Il dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano ha presentato il progetto SpotiGeM, dedicato all’analisi dei generi musicali nell’era delle piattaforme di streaming e di Spotify.
Il progetto SpotiGeM, realizzato da un team multidisciplinare del dipartimento di Informatica dell’Università Statale di Milano indaga la trasformazione del concetto di genere musicale nel processo di “piattaformizzazione” del consumo musicale operato da servizi di streaming digitale come Spotify, YouTube, Apple Music.
Esso si articola nello sviluppo di un tool, SpotiGeM Hub, e nella realizzazione di focus group con utenti Spotify. Lo strumento analizza in che modo le piattaforme di streaming musicale ri-mediano la relazione tra utenti ascoltatori, industria musicale e generi musicali. I ricercatori della Statale di Milano si sono interrogati su quale ruolo gioca il genere musicale nel mettere in relazione la filiera musicale (editori, etichette discografiche, distributori, aggregatori) con le piattaforme di streaming musicale.
Lo studio fa emergere la diffusione di pratiche di ascolto eterogeneo tra vari generi da parte degli utenti, facilitate dalle caratteristiche tecniche della piattaforma. Contrariamente alla “vulgata”, che vede il genere musicale scomparire in favore di pratiche di consumo frammentate, esso mantiene comunque una significativa centralità nelle preferenze di ascolto degli utenti complessivamente intese.
Emerge poi una forte relazione tra scoperta di musica nuova e social media. Molti utenti raccontano che i social media (soprattutto Instagram e TikTok) sono il contesto principale dove scoprire nuova musica. Radio tradizionali e videoclip musicali restano molto in background e legati a specifiche istanze (artisti emergenti per quel che riguarda i videoclip, e ascolto in macchina o legato a programmi specifici per la radio). I podcast emergono anche come pratica di frequente utilizzo di Spotify oltre all’ascolto musicale.
Alcuni dei risultati e conclusioni dello studio affermano che il genere musicale resta sempre attuale, e i social media sono il contesto principale dove i giovani tra i 19 e i 25 anni scoprono nuova musica, sorpassando radio tradizionali e videoclip musicali; le playlist giocano sempre un ruolo centrale, ma gli album non vengono relegati in secondo piano. Infine, le raccomandazioni, seppur utili, talvolta sono percepite come un ostacolo.
Questo progetto dunque ci offre un ampia panoramica su come il consumo musicale sia così cambiato in questo ultimo decennio, rendendolo più fruibile e di rapido accesso a tutti.