Tom Russell riprende con un altro EP la strada da solista con lo pseudonimo Truss che interruppe nel 2012. Kymin Lea, questo il nome del disco, verrà rilasciato il 13 Aprile sulla Perc Trax, label fondata da quello che è stato in diverse occasioni suo compagno di produzioni, Perc.
Già dal primo istante, dal primo furioso kick, posiamo intuire che Kymin Lea non è un EP da salotto, ma bensì una raccolta di tre pezzi costruiti con il palese scopo di far ballare persone e vibrare club nel cuore della notte, possibilmente quando la situazione inizia a farsi pazza ed ingestibile.
Wyefield, primo tassello del disco, apre le danze con un’ ostentata cassa dritta ed un celestiale pad dietro le linee che si contrappone con il forsennato ritmo della traccia. Quando nella seconda parte della traccia la cassa si pulisce ed il basso inizia a distorcersi, la situazione tende a stabilizzarsi ed a tornare nei canoni.
Kymin Lea, la title-track dell’ EP, è senza dubbio la colonna portante del disco in quanto a fattura e piacevolezza di ascolto: la traccia si apre con un insistente glitch, che ci accompagnerà anche nell’ ultimo pezzo, e scorre stratificandosi fino ad una distorta esplosione in cui ancora una volta sono basso e cassa a fare da padroni. Anche qui entra in gioco un pad che vuole rendere l’ atmosfera spaziale, mentre il basso inizia ad imbastardirsi contorcendosi su se stesso: la traccia inizia a viaggiare su binari spastici ed imprevedibili, una serie di glitch inizia a prendere il sopravvento ed a impreziosire quello che è senza dubbio il lavoro più piacevole del tridente proposto da Truss.
C’è poco da dire riguardo al pezzo che chiude l’ EP, Clawwd Du, piuttosto simile al secondo ma decisamente inferiore ad esso, in quanto poco originale e a tratti quasi fastidioso.
Truss quindi inizia a spingersi sempre più verso il versante heavy della techno: Kymin Lea si propone come un EP sporco, rabbioso e senza compromessi, con un paio di pezzi che senza dubbio ci ritroveremo spesso ad ascoltare nei mesi a venire.
Andrea Nerla