“The Climate Gig” è il nuovo sistema proposto da SkyNRG, Chooose, DGTL Festival e molti altri per ridurre l’impatto delle emissioni di CO2 durante gli eventi dal vivo.
Il problema dell’ecosostenibilità è quanto mai impellente: lo viviamo costantemente e, anno dopo anno, la situazione che ci si prospetta è drammaticamente più critica. Onde evitare filippiche verso coloro meno sensibili al tema, proponiamo una domanda fondamentale, tangente tutti gli amanti di musica. Cosa possiamo fare per rendere più sostenibili gli eventi musicali? Avevamo già affrontato la questione parlando del Terraforma festival – clicca qui per approfondire.
Posto il problema, comprendiamone le cause e lo scenario che circonda tale questione. Ogni anno possiamo assistere ad un sempre maggiore incremento delle emissioni di CO2 – per i meno esperti è il biossido di carbonio (o anidride carbonica) generato dalla combustione di un composto organico.
Alla matrice del problema
Le emissioni di CO2 sono estremamente dannose per l’ecosistema della terra: se avete sentito parlare almeno una volta di “scioglimento dei ghiacciai” e “surriscaldamento globale” sapete perfettamente di cosa stiamo parlando. In caso contrario, cercherò di riassumere nel modo più semplice possibile la questione, sebbene sia completamente errato (intellettualmente parlando) banalizzare il problema alla seguente successione di ragionamento.
Il common factor tra “surriscaldamento globale” e “effetto serra” è il più noto “buco dell’ozono”. L’ozonosfera è quella sottile membrana di ozono che filtra i raggi ultravioletti – presente nello spettro ottico di un fascio di luce – non permettendo a questi di giungere completamente sulla superficie terrestre.
Se ciò non avvenisse avremmo un surriscaldamento della temperatura nella parte più bassa dell’atmosfera terrerestre (la troposfera). Perché stiamo assistendo allo scioglimento dei ghiacciai e al surriscaldamento globale dunque? Ecco: le continue e massicce emissioni di CO2 danneggiano gravemente lo strato di ozono (appena superiore alla troposfera) provocando un “buco”, ovvero il buco dell’ozono. Sia chiaro, il problema è molto più grave di quello che può sembrare da questo ragionamento e vi consigliamo di informarvi su riviste specializzate di carattere scientifico come Nature.
In successione vi lasciamo un grafico realizzato attraverso i dati registrati dal Global Carbon Project, uno degli enti più importanti nello studio e nella quantificazione delle emissioni di gas serra a livello mondiale.
Cosa centra il surriscaldamento globale con il mondo degli eventi?
Potrebbe sembrare una riflessione piuttosto banale, eppure anche il mondo degli eventi è parte integrante del problema (e delle possibili soluzioni). Ogni anno migliaia di persone viaggiano per ascoltare musica e per assistere agli spettacoli dei propri performer preferiti.
È una cosa più che legittima e, soprattutto considerando il recente passato, con piacere assistiamo ad un ritorno alla normalità. Il problema però si pone in termini macroscopici dal momento che già il solo spostamento determina inquinamento ambientale. È doveroso trovare dunque una soluzione a questa annosa questione.
E a tal proposito una risposta arriva da SkyNRG, CHOOOSE, DGTL Festival, Revolution Foundation e Bye Bye Plastic Foundation che hanno deciso di unire le forze attraverso “The Climate Gig“, in occasione dell’appena trascorso Earth Day.
Questo gruppo ha deciso (responsabilmente) di confrontarsi con un interrogativo quanto mai attuale, cioè come rimuovere la componente di carbonio dagli eventi dal vivo. Un qualcosa che, proprio in virtù di quanto detto fin ora, non è affatto semplice.
The Climate Gig dunque si presenta come lo strumento in grado di superare – o quantomeno tamponare – le difficoltà derivate dalle emissioni. In che modo? Semplice! Il Climate Gig consente ad artisti, fan e locali di godersi i viaggi verso le destinazioni musicali in modo più ecosostenibile.
Il modo per fare ciò è semplice, cioè ridurre le emissioni di carbonio durante viaggi – di partenza e di ritorno – attraverso il carburante SAF (Sustainable Aviation Fuel) per l’aviazione. Questo tipo di propellente è prodotto grazie al riciclo di scarti di cibo, olio da cucina esausto, carta ed altri rifiuti organici.
Tutto ciò garantirà degli spostamenti in aereo del tutto green. Gli artisti e i festival che già utilizzano lo strumento includono Deer Jade, SHARE, BLOND:ISH e DGTL Festival e molti altri che verranno annunciati presto.
Questo è un enorme passo avanti per eventi più ecologici e una scena musicale più sostenibile! Non ci resta che aspettare e decidere di agire, pensando più green.