione, la dedizione al suo mestiere e la capacità di creare esperienze musicali coinvolgenti hanno consolidato la sua posizione come artista rispettato e influente all’interno della scena techno internazionale.

TRACK LIST

  • One More Step (Robert Hood Re – Plant)
  • Scenery (Ken Ishii Remix)
  • One More Step (Planetary Assault Systems Remix)
  • Videogame (Marcel Dettmann Remix)
  • No Future (Indira Paganotto Remix)
  • Biologic Horror (Paul Ritch Remix)
  • Hardships (Luigi Madonna Acid Mix)
  • End Of Days? (Alignment Remix)
  • BIologic Horror (Lee Ann Roberts Remix)
  • Endless Optimism (K91 Remix)
  • Scenery (FEDELE Re – Shape)
  • Endless Optimism (MatGroove Remix)
  • Inner Hardships (Luigi Madonna Remix )
  • Endless Optimism (Gianma Bln Remix)

“Scenery The Remixes” esce su tutte le piattaforme digitali il 30 Giugno.

ENGLISH VERSION

Two years after the release of “SCENERY” by Mattia Trani, published by Pushmaster Discs, here comes “Scenery The Remixes” out on June 26th.

Born in Italy, Mattia Trani developed a passion for electronic music from a young age and began experimenting with music production during his teenage years.

In 2012, Mattia Trani founded his own record label, Pushmaster Discs, which has become a platform for his personal releases and collaborations with internationally renowned artists. Through Pushmaster Discs, he has established himself as a curator of cutting-edge electronic music, releasing tracks that have gained support from industry icons such as Jeff Mills, Laurent Garnier, and Nina Kraviz.

Mattia Trani’s sound is characterized by driving rhythms, hypnotic melodies, and a distinctive blend of classical and futuristic elements. He draws inspiration from various genres such as techno, d’n’b, and electronica, creating a unique sonic landscape that resonates with both underground enthusiasts and mainstream audiences.
On the occasion of the release of his new EP “Scenery The Remixes,” we at Parkett had the pleasure of having Mattia Trani himself tell us the story behind this record.

Hello Mattia, thank you for being here with us today. We would like to talk about your new album “Scenery The Remixes,” where some of your tracks have been reinterpreted by prominent artists such as Robert Hood and Luigi Madonna. But let’s start from the beginning, from your origins.

Thank you to Parkett for the invitation. As far as I’m concerned, I have been involved in the music business for several years now. I was probably destined to pursue this profession (being a DJ/producer) as I come from an artistic background. After the passing of my father, I continue to give my all to music every day. I have been a DJ for 15 years, and for about ten years, I have also been a producer. I have already released two albums, and this upcoming remixes album represents the third one, which is a very important and fulfilling milestone for me.

How do you think your music has evolved over the years, especially since SCENERY? Have you noticed any changes in your creative approach?

I have always been strongly influenced by the old-school sound of Detroit, but over time, I wanted to evolve into something more futuristic, leading to a truly modern style: a new school of Detroit with Drum’n Bass and Warehouse/Acid nuances, eventually reaching the popular Hard Techno Rave sound of our days.

From “Scenery” onwards, I can confidently say that the BPM has increased, and therefore, the music has become much faster. It’s great for me because I have always loved fast rhythms, where I feel free to express myself between Jungle music and Powerdub.

What are your main musical influences and how do they reflect in your producer style?

It’s interesting because I have a lot of musical influences that are not necessarily from the “techno” world. It may seem strange, but classical music and jazz inspire my work a lot and influence my electronic music productions. Recently, one of my favorite pianists, Japanese Ryuchi Sakamoto, passed away, and I often find myself listening to a lot of classical and experimental music. For the future, I definitely want to delve into the concept of sound design and experiment more in general, not necessarily sticking to straight beats and 4/4 rhythms.

But now let’s talk about SCENERY the Remixes, and we would like you to tell us how it came about, starting with “One More Step.” How did you decide to work with Robert Hood?

You know when you collect rare cards or complete an album of figurines? Metaphorically speaking, the same thing happened with the Scenery The Remixes project: there were missing rare figurines or important artists that I respected to complete the album’s puzzle, and finally, I did it.

Robert Hood is the epitome of the Detroit mindset. He is the artist who, along with Jeff Mills, had a revolutionary vision of Detroit’s techno electronic music. So, I decided to ask him for a remix of one of the tracks from my album, and one of the pillars and founders of techno collaborated with me, which is fantastic.

“Scenery” is another track on the album where you collaborated with Ken Ishii. What did you appreciate about his remix of “Scenery”?

Ken Ishii is one of my all-time favorite producers, if not my favorite. His album “Jelly Tones” is pure musical poetry, and for me, he has always been ahead of other artists, a true visionary. I’m glad he chose to remix the main track, Scenery, and the result is magnificent: a perfect blend of old Ken and new Ken, incorporating my samples and my music.

“One More Step” is the result of your collaboration with Luke Slater (Planetary Assault Systems Remix). How do you view his remix version?

Among the English producers I respect the most, Luke Slater is certainly one of them. Luke, for me, is a pioneer of UK-made techno music and represents the English version of the avant-garde Detroit techno from the ’90s. His version of “One More Step” is truly his own, you can immediately recognize his imprint: percussive-tool minimalist techno with a great rhythmic impact.

The track “Videogame” has been reinterpreted by Marcel Dettmann. How did this collaboration come about?

Marcel and I met last summer at Cocorico, and we played together, which was a very intense experience. He always plays my track “Nakba” remixed by Zadig, so I took the opportunity to give him my album on vinyl in person and asked if he was interested in remixing a track. He gladly accepted, and in the following months when we discussed which track to remix, he expressed his interest in “Videogame.” Honestly, I didn’t expect him to choose a Drum n Bass track, but what surprised me even more was that he decided to create a slow and deep house rework at 122 bpm, while I was expecting a techno version. I still remember listening to his remix in the car on the way back from the Decibel Festival in Florence with my manager, and our reaction was absurd: I never expected something like that, and the more I listen to the remix, the more I love it. This album was missing a track that was slow and deep like this, and I am very happy and grateful to Marcel for this surprising vision he had.

“No Future” is another track you included on the album. How did you choose to work with Indira Paganotto?

Indira Paganotto, besides being a friend even before her success, represents the queen of Psytrance for me today, so it was necessary to have her version of one of my tracks. Besides being a “floor destroyer” in every sense, I really like the breaks and the intro she made, using all the elements of the original track “No Future” consistently.

You collaborated with Paul Ritch for the remix of “Biologic Horror.” What impressed you about his musical approach, and how would you describe his interpretation of this track?

Paul Ritch’s remix is one of those that surprised me the most because it is truly powerful. Paul is a great producer, albeit underrated, and he is probably one of those I play the most during my DJ sets. He never fails: very powerful and straight, yet classy, with some traveling atmospheres.

“Inner Hardships” is a remix done by Luigi Madonna. What do you think he brought to the original track with his acid remix?

In the past few months, Luigi and I have played together often, and I really admire him. I even visited his studio in Amsterdam where he lives, and I’m very intrigued by Luigi’s approach with modular synths. “Inner Hardships” is the most “broken” track on SCENERY, and Luigi turned it into an acid version. I’m very happy about it because the project was missing this acid touch, giving the album a proper balance. But he didn’t stop there. In fact, during the countless jams in the studio with the modular synths, Luigi produced another version: more atmospheric and in the Detroit style. It’s such a classy version that it had to be released. Et voilà.

The track “End of Days?” was remixed by Alignment. What impressed you about his work, and how would you describe the atmosphere he created in the remixed version?

Alignment, besides being a friend, is one of my favorite producers in the realm of modern hard techno. His version is fantastic because he used the pads from the original version but added his powerful samples and chords, creating a classy hybrid Hard Trance version.

You collaborated with Lee Ann Roberts for the remix of “Biologic Horror.” What motivated you to work with her, and how would you describe her interpretation of the track?

Lee is an artist who is currently very hyped, and I wanted to have her vision of one of my tracks in the context of current hard techno. I’m very happy with the result; she definitely did a great job.

“Scenery” is a reinterpretation of your track by Fedele.

I am very satisfied with Fedele’s remix, who is not only a great friend but also an artist I highly respect. We come from different worlds, yet his remix of “Scenery” is perfectly in line with what I wanted/expected. I’m amazed by how he stretched the original chord sample and the entire mood he created at just 129 bpm.

For the remix of “Endless Optimism,” Matgroove, K91, and Gianma Bln, who are they?

Within my Patreon Academy, I often organize contests and wanted to involve my students in “Scenery The Remixes.” I provided them with the separate parts of “Endless Optimism” and asked the entire class to create a remix. Matgroove emerged as the winner with his hypnotic and minimal remix, filled with intricate arrangements. All the remixes submitted by the students were impressive, so I decided to select three winners, including the crystal-clear talent of K91 and Gianma Bln. It’s important to give space to young talents, and I am proud of my students!

In just a few years, you transitioned from being a piano student to becoming a teacher on Patreon. What advice would you give to other emerging artists who aspire to pursue a career in electronic music?

It is often said that a student eventually becomes a teacher, and I believe my path was destined to be this way. The piano has been my companion since a very young age, and I continue to play it to this day. Harmony is the key to music production, and that’s what I teach my students on Patreon. It is crucial to have a deep understanding of harmony, encompassing all musical notes, scales, and basic chords such as triads and seventh chords, in order to delve into more complex harmonies. This knowledge will serve as a foundation for becoming a well-rounded producer in both electronic and pop music.

If I were to give advice to emerging artists, I would definitely encourage them to study extensively and never settle for less.

How do you balance your work as a producer with your live performances? What aspects do you prefer about both activities?

It is quite challenging to strike a perfect balance between the two. I can tell you that there are certain periods in the year when I take some weekends off or try to have a month free to focus on production or even work on a new album. Production and live performances go hand in hand and are complementary. Traveling and touring on weekends, experiencing new places and situations, inspire me greatly. When I return to the studio, I am filled with inspiration and immerse myself in production. During the week, I treat the studio as a full-time job, and I enjoy going there early in the morning to make it my personal office.

Do you have any upcoming projects or future goals that you would like to accomplish? What can we expect to hear or see from you?

Currently, I am fully focused on the Galactica Festival project, which has become a significant event in the Italian music scene. The festival has gained great importance, with sold-out shows and growing international recognition. We are expanding the brand to take Galactica Festival on the road abroad.

In addition to being part of the team, I have just been appointed as the label manager and A&R of the newly launched Galactica Music. It’s a massive project that you will hear about very soon.

Your music is often described as “pure techno.” What is your vision of techno music, and what attracts you the most to this genre?

Over the years, techno has gone through various transformations and has encompassed many sub-genres, ranging from hard-techno and psy-trance to sub-genres like hardgroove, power dub, warehouse, and acid. After many years in the industry, I believe that the key is to maintain high quality and continue producing and releasing techno music in all its sub-genres. I recently discussed this with English producer DAX J (we have a collaboration coming out on Monnom Black in the next few months) during a gig we played together. I think the common thread we seek is the exploration of sounds, rather than simply creating a basic dancefloor bomb using quick samples or cheap, uninspired sounds.

Have you had any experiences performing live in unconventional or unusual settings? What was the strangest or most memorable?

During the pandemic, I particularly enjoyed performing a live set for the Club in Town/Music Platform team in Putignano at the Prince’s Palace location. Additionally, in 2019, I worked on a project with Townsound where I recorded organic sounds from my city, Bologna, using a recorder. I appreciate these performances that blend art and music, and I would love to continue exploring such experiences from time to time.

In addition to being a music producer, you are also the founder of Pushmaster Discs label. How do you balance your time between managing the label and your career as an artist?

Pushmaster is an integral part of my identity, and as a result, the music of the label is reflected in my sets and what will be released in the future. It’s not easy to juggle everything, and I have been dedicating myself to the label every day since 2012. Soon, I will be opening the digital catalog and releasing new talents. The process is constantly expanding!

Throughout your career, have you faced any significant challenges or obstacles? How did you overcome them, and how did they influence you as an artist?

Thank you for this question. Being an artist in our era means challenging yourself every day, changing directions during an ongoing career, or constantly reinventing yourself. The most difficult thing is not so much achieving success but staying on top once you’ve reached it. The key to overcoming obstacles is to take stock during certain periods of the year and, of course, to introspectively analyze our mistakes. We are not perfect, and we must always strive to improve.

How do you envision the evolution of techno sound in the future? Are there any trends or new developments that you are closely following?

I would like to draw attention to an aspect that both concerns and worries me: with the advent of social media platforms like TikTok and Instagram Stories, everything is becoming faster and more instant. “You have to make music for 15 seconds” or “your music is too complicated and has too many developments” are just some of the phrases I often hear these days. It makes me wonder if this is the future of techno: will the trend be to create music with a very simple riff for 15 seconds and then skip to the next song?

Probably yes, and we all have to adapt to the changes. However, the increasing focus on image over the music itself (which should be the main theme in this case) makes me sad and pensive. I believe that the evolution of techno music will be a return to its roots in a 2.0 version, like the music of LDS or D.Dan, which offer a modern take on the distant sound of Basic Channel from the ’90s, incorporating futuristic sound design and new evolved drum kits. If I have to think about techno in 15 seconds, I would probably lean towards emphasizing sound design.

What has been the most valuable lesson you have learned in your music career so far?

I’ll mention my two favorite sayings that have accompanied me since day one and never leave me: “If you want something done right, do it yourself” and “Strike while the iron is hot.” A word to the wise is enough, as they say.

As an artist who continues to push the boundaries of electronic music, Mattia Trani has earned a reputation as one of the leading figures in the Italian techno scene. His passion for innovation, dedication to his craft, and ability to create engaging musical experiences have solidified his position as a respected and influential artist within the international techno scene.