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La vicenda che ha più tenuto banco in assoluto nell’ultima settimana è stata quella che ha coinvolto Bassiani e Café Gallery, due dei più importanti club della capitale georgiana Tbilisi. Ma cerchiamo di riassumere lo svolgersi dei fatti e di capire la situazione attuale.

GLI ANTEFATTI

Per chiarezza, ci riferiremo in particolare alla vicenda del solo Bassiani, della quale si conoscono maggiori dettagli.

Nonostante il più celebre club di Tbilisi dichiari di non aver mai violato la normativa vigente in quanto a sostanze stupefacenti, è noto che da tempo il locale si batte contro la politica georgiana riguardo alle droghe, che definire “stringente” è un eufemismo.

In una nota diffusa da Bassiani, infatti, si spiega che:

“Il possesso di un milligrammo di una qualsiasi sostanza è punibile con l’imprigionamento dagli otto ai vent’anni, o persino a vita. Abbiamo dichiarato diverse volte come l’attuale politica sulle droghe non solo sia incapace di risolvere i problemi, ma al contrario, sia spesso la vera causa delle tragedie.”

BASSIANI

Sempre secondo le note del club, è per questo motivo che da diverso tempo i movimenti politici di destra stanno conducendo una crociata contro il Bassiani e altre realtà di quella che è una delle scene più in ascesa della musica elettronica internazionale. Alcuni di questi movimenti auspicherebbero persino la chiusura definitiva di numerosi locali.

L’antefatto vero e proprio riguarda le recenti morti per abuso di droghe di cinque giovani, che le autorità collegano ambiguamente al Bassiani, nonostante quest’ultimo abbia affermato che nessuna delle cinque morti è avvenuta all’interno del locale e che le persone hanno assunto le sostanze nelle proprie case.

I FATTI DI VENERDÌ 11 E SABATO 12 MAGGIO

È con il movente di queste cinque tragedie che le forze armate, apparentemente vicine alle frange più a destra del Parlamento, hanno organizzato dei raid nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 maggio, di cui vi abbiamo dato notizia in questo articolo.

Raid inquietanti nelle loro modalità, con componenti delle forze speciali che hanno fatto irruzione al Bassiani (così come al Cafè Gallery) e, armi pesanti alle mani, hanno bloccato la serata, operato perqusizioni e arrestato una sessantina di persone, tra cui i fondatori del Bassiani Tato Getia e Zviad Gelbakhiani. Quest’ultimo sarebbe stato picchiato contestualmente all’arresto.

Le prime notizie sono arrivate al pubblico tramite un ancor più inquietante post del profilo Facebook ufficiale del Bassiani, che recita: “Le forze speciali hanno bloccato il Bassiani, musicisti intrappolati all’interno, la destra sta diventando più radicale. SOS.

Circola su Twitter anche il video dell’arresto di Zviad Gelbakhiani, portato via di peso dalle forze speciali.

LA RISPOSTA DELLA COMUNITÀ

La reazione non si fa aspettare. Anzi. Arriva con meravigliosa rapidità. Alle 2:07, quindi pochissime ore dopo l’inizio del raid, un post di Bassiani annuncia che, a causa della situazione attuale, la folla si stava spostando verso il Parlamento, che ha sede proprio a Tbilisi.

Le proteste continuano tutta la notte e nella mattinata di sabato arriva una grossa notizia; alle 15 dello stesso giorno Bassiani e diversi altri movimenti organizzano una protesta pacifica all’esterno del Parlamento georgiano.

La situazione del pomeriggio stesso è la seguente:

Le notizie circolano in tutta Europa e oltre, ne parla persino la BBC e arriva il sostegno dell’intero panorama della musica elettronica, tra cui artisti come Ben Klock, Marcel Dettmann, Nina Kraviz, Ellen Allien, Job Jobse, Dixon, DJ Nobu, Matrixxman, Marcel Fengler e molti, moltissimi altri. Il tutto sotto il motto “We dance together. We fight together.” “Balliamo insieme. Combattiamo insieme.”

La protesta di dimensioni impensabili, che porta nel cuore di Tbilisi migliaia e migliaia di giovani georgiani che ballano per la libertà, continua anche per tutta la giornata di domenica 13 maggio, con le stesse modalità della giornata precedente. In questa occasione alcuni gruppi di neo-nazisti avrebbero attaccato i manifestanti pacifici.

LE SCUSE E LA SITUAZIONE ATTUALE

L’enorme movimentazione di persone, idee e volontà porta ad un risultato di un certo peso. Il Ministro per gli Affari Interni in persona, Giorgi Gakharia, rilascia questo annuncio (leggi di più qui):

Mi scuso non solo a nome mio, ma a nome di ogni rappresentanza del Ministero degli Interni se questo ha messo in pericolo voi o la vostra sicurezza. Allo stesso tempo, vorrei chiedere a voi, che avete insultato persone che vestivano un’uniforme e che stavano proteggendo la vostra sicurezza, di scusarvi con loro. […] Inoltre prometto che raggiungeremo risultati specifici nella direzione delle politiche sulla droga. E se le promesse non verranno mantenute, saremo comunque in grado di ballare o ascoltare musica in una città libera.”

Non è ancora perfettamente chiara la situazione al momento. L’arresto dei fondatori del club e di diverse altre persone, di cui non si ha notizia al momento, lascia presumere che il club sia stato chiuso temporaneamente.

Le parole di Giorgi Gakharia, però, lasciano ampi margini di speranza per la riapertura, ma la mancanza di fonti certe e di notizie fresche ci impedisce di trarre conclusioni con un certo margine di sicurezza.

Anche perché, se questa non dovesse avvenire, abbiamo già idea di cosa potrebbe organizzare l’immensa e vivace comunità dei giovani di Tbilisi. In ogni caso, vi aggiorneremo non appena arriveranno svolte importanti in questa vicenda, simile a ciò che era successo tra agosto e settembre 2016 al Fabric di Londra.

Qui potete leggere un interessante articolo d’opinione pubblicato su Resident Advisor, che con il club georgiano ha collaborato in diverse occasioni.