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In occasione del FuoriFestival di Spoleto abbiamo avuto l’occasione di intervistare l’artista e scrittrice londinese.

Flora Yin-Wong è una musicista sperimentale e scrittrice londinese, con origini cinesi e malesi. Cresciuta nelle case popolari di Camden, le sue prime influenze spaziano tra le diverse sub-culture londinesi, dall’UK garage alle band indipendenti, passando per i club di Soho e Mayfair. Il suo lavoro combina field recordings, narrazioni e strumenti tradizionali come campane tibetane, yangquin e kemence processate ed elaborate da elementi elettronici. Con il tempo è riuscita a creare un’identità artistica e musicale forte ed innovativa, che le hanno permesso di esibirsi su palcoscenici come Berghain, Printworks, Berlin Atonal, Razzmatazz o Mutek Peru oltre ad essere ospite di realtà come Rinse Radio, NTS e Boiler Room.

Tra le varie uscite, il suo primo EP “City God” – ispirato alla tradizione taoista – è stato pubblicato nel 2016 su audiocassetta dall’etichetta newyorkese PTP, mentre il suo primo album “Holy Palm” è stato pubblicato su Modern Love in doppio vinile. Nel 2021 ha anche pubblicato il suo primo libro “Liturgy“, un lavoro che spazia tra narrazione e saggistica toccando temi come la religione, la mitologia moderna, i paradossi e le delusioni; mentre ad inizio 2023 ha lanciato la sua casa editrice ed etichetta indipendente “Doyenne“. Un’artista davvero a tutto tondo a cui abbiamo avuto la possibilità di fare qualche domanda, in occasione della sua esibizione al FuoriFestival di Spoleto.

Flora Yin-Wong

Ciao Flora e benvenuta su Parkett. Inizierei chiedendoti di raccontarci qualcosa in più di te e del tuo percorso artistico. Da dove nasce la tua passione per la musica e la scrittura?

Ho sempre avuto molti interessi diversi, ma immagino che la musica mi abbia sempre influenzato più di ogni altra cosa. Sono stata molto ossessionata con diversi generi, ma mi ci sono voluti anni, da adulta, per iniziare a creare qualcosa. La scrittura invece è arrivata molto prima e ho sempre amato la letteratura: artisti del calibro di Jorge Luis Borges, Yukio Mishima e Bulgakov hanno avuto una grande influenza su di me.

Nel tuo processo creativo, da dove trai ispirazione?

Ricordi, esperienze, traumi, sogni, l’oceano, le foreste, le città, la notte, la luna…

Ci sono artisti che ti hanno influenzato più di altri o altri che ti influenzano particolarmente in questo momento?

Penso che forse indirettamente, le band londinesi dei primi anni 2000 come Headless e Snow White e più tardi persone come Demdike Stare, Jacob Kierkegaard.

Hai un legame speciale con Spoleto, vista anche la tua residenza presso Mahler & LeWitt Studios nel 2021. Puoi raccontarci qualcosa in più della tua esperienza al Fuori Festival e del tuo rapporto con questo territorio?

Adoro Spoleto, è unica perché racchiude così tanta storia artistica ma anche perchè è una piccola città medievale italiana circondata da bellissime foreste sacre e montagne. Per questa edizione, mi è stato chiesto di esibirmi sulla terrazza dell’iconica Casa Menotti (fondatore del Festival dei Due Mondi di Spoleto ndr), ed è stato un onore, ma poi ho anche vissuto e collaborato per una settimana con il musicista Lamusa II e due talentuose ballerine Clotilde Cappelletti e Camilla Branchetti rispettivamente del paese e delle zone limitrofe. Abbiamo lavorato sul tema dei terremoti – molto sentito nella regione ed anche leagato alle esperienze di Clotilde. Le ho chiesto infatti di cantare per la performance dal vivo in cui io e Gianpaolo (Lamusa) abbiamo composto un pezzo di 20 minuti con due bassi elettrici ed altri componenti elettroniche.

Flora Yin-Wong

Recentemente hai lanciato la tua casa editrice ed etichetta “Doyenne”. Qual è la visione dietro questo progetto?

Ho fondato Doyenne come piattaforma editoriale ed etichetta sperimentale su piccola scala per riunire diversi artisti e mezzi espressivi a cui sono interessata, soprattutto rispetto a temi come le nuove forme, gli oggetti effimeri e il divino femminile. Dopo una cassetta, un libro e un’altra cassetta in arrivo, ci sarà un’uscita in metallo ispirata a un metodo di divinazione del folklore inglese del XIX secolo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Penso che le recenti collaborazioni dal vivo abbiano davvero aperto il mio processo creativo, quindi non vedo l’ora di lavorare con più musicisti e artisti multidisciplinari. Inoltre, il mio secondo album uscirà per Modern Love quest’autunno.

Flora Yin-Wong

ENGLISH VERSION

Hi Flora and welcome to Parkett! I would start by asking you to tell us something more about yourself and your artistic career. Where did your passion for music and writing come from?

I’ve always had a lot of different interests, but I guess music just always affected me more than anything else. I got very obsessive with different genres but it took me years into adulthood to start making anything. Writing came a lot earlier and I always loved literature – the likes of Jorge Luis Borges, Yukio Mishima, and Bulgakov were huge influences on me.

In your creative process, where do you get inspiration from?

Memories, experiences, trauma, dreams, the ocean, forests, cities, nighttime, the moon…

Are there artists who have influenced you more than others or others who influence you particularly at the moment?

I think maybe indirectly, early ‘00s London bands like Headless and Snow White and later on people like Demdike Stare, Jacob Kierkegaard

You have a special bond with Spoleto, also considering your residence at Mahler & LeWitt Studios in 2021. Can you tell us more about your experience at FuoriFestival and your relationship with this territory?

I really love Spoleto, it feels so unique as it holds so much history in the arts but is also such a tiny medieval Italian town surrounded by beautiful sacred forests and mountains. For this edition, I was initially asked to perform a solo show on the roof terrace at the iconic Casa Menotti which was an honor – but then also I was co-living and collaborating for a week with musician Lamusa II and two talented dancers Clotilde Cappelletti and Camilla Branchetti who are from the town and nearby respectively. We were working under the theme of earthquakes – well known in the region, and close to Clotilde’s experiences so I’d asked her to do the vocals for the live performance where me and Gianpaolo (Lamusa) had composed a 20-minute piece of two electric bass guitars and electronics.

You recently launched your own publishing house and label “Doyenne”. What is the vision behind this project?

I started Doyenne as a small-scale experimental publishing platform and label to bring together different artists and mediums I was interested in – especially within the ideas of new forms, ephemera and the divine feminine. After a cassette tape, book and another cassette on the way, there’ll be a metalwork release inspired by a 19th century method of divination in English folklore.

What are your future projects? Can you anticipate us something?

I think recently having had live collaborations has really opened things up for my creative process so I’m looking forward to working with more musicians and multi-disciplinary artists. My second album will be coming out on Modern Love this Autumn too.