Su Scuderia esce “This is Religion” di ADSR SPQR, nuovo progetto di Luciano Lamanna e Luca Mamone.
Facciamo un attimo il punto: Scuderia ha appena recentemente compiuto un anno e ha rilasciato una serie di dischi che hanno avuto gli effetti di un bombardamento in una guerra senza regole: prima l’LP “Warhorse“, poi il four-tracker “Techno Bulldozer” – entrambi rilasciati a inizio primavera – e ora cala il tris con il violento “This is Religion” di ADSR SPQR.
Il nome del progetto è un doppio acronimo che dice molte cose, dalla “geolocalizzazione” di SPQR, che rimanda all’orgoglio della scena romana e della lunga storia della Techno nella capitale, all’inconfondibile ambito di ADSR, che esprime la natura puramente elettronica del suono di questo disco – per chi non è addetto ai lavori, ADSR è la sigla dell’inviluppo “attack, decay, sustain, release” che nella sintesi elettronica descrive le varie fasi con cui si evolve un suono nel tempo.
Dietro ad ADSR SPQR c’è un duo, formato dall’implacabile Luciano Lamanna – che ha un lungo background in certe sonorità Rave, toccando qui apertamente anche sfumature Hardcore e Gabber – e Luca Mamone. Sì, proprio il tatuatore Luca Mamone, che oltre a stupire con l’inchiostro su pelle umana, abbonda di talento anche nella creazione di musica Techno.
Siamo quindi di fronte a tre brani che solo apparentemente sembrano spartani, perchè ascoltando con attenzione c’è una ricca articolazione in tutti e tre, come arrangiamento e come studio del suono. E c’è una certa complessità dietro alla coltre di distorsione.
La ricerca guarda al passato per le evidenti nuance old-school, ma oggi più che mai questo genere sta galoppando per i club di Roma. E si può dire che proprio questa parte di scena romana è tra i promotori del suono industriale che pervade, più in generale, gli ultimi anni della scena Techno tutta. I rimandi al periodo d’oro (gli ormai sottintesi anni ’90) sono tali da rispolverare anche un genere che sembrava dimenticato: la Gabber. Come sonorità siamo lì, mentre come velocità si tende più all’Hardcore. Che poi in “This is Religion” le sfumature Gabber non sono ridotte a manierismo, perchè c’è un qualcosa nell’aria, ascoltando i brani, che ci fa capire chiaramente che c’è un passato ed un presente, e il suono attuale è per forza di cose più maturo, prodotto meglio, dalla fase di produzione a quella di post-produzione.
Interessanti i sample di voce che spesso accompagnano gli attacchi squisitamente “gabberini”, anche se a un BPM più basso rispetto al canone di scuola olandese, i lead molto “buzzy” della title-track, hats e snares puramente 909. Ad ogni modo non siamo di fronte a un superficiale dualismo voce-cassa dritta e qualche facile temino catchy (altrimenti non ne staremmo qui a parlare), come in alcune stanche e trite produzioni del genere Gabber prima che la storia lo lasciasse indietro. Anzi, livello di sintesi “melodica” – è una parola impropria, ma è per intendere tutti quei suoni non percussivi che troviamo – il duo ha lavorato in profondità e non ha voluto consegnare un EP che semplicemente “picchiasse” in maniera fine a se stessa, anche se la primaria funzione è quella. I lead sono semplici e aggressivi, ignoranti come un coro da stadio e d’impatto come il fronte di una sommossa che avanza.
L’album è attualmente ascoltabile per intero su Bandcamp, e sono aperti i pre-ordini. Uscirà ufficialmente con l’inizio dell’estate, il 21 giugno, in formato vinile da 12″.