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Era il 12 agosto 2017 quando Niccolò Ciatti moriva in seguito ad una violenta aggressione da parte di 3 ragazzi ceceni in una discoteca di Lloret de Mar (Spagna).

Come riportano le cronache, la giustizia per Niccolò Ciatti deve ancora fare il suo corso: uno degli aggressori al momento risulta in carcere in Spagna in attesa del processo, mentre gli altri due sono indagati a piede libero.

Una vicenda drammatica che adesso vede la famiglia di Niccolò Ciatti impegnata sul fronte legale dove, per ovvi motivi, sta affrontando ingenti spese.

Per questo motivo il Tenax ha deciso di ribattezzare il suo primo evento del 2018, previsto per sabato 6 gennaio, con il titolo “Tenax & Friends per Niccolò Ciatti”: un’iniziativa in cui parte del ricavato sarà devoluto alla famiglia di Niccolò Ciatti a sostegno delle spese legali.

niccolò ciatti

“Niccolò Ciatti aveva soltanto 22 anni, viveva a Scandicci ed era un affezionato frequentatore del nostro club” – affermano i soci del Tenax – “con questa iniziativa, che abbiamo deciso di organizzare di comune accordo con la famiglia e con gli amici di Niccolò, ci auguriamo di tener viva la memoria di questo ragazzo che, come tanti altri ragazzi e ragazze, quella sera si trovava in discoteca soltanto per divertirsi. Durante la serata sarà possibile contribuire ulteriormente alle spese della famiglia Ciatti con delle donazioni libere in un’apposita postazione”.

Per l’occasione abbiamo voluto rivolgere qualche domanda al padre di Niccolò, Luigi Ciatti, a distanza di qualche mese da quel tragico 12 agosto 2017.

C’è bisogno di una maggiore educazione da parte di genitori/parenti o di un incremento culturale dell’intera comunità in cui viviamo, affinché vi sia più responsabilità?

Sicuramente molti ragazzi di oggi non riescono a vivere la compagnia e l’amicizia come andrebbe vissuta. L’indifferenza dimostrata da tanti giovani durante il pestaggio di Niccolò mi lascia ancora tanta amarezza, forse perché se tutti si fossero ribellati mio figlio sarebbe ancora vivo. Il destino di Niccolò poteva essere quello di una qualsiasi altra persona lì presente.

Al momento del drammatico accaduto, ricordiamo la grandissima attenzione dei media rivolta alla vicenda. E’ un’impressione o la gente continua a dimostrare vicinanza e umanità nei confronti di suo figlio?

Fin dal primo momento, e ancora oggi, abbiamo intorno a noi tante persone che conoscevamo e che non conoscevamo e che si sono strette intorno a noi con tanta solidarietà e tanto amore.

Ritiene colpevoli allo stesso modo i responsabili dell’aggressione e gli innumerevoli giovani che filmavano in maniera amatoriale senza pensare minimamente di intervenire?

Credo che nella mia prima risposta sia chiaro il mio pensiero. Se i molti che hanno ripreso il pestaggio fossero intervenuti mio figlio si sarebbe potuto salvare. Se gli addetti alla sicurezza quella sera fossero stati un po’ più “presenti” probabilmente non sarebbe successo nulla di grave.

Cosa ne pensa dell’iniziativa del Tenax di Firenze? Secondo lei, iniziative di questo genere possono servire a livello mediatico per riaprire un dibattito serio sui problemi dell’industria del clubbing in Italia?

Sicuramente questo evento di sabato può essere uno dei tanti modi per sensibilizzare i giovani e per dimostrare che, se l’organizzazione mette a disposizione degli addetti alla sicurezza seri e competenti, possono passare una serata in tranquillità divertendosi.

Nel corso di questi mesi avrà sentito migliaia di frasi pronunciate da tante persone. Ricorda qualcosa in particolare che l’ha colpito?

La vicinanza di tante persone che tutte insieme chiedono giustizia per Niccolò è un segnale molto importante per noi. Il girarsi intorno e vedere striscioni (Giustizia per Niccolò), macchine o negozi con gli adesivi attaccati (Giustizia per Niccolò) vuol dire che un segno mio figlio lo ha lasciato. Su Facebook abbiamo un gruppo con 30.000 iscritti e la nostra petizione su Change.org ha raccolto 230.000 firme, penso che questo sia significativo.

Quale messaggio vuole inviare ai giovani che – come suo figlio – volevano soltanto cercare svago in una serata in discoteca?

La discoteca è un luogo di divertimento dove si va per ballare, divertirsi e per stare in compagnia come amava fare Niccolò. Io dico semplicemente che abbiamo una cosa preziosa e unica che è la nostra vita e quella degli altri. Non si può tornare indietro per cui pensate, ragionate prima di fare sciocchezze: basta un niente per rovinarsi o per rovinare una persona.

L’iniziativa vedrà come ospiti il dj producer toscano di fama internazionale Fabio Florido e la rivelazione della scena elettronica fiorentina Black Angus, un nuovo progetto musicale di Benjamin Pratesi e Simone Romaniello.

Intervista a cura di:

Carmela Massa

Marco Ruspa

Fabrizio Montini Trotti