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In occasione della loro quinta release, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Suoni Incisi, una label atipica per i nostri tempi.

Suoni Incisi è una label nata nel 2020 dalla volontà di creare un progetto libero e autentico, che non fosse vittima dei compromessi dell’industria musicale odierna. Un progetto atipico per i nostri tempi, costruito su dei principi solidi e con un indirizzo artistico coerente.

Grazie a una filosofia e un approccio oseremmo dire radicali, Suoni Incisi si è ritagliata un posto unico nel panorama della musica elettronica, ottenendo degli ottimi risultati e riscontri davvero positivi. A gennaio è arrivata la loro quinta release, che conferma la label come un’oasi di ricerca e autenticità.

Il cuore di Suoni Incisi è un collettivo che opera in completo anonimato, lasciando che a parlare sia esclusivamente la musica. Un vero e proprio manifesto: rifiutare la personalizzazione e il culto dell’artista per concentrare l’attenzione esclusivamente sull’arte.

A rinforzare questo ideale c’è anche la scelta, altrettanto distintiva, di pubblicare un’unica uscita all’anno, rigorosamente in vinile. Questo ritmo volutamente “lento” permette al collettivo di dedicarsi con estrema attenzione a ciascuna release, ma soprattutto gli permette di farlo in maniera libera, senza pressioni di alcun tipo.

Quello che sappiamo di Suoni Incisi è che il progetto è una sintesi di due mondi complementari: da un lato l’esperienza di due DJ con una passione viscerale per il vinile, dall’altro il rigore tecnico e la sensibilità di due musicisti formati al conservatorio e specializzati in musica elettronica. É dall’incontro di queste due anime che prendono forma le produzioni di Suoni Incisi.

Anche questa quinta uscita è frutto di un lungo processo creativo, dove le idee e le influenze del collettivo si intrecciano portando alla creazione di pezzi che sfuggono alla categorizzazione. Ambient, tribal, techno, drone, downtempo, elettronica sperimentale, sono tutti generi che ritroviamo all’interno delle produzioni di Suoni Incisi, senza che però nessuno di essi le definisca.

In occasione dell’ultima release abbiamo avuto la possibilità di fargli qualche domanda.

Ciao ragazzi e benvenuti su Parkett. Partirei dal principio, quando e come nasce il progetto Suoni Incisi?

Grazie innanzitutto a voi per averci ospitato e per il lavoro professionale che dedicate al mondo della musica. Suoni Incisi nasce dal desiderio di realizzare un sogno, dove il risultato finale sia un prodotto vero e proprio, maturo, concreto e tangibile. Il logo della label composto da due linee centrali vogliono rappresentare oltre che l’incisione del solco del vinile, un “incisione di suoni” dentro di noi, avvenuta con anni, decenni di collezionismo, ascolti e continue sperimentazioni tra molteplici generi del panorama della musica elettronica.

Programmare un’unica uscita all’anno è una scelta atipica per i nostri tempi iper-consumistici. Per quale motivo avete deciso di sposare questa linea?

Il tempo è nemico della creazione artistica, è per questo che pur avendo già numerosi progetti definitivi importanti, preferiamo lavorare su nuovi in modo da crearci sempre un margine di tempo che garantisca quella giusta libertà creativa che riteniamo sia fondamentale.

Anche mantenere l’anonimato è una scelta inusuale e certifica che la fama non è tra i vostri interessi. La ricerca di popolarità è una dinamica sempre più discussa nella scena. In generale, quanto pensate che influenzi la qualità artistica?

Anonimato di tutti gli artisti e collaboratori che la rappresentano è uno degli elementi caratteristici della label, ritenuto fondamentale per valorizzare solamente il lavoro collettivo e il prodotto finale.
” ..Se impieghi del tempo per cercare popolarità stai togliendo del tempo da dedicare a ciò che vuoi esprimere.. “.

Quello che sappiamo di voi è che lavorate a otto mani. Due di voi sono DJ, altri due musicisti laureati al conservatorio e specializzati in musica elettronica. Come organizzate il processo creativo all’interno della label?

Il binomio tra decenni di collezionismo in vinile maniacale e lo studio applicato di teorie sulla musica elettronica; la volontà di confrontarsi e condividere queste informazioni differenti e complementari che ci danno sempre energia nel poter individuare l’idea giusta da dove iniziare ogni volta.
È questa la vera linfa che crea il processo creativo, il continuo scambio di informazioni permette la crescita di ognuno, quindi della label.

Ambient, tribal, trance, techno, drone, downtempo, elettronica sperimentale… la musica di Suoni Incisi è difficilmente categorizzabile. Voi come la definireste?

Se da un lato categorizzare generi è importante per assegnare dei punti di riferimento che creeranno in ognuno di noi il proprio background, nel lato della produzione assume un ruolo diverso, entra in gioco l’espressione artistica che rimescola le carte. I generi si fondono e danno sempre vita ad un nuovo percorso da sviluppare insieme.

Siete arrivati alla vostra quinta uscita. Cosa vi ha guidato nella creazione artistica di questo disco? Quali sensazioni ed emozioni ci ritrovate?

Ogni release racchiude una visione, un racconto, la musica disegna scenari, flash improvvisi che suggeriscono intuizioni da poter concretizzare, saper ascoltare ciò che ci circonda e vive dentro di noi.

Le vostre uscite sono apprezzate da tanti, pubblico, artisti e addetti ai lavori. Qual è la soddisfazione più grande che vi ha regalato la label fino ad oggi?

Avere complimenti ed estimatori da diverse parti del mondo è una cosa che affascina e fa riflettere, poiché trasmettere emozioni non è facile, ed è sempre più appagante donarne che riceverne e si dovrebbe fare non solo nella musica.

Per concludere, quali sono i programmi per il futuro? C’è qualcosa che potete anticiparci?

Crearsi aspettative spesso significa ricevere delusioni, desideriamo invece dare valore a quello che abbiamo costruito e migliorarlo lentamente, con amore e intelligenza (cosa non facile).