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Il Tenax di Firenze riconferma una stagione invernale all’altezza della sua fama: in programma, non solo i migliori DJs e produttori internazionali, ma anche un nuovo interessante format di cui si farà luce proprio quì di seguito, vediamolo insieme.

Il Tenax di Firenze è giunto al 35°anno di attività, e non c’era modo di lasciare le cose all’ordine sconclusionato del caos.

Trentacinque anni non è un traguardo indifferente; nel tempo ci è stato ribadito più e volte da vari esponenti della scena (DJs, produttori discografici, imprenditori, agenzie) quanto effettivamente questo macroscopico calderone cui possiamo riferirci generalmente col termine “Clubbing” sia andato imprevedibilmente evolvendo in più di una perimetrata direzione.

Di tutte le infinite realtà che si sono venute a susseguire negli anni sull’onda di un fenomeno così ferocemente esploso anche all’interno dei confini italici seguendo un po’ il trend estero; solo quelle capaci, nonostante le oggettive difficoltà, di adottare e far proprio uno spiccato senso indovino, che non consistesse nel prevedere il futuro, ma nel lavorare affinchè il futuro stesso fosse specchio e realizzazione delle loro aspirazioni, sono rimaste “a galla”, anzi, molto di più, proprio comodamente all’asciutto.

Una specie di selezione naturale dunque, dove le regole e i sistemi governativi di questo universo vanno al di là di una deliberazione “naturale”, generica e quanto mai oggettiva appunto; sono soprattutto frutto di logiche “intime” da adattare poi all’ecosistema dove queste si vanno ad inserire; di queste poi, quelle che più si dimostrano stimolanti/combacianti, garantiscono il proseguo esistenziale della matrici di cui sono figlie.

Per far di un locale un inattaccabile punto di riferimento per appassionati di ogni genere e grado, non bastano solo “grandi” nomi, locations suggestive e accoglienti di grandi porzioni di pubblico, anche tutti i servizi associati e direttamente derivanti sono condizione, si, necessaria, ma ancora non sufficiente.

Bastasse solo questo, chiunque con una porzione di capitale considerevole potrebbe dare il via alla sua “industria notturna”: sono realtà esistenti, radicate in qualunque regione italiana, ma scarne di ogni sostanza; sgargianti contenitori addobbati di ogni appariscenza il cui contenuto, però, rimane sterile da una significativa intima e profonda, quanto mai lontana da un’oggettiva ricerca creativa ed artista che possa veramente definirsi tale (sono quelle realtà, che tra l’altro, hanno più di qualunque altra cosa contribuito, quasi supportato, l’emergere di quella categoria di personaggi che con una console e il mestiere del DJ non hanno nulla di che da spartire, ma questo è un altro discorso che trova altre sedi di considerazione…).

Condizioni necessarie prima ancora che sufficienti allora, sono le idee, le motivazioni, l’indagine critica del contesto cui si è inseriti, e in ultimo, non per importanza, l’esaltazione culturale di questo piano di indagine preso nella sua totale complessità.

L’appuntamento Nobody’s Perfect del Tenax oramai è una garanzia, quest’anno però è arricchito di una interessante novità (a ribadire quella fondamentale necessità d’innovazione, anche se il modello è già più che consolidato, di cui narravamo prima).

Si chiama All You Can Eat, il nuovo concept della serata su citata in celebrazione del 35° anniversario; ideato da Studio Proclama, “uno studio di comunicazione, graphic design e web development” come riportato da fonti ufficiali, che accompagnerà i clienti del locale per tutta la stagione 2016/2017.

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Il sito riporta:

Studio Proclama ha ideato All you can eat il nuovo concept di Nobody’s Perfect per il 35° anniversario di Tenax, che ci accompagnerà per i mesi della stagione 2016-2017.
Ispirandosi all’arte unita alla non arte del Dadaismo dei primi del novecento, la particolarità e il punto focale di ogni declinazione dell’immaginario di All you can eat sarà la rappresentazione di elementi alimentari uniti ad elementi ornamentali non alimentari.
Una critica visiva legata simbolicamente al mondo del cibo, che parte dal punto di vista del mondo Tenax nel suo insieme e tiene di conto prima di tutto della poliedricità storica e sensibile di un club che da più di trenta anni vive e cresce culturalmente assieme al suo pubblico, non facendo compromessi nel trasmettere il proprio carattere unico e alternativo.
La cultura del trangugiare ogni cosa ci porta a vivere passivamente l’arte, la catastrofe, il cibo, spersonalizzandoci e desensibilizzandoci, come se non provassimo nulla di fronte alla bellezza, alla tragicità, al nutrimento. Rischiamo di essere risucchiati dalla velocità del vivere rimanendo immobili a guardare la nostra immagine dentro al vortice, impotenti di fronte alla nostra fine.

L’appuntamento è allora per Sabato 24 Settembre dove sulla console del Tenax saliranno lo storico resident del club fiorentino Philipp e l’artista britannico Radio Slave..

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