In occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro, “53 Degrees North PT. I & PT. II”, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Setaoc Mass, per la prima volta ospite di Parkett.
Il primo dei due EP della release è uscito la scorsa settimana e si compone di tracce chiaramente orientate al dance-floor, in cui riconosciamo il gusto per una techno propulsiva, scattante e dalla trama ricca e curata nei dettagli, firma del produttore inglese.
La seconda parte è in un certo senso la novità: se l’artista aveva, in precedenza centellinato le tracce sperimentali, inserendone una ogni tanto a chiusura dei suoi precedenti EP, con questo lavoro dedica l’intera seconda parte a “materiale non techno, un po’ più strano”.
Forse addirittura più interessante, Part II rende omaggio alle influenze che il mondo dell’ambient, dell’IDM e dell’elettronica hanno avuto sulla sua musica, regalandoci sei tracce in cui anche i titoli sembrano scelti con particolare cura.
Abbiamo chiacchierato con Setaoc Mass della scena passata e presente di Manchester, delle sue collaborazioni (e amicizia) con Cleric e Matrixxman e dei suoi progetti per il 2019. Ecco che cosa ci ha raccontato!
Ciao Sam e grazie di concederci questa intervista. Credo sia la prima volta per te su Parkett, quindi cominciamo dall’inizio. Da dove ha origine il nome Setaoc Mass?
Sì, è la prima volta in effetti e grazie dell’invito. Chi mi conosce personalmente sa da dove viene il nome, non voglio essere io a rivelarlo ed è facile da trovare.
Sei originario di Manchester e vivi a Berlino. Possono sembrare due città abbastanza diverse per quanto riguarda la loro scena musicale, ma ci sono sicuramente molte somiglianze a partire dal contesto industriale, da sempre ideale per lo sviluppo di un genere come la techno. Sei d’accordo? In che modo Manchester ha influenzato il tipo di musica con cui sei cresciuto e che poi hai prodotto? Ė cambiato qualcosa dopo il tuo trasferimento a Berlino?
Sono cresciuto in un villaggio a circa 30 miglia da Manchester, in campagna. Manchester vanta una storia molto ricca dal punto di vista musicale, dai Joy Division agli Stone Roses, Oasis e ovviamente la scena acid house dell’ Hacienda. Sono assolutamente convinto che tutto questo abbia avuto un certo effetto sulla mia musica. Prima di trasferirmi a Berlino, producevo già techno e musica sperimentale, quindi non direi che Berlino abbia cambiato il mio sound, è stato forse più trovare un posto dove potessi sentirmi libero di creare musica, paragonato a Manchester, con affitti più economici e la possibilità di non essere tenuto ad avere un lavoro full-time.
Come è la scena adesso a Manchester?
Manchester ha attraversato diverse fasi, la sua scena era particolarmente viva dieci anni fa con club come il Sankeys, Joshua Brooks o The Attic. Sfortunatamente molti di questi locali sono stati costretti a chiudere a causa dello sviluppo immobiliare e grandi organizzazioni come il Warehouse Project hanno avuto il sopravvento, imponendosi come unica realtà, poiché tutti sembravano voler andare a queste feste. Oggi molti cercano di distanziarsi, alimentando una sorta di scena underground: ci sono vari locali interessanti che fanno ottima musica, con promoter come Project 13, Meat Free ed altri, che con successo allargano i confini della scena musicale a Manchester.
Parliamo del tuo ultimo lavoro, “53 Degrees North PT. I & PT. II”. Innanzitutto, cosa significa il titolo?
Ah, credo che stessi guardando molti episodi di “True Crime” (ride). La seconda parte dell’album ha una sorta di significato nascosto, “Ghost in a rats cloak” (fantasma dal mantello di topo) si riferisce alle persone che fanno festa per svariate ore, cosa che spesso succede a Berlino. Gli altri titoli riguardano me invece … diciamo che guardando la mia discografia e i nomi delle mie tracce, è facile capire cosa stia accadendo nella mia vita.
Le due parti di questo lavoro sono abbastanza diverse, la prima con un sound più orientato al club e la seconda più sperimentale. Ci dici qualcosa di più su questo doppio EP? In una tua intervista passata, hai detto di fare musica essenzialmente per te stesso. Possiamo dire che questi siano, dunque, i due lati di Setaoc Mass?
Sì, assolutamente, è corretto. Non ho bisogno né voglio far piacere a nessuno con la mia musica ed è proprio per questo che ho voluto dedicare un lato di questo lavoro a materiale non strettamente techno, più strano in un certo senso. Nelle mie release precedenti, solitamente si trattava di una sola traccia alla fine di un EP, ma in questo caso ho voluto far emergere chiaramente che io sono fatto anche di questo, non solo tracce spacca-dancefloor. Produco un sacco di musica diversa e per questo è importante per me avere la mia etichetta SK_eleven, dove posso decidere liberamente cosa far uscire, senza che sia qualcun altro ad imporre la propria idea.
Sei un clubber? Ti piace fare festa e ballare o ti definisci più il tipo di artista che trascorre la maggior parte del suo tempo a produrre musica in studio?
Sono un clubber, faccio festa da quando avevo 15 o 16 anni. Ho l’esigenza di andare ad un rave ogni tanto, ora è sicuramente più difficile con i miei impegni, ma una volta al mese mi piace andare a ballare ed ascoltare qualcuno che suona. Devo dire che ho ridotto un po’ l’intensità con gli anni e sono diventato un pochino più ragionevole. (ride)
Hai suonato qualche volta nel nostro Paese, cosa ne pensi della scena in Italia?
Mi piace un sacco la scena italiana, si percepisce molta energia e passione. Il Paese ha anche un’ottima storia in termini di techno ed oggi ci sono diversi artisti davvero interessanti come Sciahri, Wrong Assessment e Diego Amura, giusto per fare qualche nome. Mi sarebbe anche piaciuto partecipare a quei rave illegali all’aperto che si facevano negli anni ’90 in Italia!
Parliamo di collaborazioni: quelle con Matrixxman e Cleric sono forse le tue più famose ad oggi. Sembra emergere un denominatore comune di amicizia, per quel che concerne la scelta degli artisti con cui decidi di collaborare. Sei d’accordo?
Sì, le collaborazioni sono una parte importante della mia carriera e tutte hanno una componente di amicizia. Cleric è il mio migliore amico da quando avevamo 11 anni: giocavamo alla Playstation insieme per ore, ma non avevamo mai pensato di far musica insieme: ognuno aveva il proprio progetto. Quando venne il momento di Clergy 010, release-traguardo della sua etichetta, abbiamo pensato “perchè no? Facciamo qualcosa insieme!” Ed è uscito alla grande! Con Charlie (M. Duff, aka Matrixxman, ndr.), da sempre nutrivamo rispetto reciproco per la musica l’uno dell’altro ed essendo entrambi a Berlino e spesso uscendo insieme, è nato tutto in maniera molto naturale. Siamo amici da parecchi anni adesso. Tutto ruota intorno all’amicizia in queste cose, senza egoismi, altrimenti non funziona.
C’è qualcun’altro con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Sì, ci sono sicuramente alcuni nomi e credo proprio che qualcosa di nuovo uscirà presto.
L’anno inizia per te con questa release, ci sono altri progetti del 2019 di cui vuoi anticiparci qualcosa?
Sì, uscirà un mio nuovo EP su Soma nei primi sei mesi dell’anno, poi SK11008 ed infine passerò gran parte del 2019 a lavorare su un particolare progetto, ma non voglio ancora rivelare nulla.
ENGLISH
SETAOC MASS: “I AM NOT JUST ABOUT DANCEFLOOR DESTROYERS”
Having just released his latest work “53 Degrees North PT. I & PT. II”, we had the pleasure of interviewing Setaoc Mass, for the first time guest of Parkett.
The first of the two EPs, out a few days ago, is made of four club-oriented tracks, where the artist’s very own taste for propulsive, fast and richly textured techno can easily be recognised.
The second part is even more impressive: if the Manchester-born, Berlin-based producer had added one experimental track here and there in some of his previous works, here an entire EP of this double release is dedicated to “weirder, non-techno stuff”. The second cut pays homage to his ambient, IDM and electro influences, with six brilliant tracks whose titles seem also particularly interesting.
We had a chat with the artist about the scene in Manchester, his collaborations (and friendship) with Matrixxman and Cleric, his label SK_eleven and his projects for 2019. Here’s what he told us.
Hello Sam and thank you for this interview. I think it’s the first time that we have you on Parkett, so let’s start from the basics. Where does the name Setaoc Mass come from?
Hey, yes it is, and thanks for having me. People that know me personally will know where the name comes from. I don’t want to tell people, they can find it out pretty easily.
You are originally from Manchester and live in Berlin. They might sound quite different cities in terms of the hype of the scene perhaps, but there are many similarities starting from their industrial background, somehow ideal for techno. Do you agree? How did Manchester influence the type of music you grew up with and then make? Did this change when you decided to move to Berlin?
I grew up around 30 miles outside of Manchester, in the countryside, kind of a farmers village. Manchester has a rich history in music, from Joy Division, to the Stone Roses, Oasis, and of course the acid house scene at the Hacienda. I think 100% it had a major effect on my music. Before I moved to Berlin, I was already making techno and experimental stuff, so it wasn’t as if Berlin changed my sound, it was more of a place of freedom to allow me to create a lot more than if I stayed in Manchester, due to cheap rents and not having to work full time.
How is the scene now in Manchester?
Manchester has gone through some phases now, it was a big 10 years ago with a thriving club scene, with Sankeys, Joshua Brooks, The Attic. Unfortunately a lot of these places closed due to development, and the big parties like Warehouse Project took over and kind of sucked nightlife out, as everyone wanted to go to these parties. Now a lot of people took a stand and started a more underground movement away from the big parties, now you have multiple cool venues doing amazing music, with promoters like Project 13, Meat Free and more which are pushing the boundaries of sound in Manchester.
Let’s talk about your latest work, 53 Degrees North PT. I & PT. II. First question, what do the titles mean?
I guess I was watching a lot of “True Crime” documentaries (laughs). And the second part has some hidden meaning, “Ghost in a rats cloak” is all about people that have been out partying too long, which is generally the case in Berlin, and the other titles are more related to me, which I think if you look at my discography and track names you can really tell what’s going on in my life.
The two parts are quite different, the first being more club-oriented and the second more experimental. Can you tell us a bit more about the idea behind this double EP? In one of your past interviews, you said that you make music first and foremost for yourself. Can these two parts be seen as two sides of Setaoc Mass, then?
Yes, that’s exactly true. I don’t need or want to please anyone with my music, and this is why I wanted to dedicate one whole record to my weirder non-techno stuff. Before it was always just one track at the end of an EP and now I wanted to make a statement that this is what I am about, not always dance-floor destroyers. I’m always making a lot of different music, and it’s great to have my SK_eleven label where I get to decide what’s on there, and it’s not dictated by someone else’s opinion.
Are you a clubber? Do you enjoy partying and dancing or are you the type of artist more into just making music in the studio?
I am a clubber, since I was 15/16 I was going to parties. I have to go to a rave every so often: now it’s more difficult with my schedule, but I always once a month will go for a dance and listen to someone play. I have definitely toned it down over the years and now I am slightly more sensible. (laughs)
You played a few times in our country, how do you feel about the scene in Italy?
I really like the Italian scene, always full of energy and passion, it has such a great history in techno and also now in the modern day there are a lot of great artists like Sciahri, Wrong Assessment and Diego Amura to name a few for instance .. Also, I would have loved to go to those illegal outdoor raves in the 90’s.
Let’s talk about collaborations, your most famous ones being with Matrixxman and Cleric. There seems to be an important element of friendship, when it comes to choosing who you want to collaborate with. Is this correct?
It seems that collaborations have happened a lot during my career so far, all with friendship. Cleric is my best mate since we were 11 years old, we would play Playstation together for hours, but we never made music together: it was always a separate thing we did. So when he offered Clergy 010 as a milestone for his label, we both thought “fuck it, let’s do it!” and it worked out well. With Charlie (Duff, aka Matrixxman, edit.note), we had a mutual respect for each other’s music, and at that time we were both in Berlin and hanging out and it flowed naturally. We’ve been good friends now for a number of years. It’s all about friendship with these things, and no ego in the studio, otherwise it isn’t going to work.
Is there anyone else you would like to collaborate with, in the near future?
Yes, definitely a few names and I think that something will happen soon.
2019 started for you with this amazing release, is there any other projects for 2019 that you want to share with us?
Yes, I will do another EP with Soma sometime in this first half, SK11008 and I am going to be spending most of the year on a special milestone too, but I don’t want to say anything just yet.