Lo scorso gennaio ci siamo interessati ad AlphaTheta, il nuovo brand che quest’anno ha fatto il suo ingresso sul mercato con la promessa di proporre nuovi concept creativi per il Djing. Qualche giorno fa abbiamo avuto l’opportunità di vedere e ascoltare direttamente da SYREETA le potenzialità del nuovo mixer euphonia del brand. Si tratta di un rotary molto interessante, dal design elegante, con un cuore analogico e un’anima digitale che ci ha davvero sorpresi per la sua qualità sonora e per le potenzialità creative offerte agli artisti.Abbiamo visto il mixer in azione con SYREETA, un’artista che rappresenta molto più di una DJ: è anche producer e attivista. Grazie alla sua determinazione e alla fedeltà ai suoi valori, è riuscita a ispirare migliaia di persone, creando nel corso degli anni un seguito internazionale che l’ha resa un’icona.
SYREETA è una DJ e producer britannica. Nata a Birmingham e cresciuta nella scena londinese, si è presto fatta spazio in Europa e oltre Oceano grazie ai suoi set pieni di energia. In questi anni, infatti, ha partecipato a numerosi festival come Coachella (USA), Lost Village (UK), Piknik Electronique (Can), Glastonbury (UK), Kappa Futur (IT), Loveland (NL) e tanti altri.
SYREETA è nota come il volto di HE.SHE.THEY., il party organizzato all’insegna dell’inclusività. Il concept del party non ammette discriminazioni di alcun tipo e tutti i protagonisti possono sentirsi liberi di esprimersi, a prescindere dal loro orientamento o della loro provenienza. L’unica cosa che conta all’interno del party è il rispetto nei confronti degli altri partecipanti, sempre e comunque.
Il concept della serata, infatti, è stato più volte riproposto all’Amnesia di Ibiza, locale di debutto di questo grande esperimento di successo.
Molto scrupolosa e attenta al suono, SYREETA è stata scelta da AlphaTheta per partecipare come DJ al lancio del nuovo mixer euphonia all’evento esclusivo organizzato dall’azienda a Milano il 19 giugno. Noi di Parkett eravamo presenti e abbiamo avuto l’onore di intervistarl
Ciao SYREETA, benvenuta su Parkett! Grazie per averci dato l’opportunità di intervistarti. Vorrei iniziare chiedendoti come stai e come è iniziata la tua stagione estiva?
Sto molto bene, grazie! La mia stagione estiva è iniziata a Ibiza. Ero all’IMS, il summit internazionale della musica e ho avuto l’occasione di suonare con Juan Atkins, che è un eroe della techno di Detroit. Quindi, direi che è iniziata nel migliore dei modi.
Parliamo ora della tua musica. Il tuo suono è cambiato molto negli anni, passando da set più ro-minimal a una tendenza più house. Com’è avvenuta questa evoluzione e qual è la direzione che sta prendendo la tua musica adesso?
Ho iniziato con un suono più ro-minimal e ho avuto l’opportunità di suonare per MIXMAG e Smirnoff per una campagna paritaria per le donne. Ho dovuto cambiare il tipo di musica che suono per diventare più appetibile per il pubblico. Da lì ho ricercato e adattato suoni e generi diversi, e ho amato tutto.
Ma io, dentro di me, cambio il mio mood e vado dalla tech house, alla deep house, alla classic house. E sì, mi piace semplicemente che l’umore cambi. Penso che resterà così e penso che ogni persona evolva sempre nei gusti.
Il mixer rotativo è generalmente associato agli anni ’80 e ’90 e alla house music, ma con questo mixer è possibile combinare naturalmente suoni analogici e digitali ed esplorare altre sonorità. Come ti sta aiutando questo mixer a rendere il tuo set più fluido e perché lo consiglieresti ai tuoi colleghi?
Sono una grande fan dei mixer rotativi. La loro artiginalità, storia e il suono analogico e autentico che producono mi hanno sempre affascinata. Ti fanno mixare in un modo completamente diverso. L’euphonia, grazie a questa sua anima un po’ analogica e un po’ digitale, ha un suono incredibile, caldo e ricco. Ogni singolo brano che ho passato sul mixer suona migliorato rispetto alla sua forma originale e le frequenze armoniche sono semplicemente magnifiche.
Penso sia dedicato principalmente a coloro che sono disposti a esplorare questo nuovo concetto, agli artisti e agli appassionati che hanno una passione per la qualità del suono. È perfetto per chi ama la sensazione dei rotary e apprezza le moderne caratteristiche del digitale perché offre il meglio dei due mondi in un’esperienza di mixaggio unica e coinvolgente.
SYREETA, tu hai suonato e appartieni a diversi luoghi. Pensando a Ibiza e Berlino, così diverse, così opposte. Se dovessi sceglierne una, quale sarebbe la tua scelta?
Beh, ho la sensazione che Ibiza fosse come Berlino ai tempi in cui non c’erano i telefoni. Perché quando mi piaceva nel duemila, quando mi separavo dall’Amnesia, era tutto: non c’erano telefoni, era solo una questione di atmosfera, divertimento, energia, DJ, musica. È sempre stato questo il problema. Tutti si scambiavano amore.
Poi i social media sono diventati sempre più popolari, e penso che sia lì che tutto è cambiato. Adoro la magia dell’isola di Ibiza ancora adesso, adoro suonare lì. Ma suonare a Berlino è un’esperienza completamente diversa, dove puoi davvero essere creativo anche con la tua musica. Lì, infatti, le persone sono lì solo per la musica e non per le foto e l’immagine.
Pensi che le policy no foto\video alle feste siano un fattore positivo o una sorta di libertà concessa per comprare i biglietti?
Capisco e apprezzo che le persone vogliano registrare i momenti che vedono, ma penso che i migliori ricordi che hai come essere umano non siano mai quelli filmati. Sai, le cose migliori che ti accadono nella tua vita, non puoi catturarle.
Voglio passare alla festa, la tua festa: HE.SHE.THEY. Come è nata l’idea e quali sono i valori fondamentali di te come artista e quelli di questa festa?
Ricordo di aver visto un video sui social media di questa festa di sei mesi prima e ho pensato: questo è il tipo di festa per la quale voglio suonare. Riguardava l’inclusione, riguardava la diversità, era sul non giudizio, e questo è tutto ciò che sostengo, soprattutto essendo una donna queer. Quindi, poter suonare per loro dopo un anno dal loro anniversario è stato magico.
Sono con loro ormai da quattro anni, e sento di poter dire che siamo cresciuti insieme. Ho sperimentato club in cui probabilmente non avrei suonato in quel momento, all’inizio della mia carriera. Adoro quello che stanno facendo per la scena e riuniscono persone di comunità emarginate per esserci e godersi la musica. Quindi sì, ed è bello suonare per una festa in cui puoi entrare ed essere il tuo autentico sé. Molto.
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SYREETA: not just a DJ
SYREETA is many things: DJ, producer, activist. Thanks to her willingness to express herself and believe in her values, she has been able to inspire thousands of people and build an international following over the years, which has made her what she is now: an icon.
SYREETA is a British DJ and producer. Born and raised in London scene, she quickly made her mark in Europe and overseas thanks to her energetic sets. In recent years, in fact, sha has participated in numerous festivals such as Coachella (USA), Lost Village (UK), Piknik Electronique (Can), Glastonbury (UK), Kappa Futur (IT), Loveland (NL) and many others.
SYREETA is known as the face of HE.SHE.THEY., the inclusive party. The concept of the party does not allow discrimination of any kind and in which all the protagonists can feel free to express themselves, regardless of their orientation or origin. The only thing that matters within the party is respect towards the other participants, always and in any case.
HE.SHE.THEY., in fact, has been proposed several times by Amnesia in Ibiza, the debut venue of this great successful experiment.
Very scrupulous and attentive to sound, she was chosen by Pioneer to participate as a DJ at the launch of the new euphonia mixer at the Alphateta event in Milan on 19th of June. We at Parkett were also present and had the honor of interviewing her.
Hi SYREETA, welcome to Parkett! Thank you for giving us the opportunity to interview you. I would like to start by asking you how you are and how did your summer season start?
I’m very well thanks! My summer season started in Ibiza. I was at IMS, the international music summit and I had the chance to play with Juan Atkins, who is a Detroit techno hero. So, I’d say it’s off to a great start.
Let’s talk about your music now. Your sound has changed a lot over the years, going from more ro-minimal sets to a more house trend. So how have these changes evolved and which direction is your music taking now?
I started with a more ro-minimal sound and had the opportunity to play for MIXMAG and Smirnoff for an equality campaign for women. And I had to change the type of music I play to become more appealing to the public. From there I adapted different sounds and researched many different sounds and genres, and I loved it all.
But, inside of myself, I change my mood and go from tech house, to deep house, to classic house. And yes, I just like the mood to change. I think it will stay that way and I think that each person’s tastes always evolve.
The rotary mixer is generally associated with the 80s and 90s and house music, but with this mixer you can naturally combine analog and digital sounds and explore other sounds. How is this mixer helping you make your set run smoother and why would you recommend it to your colleagues?
I’m a big fan of rotary mixers, I’ve always been fascinated by their craftsmanship, history and the authentic analog sound they produce, which makes you mix in a completely different way. But thanks to its partly analogue and partly digital soul, the sound of euphonia is incredible, so warm and rich. Every single song I’ve played on the mixer sounds improved from its original form and the harmonic frequencies are simply magnificent.
I think it is mainly dedicated to those who are willing to explore this new concept, to artists and enthusiasts who have a passion for sound quality. It’s perfect for those who love the feel of rotaries and appreciate the modern features of digital because it offers the best of both worlds in a unique and immersive mixing experience.
SYREETA, you have played and belong to several places. Thinking about Ibiza and Berlin, they are so different, they are so opposite. If you had to choose one, which is your choice?
Well, I have the feeling that Ibiza was like Berlin in the days when there were no telephones. Because when I liked it in 2000, when I separated from Amnesia, it was everything. There were no phones, it was just a question of atmosphere, fun, energy, DJs, music. Everyone exchanged love. And then social media became more and more popular, and I think that’s where everything changed.
I love the magic of the island of Ibiza even now, I love playing there. But playing in Berlin is like a completely different experience, where you can really be creative with your music too. There, in fact, people are there only for the music and not for the pictures and images.
Do you think the policy of no photo\video for parties is a very good thing or is it some kind of freedom to buy tickets?
I understand and appreciate that people want to record the moments they see, but I think the best memories you have as a human being are never the ones filmed. You know, the best things that happen to you, your life, you can’t capture them.
I want to talk about the party, your party: HE.SHE.THEY. How did the idea come about and what are the core values of you as an artist and of this party?
I remember seeing a video on social media of this party from six months earlier and thinking: this is the kind of party I want to play for. It was about inclusion, diversity, non-judgment and this is all of which I support, especially being a queer woman. So, being able to play for them a year after their anniversary was magical.
I’ve been with them for four years now, and I feel like I can say that we’ve grown together. I’ve experienced clubs that I probably wouldn’t have played in at the time, early in my career, and I love what they’re doing for the scene and bringing together people from marginalized communities to be here and enjoy the music. So yeah, and it’s nice to play for a party where you can come in and be your authentic self. A lot!
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Alessandra Bianchini
Gaia Corallo