Il party dell’estate continua la sua maratona al Samsara di Riccione. Sunflower invita: Valentino Kanzyani.
Una stagione ricca di divertimento e grandi ospiti quella del Sunflower, nella quale gioia e colore fanno da protagonisti. A padroneggiare il dj booth, lo scorso 10 luglio, è stato il dj techno sloveno Valentino Kanzyani, con cui abbiamo fatto una piacevole intervista. Insieme a lui hanno condotto la festa gli immancabili Philipp & Cole, George e Marco Giorgino.
Abbiamo deciso di farci raccontare Sunflower da due punti di vista: quello del dj sloveno, amico storico della crew fiorentina, e quello del direttore creativo Samuel Scapigliati.
Groove incalzante, un buon mix tra house e techno, a tratti progressive, sono le caratteristiche di una festa che mette in primo piano il ballo e l’energia. Durante il party, il pubblico si sente davvero coinvolto, grazie alla musica avvolgente e all’animazione curata nei minimi dettagli. Con il più grande piacere abbiamo scambiato qualche battuta con Valentino Kanzyani, buona lettura!
Ciao Valentino, è un piacere averti qui su Parkett. Benvenuto!
Ciao ragazzi, un piacere anche per me.
Vorrei incominciare parlando un po’ delle tue origini e del tuo percorso d’inizio, di approccio alla musica e del contesto in cui hai avviato la tua carriera musicale nel tuo paese.
È una storia lunga iniziata in Slovenia precisamente a Capodistria, la mia città natale nel 1988/89, quando mi sono appassionato ai piatti dopo tanti anni di batteria e percussioni.
La scuola di musica era sempre piena di gente che voleva fare casino, quindi non c’era mai posto per iscriversi, l’unico modo era iniziare con la teoria musicale per 6 mesi e scegliere il clarinetto come strumento. Solo dopo due anni potevi finalmente suonare la batteria.
Sarà che doveva andare così. Mi è sempre piaciuta la musica e mi è sempre piaciuto ballare, per questo motivo mi sono spesso ritrovato a suonare i dischi già dal 1991. L’anno successivo è diventato un mestiere.
Nel 1988 per pura fortuna ho incontrato dei ragazzi nella mia città che possedevano due giradischi, un mixer e che compravano vinili in Italia di musica new beat, house e techno primordiale.
Dopo un breve incontro mi hanno invitato a casa loro e per 2 anni li ho frequentati per ascoltare e guardare cosa suonassero. Non avevo nessuna fretta, come con la batteria, ripensandoci capisco che era la strada giusta, sicuramente avevo molta più pazienza che con la batteria.
Dall’estate del 1992 già suonavo in una discoteca e da là ho fatto di tutto per portare la musica elettronica alla gente del mio paese.
Nel dicembre del 1995 aprì il mitico club Ambasada Gavioli e da lì è iniziata la mia carriera ad un livello più alto. Ho iniziato per anni a lavorare come booker, portando DJ di livello internazionale al locale, e successivamente ho iniziato anche io a sognare di diventare un DJ che viaggiasse per il mondo. Dopo aver lasciato l’Ambasada nel 1999 per poca professionalità, passione e compassione dei proprietari, l’anno successivo ho iniziato a girare il mondo. La storia è molto più complessa e spero un giorno di poterla raccontare per bene e farne un documentario.
Sei stato spesso definito come il maestro della musica techno slovena, ma sei anche grande amante dell’house music. Prima come dj e poi come produttore, ti andrebbe di elencarci le emozioni che provi quando suoni un genere piuttosto che l’altro?
È difficile tradurre e descrivere a parole l’emozione di cosa si prova a suonare musica di qualsiasi genere elettronico, sicuramente posso dire che non varia tra techno e house. Il fatto di suonarla ad altra gente è davvero un grande piacere, poterla sentire io stesso e farla sentire agli altri. Trasmettere e condividere emozioni che provo mentre ascolto la musica è un privilegio, soprattutto perchè ho la possibilità di trasmetterla al mio pubblico.
Con gli amici di Sunflower hai un rapporto storico e molto stretto, legato da musica, gioia e divertimento. Ci racconteresti l’esperienza che hai vissuto in questi anni?
È veramente un piacere immenso aver conosciuto ed esser diventato amico dei ragazzi del Sunflower già nel 2010 quando ho suonato per la prima volta alla loro festa Fragola al mitico Tenax di Firenze. Dalla prima volta si è instaurato un legame speciale che si è trasformato in una relazione inizialmente legata alla musica.
È sempre stato e sarà un piacere di ritrovarmi con loro, anche perché c’è molto di più che un semplice legame connesso alla musica, c’è anche la gioia e il divertimento, che alla fine ciò che ci ha accomunato fin dal principio, ma come vi dicevo è molto più profondo di questo. Anche per rispondere bene a questa domanda dedicherò ovviamente una parte nel mio documentario che ho intenzione di fare per raccontare al meglio questo legame.
Il tuo recente dj set al party Sunflower lo scorso 10 luglio è stato formidabile. Uno splendido incontro tra house e techno, con sonorità eclettiche e un groove incalzante. Ci racconteresti di più sulla tua selezione musicale, quello che ami e quello che invece eviti, le tue ispirazioni.
Mi piacciono tante cose che possono essere della mia epoca iniziale, come possono essere cose nuove che hanno quel feeling o quelle sonorità usate nei primi anni Novanta, però con una produzione attuale. Amo spaziare dalla deep house alla trance fino alla techno, usare cose break beat e mettere pezzi di genere come la speed garage inglese, o la techno, o house di Detroit e Chicago.
Apprezzo anche le produzioni di produttori rumeni, come mi piacciono cose della house newyorkese degli ultimi anni 80 o dei primi anni 90, così come la new beat del Belgio e la musica indefinita che suona la Triade in Italia nei club mitici come il Movida e Ranch. Ce ne sono moltissimi e, non saprei neanche dirvi come mai, tanti dischi li riconosco solo dalla copertina o dal disegno sulla label.
Il tuo fantastico percorso dietro i piatti ed il mixer è iniziato molti anni fa, di esperienza e di strada ne hai percorsa molta. Cosa pensi della scena clubbing attuale e cosa vedi nei prossimi anni nel mondo della notte?
Tanto traffico su autostrade e poche nuove strade per arrivare con calma a destinazioni interessanti. Però c’è sempre e ci saranno sempre le strade vecchie in cui, serve un po’ di più ad arrivare alla meta, ma regalano un paesaggio molto più caratteristico e piacevole per gente che sa apprezzare (e si anche risparmia sul pedaggio).
Il Samsara di Riccione, locale che è fortemente riconoscibile dalla sua struttura di colore bianco, durante questa festa, viene inondato di colori, piume, cappelli e collane colorate. Ed è proprio l’animazione uno dei punti forti di questo evento, dettagliatamente curata da Samuel Scapigliati, figura storica del Tenax e curatore del Sunflower con cui abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere.
Ciao Samuel! Che piacere conoscerti, benvenuto su Parkett.
Ciao a tutti, piacere mio.
Mi farebbe molto piacere partire, come spesso accade, dalle tue origini. Ti andrebbe di raccontarci quali sono stati i tuoi primi approcci al clubbing e cosa ti ha colpito fin da subito, per poi capire che emozioni hai provato quando hai iniziato questo percorso?
Il clubbing per me è stato un approccio istintivo, grazie a mio fratello che lavorava come p.r. nei floridi anni 90 all’Insomnia, ed è proprio li che mi sono fatto trascinare dal mondo della notte. Ho trovato nei club un modo per esprimermi e conoscere persone interessanti, ed a quei tempi nella night life, conoscevi la vera essenza delle persone. Non esistevano etichette, e questo mi dava una energia pazzesca.
Successivamente ho iniziato a lavorare al Tenax, come selector alla porta, dove ho avuto modo di conoscere Philipp e Cole. Due ragazzi che avevano ed hanno tutt’ora quella scintilla negli occhi, di chi ha deciso di creare una professione: far divertire le persone.
Di lì a poco iniziai a concentrarmi sul cuore pulsante del club ossia l’animazione e la parte creativa (luci, allestimenti ecc.). In sostanza, avere una visione di insieme e cercare di amalgamare il tutto.
Con il passare del tempo, mi sono creato un mio stile, andando a lavorare su materiali di riciclo, e tanto olio di gomito, per arrivare a creare qualcosa di unico che facesse sembrare l’uscita della animazione un vero e proprio momento artistico.
Credo sia importante dare ad un club che propone ricerca musicale, la stessa identica ricerca nell’immagine. E in questo Tenax mi ha dato la possibilità e la fiducia di potermi esprimere a pieno.
Sunflower oggi è notoriamente riconosciuto come un party davvero importante. Hai sicuramente un bel lavoro sulle spalle! Ti andrebbe di raccontarci dell’importanza che ricopre l’animazione in questa festa e quali sono i criteri nella scelta del tuo team? Quali sono i segreti per continuare a stupire sempre?
Voglio fare una premessa, la vera energia della festa sono le persone, e in particolare la passione che mettono Philipp e Cole in tutto ciò che fanno.
Il mio lavoro è importante, pensate che programmiamo almeno 5 mesi prima il “taglio” da dare al Sunflower, ovvero il tipo di immagine che vorremmo.
A quel punto iniziamo con la ricerca di ciò che serve. Dai materiali (per allestimento e costumi) fino al team di animatrici, che chiaramente deve avere dei requisiti fondamentali: il sorriso.
Un’altra cosa fondamentale è il “Dream Team” le persone che mi affiancano nella realizzazione materiale dell’animazione. “Marchino” detto “figlioccio” che mi supporta e sopporta, con la dote rarissima della calma, e Bianca detta “Bianchita“ con una sfrenata energia. A questo punto tutto è pronto, si tratta solo di dare vita allo spettacolo.
Stupire è una parola che sento dire spesso, in realtà credo che il segreto per fare sempre cose nuove, sia quello di non smettere mai di sperimentare, evitando il volgare e dare sempre un tocco di sé stessi in quello che facciamo.
Il party è caratterizzato da mille colori, temi floreali e idilliaci. Ci piacerebbe che ci raccontassi i motivi che vi hanno mosso verso questa scelta e dove pensi riuscirete ad arrivare con la vostra creatività?
Sunflower lo dice la parola stessa, è una festa che riporta all’estate, ai colori e al sole.
Quello che abbiamo fatto è stato reinterpretare il mondo etnico estrapolando i suoi colori, e la parte spirituale, mixandoli insieme per creare una vera e propria alchimia tra passato, presente e futuro.
Si, proprio di quest’ultimo posso svelare poco, sicuramente che non c’è solo l’estate, ma anche altre tre stagioni…
Per concludere ti andrebbe di darmi il tuo personale punto di vista su quella che è la gestione di un locale, di una serata vincente? Ti andrebbe di soffermarti sulle differenze gestionali per quanto riguarda una stagione estiva ed una invernale?
Personalmente credo che gestire un locale non sia uno scherzo, ci sono tantissime variabili, ma un punto fondamentale sia quello di creare un team di persone che hanno il giusto vibe.
Fondamentalmente è come avere un acquario, se inizi mettendoci acqua salata, e poi al suo interno metti pesci di acqua dolce, non funziona. Credo sia la stessa cosa per un locale (acquario), che decide di fare una serata di musica ricercata (acqua salata), e poi costruisci lo staff che adora la musica pop (pesce d’acqua dolce). “o viceversa”
In sostanza è la passione che muove tutto, ma credo che sia in tutti gli ambiti lavorativi la stessa cosa. Devo dire la verità, non saprei rispondere sulla gestione tra estivo e invernale, ma posso dire che a livello di gestione creativa, è più complicato l’estivo, in quanto si parla di spazi aperti, per esempio allestire diventa un lavoro molto grande, specialmente se si parla di una festa itinerante.
Grazie mille Samuel!
Grazie a tutti e grazie a voi per avermi intervistato!
Concludiamo invitandovi ai prossimi appuntamenti imminenti di Sunflower: il party del 24 luglio, che vedrà come main guest Alex Neri, accompagnato da Emiliano Marchini, Marco Giorgino e Philipp e Cole, e quello del 31 che vedrà affiancarsi ai due padroni di casa Riccardo Prosperi, David Brilli e FIMP.