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Riconosciuto come uno dei principali pionieri della techno moderna, Shlomi Aber ha il tipico impatto dell’artista che rimane nella mente coi suoi motivetti che diventano veri e propri manifesti, difficilmente ingabbiati in un genere solo, la sua musica tocca una miriade di generi. Un commento preso da “Radio 1”, da una sua intervista, fornisce una visione più completa del perché le sue produzioni stanno colpendo un target di persone così ampio: “Non importa se è duro o morbido, il suono ha solo bisogno di toccare la vostra mente, corpo e anima allo stesso tempo. Questo è quello che io chiamo un ‘buon disco’.
Questo personale approccio, aggiunto ai 15 anni di esperienza in produzioni, prende influenze dal jazz, funk, minimal, acid, e in particolare dalla vecchia scuola di Detroit.

Noi di Parkett abbiamo voluto interagire con lui, e ci siamo accorti che un artista non è solo colui che getta nel mercato una quantità massiccia di ottima musica, ma è una persona che sa trasmettere qualcosa di positivo anche con una semplice chiacchierata.

Be as One, questa frase, queste parole, cosa significano.

Tutto ha avuto inizio circa 10 anni fa, come in una piccola famiglia, quando ho voluto creare qualcosa che avesse un approccio alle etichette diverso dal solito. L’idea consisteva nel raggruppare tutti i nostri artisti in modo che fossero supportati e diventassero come una famiglia…per essere Be As One.

Quali sono i progetti futuri della tua label? Cosa bolle in pentola?

Abbiamo  recentemente ingaggiato un paio di giovani artisti di talento, per i quali vedo un futuro molto roseo. Ci sono tanti nuovi produttori di talento là fuori che aspettano solo l’occasione giusta.

Quale è la peggior domanda che di solito ti fanno durante le interviste?

Mmh, bella domanda…bene, alla fine della giornata non ci sono pessime domande…solo risposte noiose.

Quale è la tua canzone preferita Israeliana?

Ooh…abbiamo trovato la peggior domanda! J

Come si sa, il lavoro di un musicista in studio è spesso dettato dagli stati d’animo: Freakside, We don’t fit, Sea of Sand con Guy Gerber, ricordi cosa hai provato quei giorni mentre nascevano in studio?

Sono d’accordo, ogni giorno porta nuovi stati d’animo, e nuovi stati d’animo portano diversi approcci alla musica, in particolare per gli artisti di musica elettronica. Possiamo avere una mentalità più ampia e aperta. Mi piace fare cose diverse in studio e sono ancora euforico nell’esplorare nuovi suoni e approcci. Per molti anni la gente continuava a chiedermi quale droga stavo usando quando ho creato “Freakside” ..: -) difficile da credere, ma ero dannatamente sobrio.

Come prediligi suonare un djset e quale strumentazione usi per un live?

Sto facendo soltanto dj set, soprattutto a causa del fatto che per me il vero live è uno palco pieno mentre si svolgono azioni reali, e non solo facendo clic sul pulsante del mouse del computer. Oggi, quando i confini sono molto grigi tra ciò che è il dj set e ciò che è un live, io preferisco rimanere con il modo originale di fare, sono dj da 20 anni ed è la mia più grande passione.

Da artista quale sei, vuoi pronunciare qualche parola sulla situazione politica di Israele?

Per quanto stia cercando di tenermi al di fuori dal caos…sfortunatamente, non è sempre possibile, soprattutto perché ho ​​ancora tutta la mia famiglia in Israele e ci aggiorna quotidianamente. L’umanità non impara mai dai propri errori e se ne lamenta fin dall’inizio della storia, quindi è un triste fatto naturale, e noi come musicisti dobbiamo vedere le cose in modo più chiaro e semplice, forse è il momento di coinvolgere più persone nella musica…più musica…e meno politica.

Hai viaggiato tutto il mondo per il tuo lavoro, un aggettivo per ogni continente? E dove vivresti a vita?

Vivo a Ibiza ora…e questo posto è esattamente dove voglio vivere…non potrei sostituire con nulla l’estate qui. Quando viaggiamo molto raduniamo molti amici durante il percorso settimanalmente. Mi piace il fatto di vederli tutti qui sull’isola durante l’estate, probabilmente l’unica città al mondo in cui una cosa del genere possa accadere. Senza contare che Ibiza è un posto fantastico con molti luoghi segreti e dopo essere entrato e uscito dall’isola, da 15 anni ancora mi sorprendo di ciò che c’è di nuovo qui.

Grazie mille Shlomi per questa fantastica chiacchierata.

Vi lasciamo al podcast massiccio di Christiano and Säure, aka Konplott, il cui costante desiderio di ricerca e sperimentazione sonora, ha spinto questi due ragazzi ad iniziare un nuovo progetto, che potesse rappresentare il loro lato musicale più dub e scuro. Be As One Imprint”, credette immediatamente in loro e decise di produrre la loro musica. Nel’ aprile del 2014 è uscito infatti “Fixed EP”, il loro primo ep su Be As One, che è immediatamente volato al primo posto nella Dub Techno Chart.

Konplott – Parkett Podcast #24 by Parkett Podcast on Mixcloud

English version

Be as One, What does mean this phrase, these words?

It is all started as a small happy family about 10 years ago when I wanted to create something which bringing some different approach to the labels usual way of being  back then, the idea is to get all our artists under one roof where  they can be supported and developed each other as a family.. to Be As One.

What are the future plans for your label? What’s cooking? What have you got up your sleeve?

Its exciting time for the label,  some great label nights  and few fantastic releases lined up from very interesting artists, we never following trends or trying to sign the “new cool” artists, the other way around…we trying to keep our own identity and going as far as possible from the usual makings.
We also recently sign a couple of young talented artists which I see a very bright future for them.  There are so many talented new producers out there that just waiting for the right opportunity.

What is the worst question usually during your interviews?

mmm .. good question .. 🙂 well .. at the end of the day there are no bad questions .. just boring answers .. 😉

What’s your favorite Israeli song?

Ooh…we found the worst question !

We know, the work of a musician in the studio is often dictated by moods: Freakside, We don’t fit, Sea of Sand con Guy Gerber, do you remember what you felt, during those days, while they were born in the studio?

I agree, every day bringing new moods, and new moods bringing different approaches to the music, especially for electronic artists where we can have a wider and more open minded way of doing things. I like doing different things in the studio, even if I’m not ending up releasing it I’m still enjoying exploring new sounds and approaches. For many years people kept asking me which drug I was using when doing “Freakside” .. 🙂 hard to believe but I was sober as hell.

How do you prefer to play a djset and what instrumentation do you use during a live?

I’m doing dj sets only, mainly because of the fact that for me real live is a full stage with making things live, and not just clicking mouse button  on a laptop .
Today when the borders are very grey between what is dj set and what is live, I prefer to stick with the original way of doing things, I’m djing since 20 years and that’s my biggest passion .

As an artist, what do you think about the political situation in Israel?

As much as I’m trying to keep myself outside of the mess…unfortunately ,it’s not always doable , especially as I still have all my family live in Israel and we updating on a daily base. The humanity never learn from its mistakes and keep repinning the same loop since the beginning of the history, so it’s sad natural thing, and we are as a musician seeing things in a more clear and easy way , maybe it’s time to get more people involved in music…more music…less politics .

You’ve traveled all around the world for your labor, an adjective for each continent? And where would you like to live?

I live in Ibiza now…and that’s exactly where I wanna live…wouldn’t replace my summers here with anything. As we travelling a lot we collecting many friends during the way on a weekly basis. I love the fact that I see them all here on the island during the summer, probably the only city in the world where such a thing can happen.
Not to mention that Ibiza is a fantastic place with many secret spots and after coming in and out from the island since 15 years I still keep and begin surprised from new things here.