Il disegno di legge vedrebbe gli artisti ricevere una “giusta quota” di streaming royalties come parte dell’Artist Compensation Royalty Fund. Una proposta importante per il Congresso degli Stati Uniti.
La musica è al nostro fianco e non ci lascia mai soli, nonostante spesso non ci si faccia abbastanza caso. Quante volte ci troviamo a canticchiare la nostra canzone preferita mentre siamo al supermercato o in sala d’attesa prima di una visita medica? Quante volte cerchiamo rifugio in uno streaming musicale, dopo aver avuto una giornata pesante? Ma, la vera domanda sarebbe: come se la passano realmente gli artisti, fautori appassionati di queste colonne sonore quotidiane?
Alcuni benissimo, indubbiamente! Altri (in particolar modo gli emergenti) sono costretti a fare i salti mortali per tenere in piedi la propria attività.
Ormai è risaputo che il maggior guadagno dei producer risieda nei concerti dal vivo o nei grossi sponsor che decidono di finanziare un progetto specifico. Molti addetti al settore imputano questa situazione al fatto che le piattaforme di streaming non riconoscano agli artisti un guadagno decoroso, tale da poter proseguire con i propri investimenti e le proprie ambizioni creative.
Per questo motivo, ultimamente, si sta parlando moltissimo di un nuovo disegno di legge che mira ad aumentare le royalties pagate agli artisti per lo streaming della loro musica. Questa proposta è stata presentata al Congresso degli Stati Uniti, nonché organo legislativo del Governo federale degli Stati Uniti d’America. Il disegno di legge è stato sviluppato con la United Musicians and Allied Workers Union (UMAW), con lo scopo ben preciso di aumentare le royalties sullo streaming, garantendo che gli artisti vengano pagati un minimo di “1 centesimo per streaming”. Tutto ciò varrà da “salario minimo” per i musicisti, in cerca di un compenso dignitoso che possa gratificare il costante lavoro di produzione.
Chiedendo giustizia economica ed equità nello streaming, il disegno di legge sostiene diverse modifiche per proteggere gli artisti che sono stati “direttamente colpiti dalla mancanza di supervisione nell’industria musicale”.
La deputata Rashida Tlaib e il deputato Jamaal Bowman hanno presentato il “Living Wage for Musicians Act” durante una conferenza stampa dello scorso mercoledì 6 marzo al Motown Museum di Detroit. Una città che, casualmente, risulta essere davvero significativa per la storia della musica elettronica globale.
Un disegno di legge rivoluzionario!
Il “salario minimo” deriverebbe dall’istituzione di un vero e proprio “fondo per le royalties” di compensazione degli artisti, che sarebbe simile al modello utilizzato da SoundExchange per le royalties sulle trasmissioni radiofoniche.
Un comunicato spiega:
“Sarebbe finanziato attraverso i canoni di abbonamento alla piattaforma e un prelievo del 10% sulle entrate non derivanti dagli abbonamenti”.
Il fondo fungerebbe da pagamento separato per gli artisti, a prescindere dai pagamenti dovuti dalle etichette o dalla distribuzione discografica. Tuttavia, vedrebbe un limite dei pagamenti al raggiungimento di 1 milione di stream per ogni singola traccia. Qualsiasi royalty guadagnata per l’Artist Compensation Royalty Fund su una traccia che supera 1 milione di stream, verrebbe quindi ridistribuita tra tutti i musicisti coinvolti in fase di registrazione.
Secondo un rapporto del magazine statunitense Consequence of Sound, Spotify attualmente paga gli artisti circa $0,003-$0,005 per ogni ascolto.
Questo significa che gli artisti debbano superare gli 800.000 stream mensili, per un guadagno di circa $15 l’ora. Ci rendiamo conto?!
Sottolineando la disuguaglianza nel settore dello streaming, la deputata Tlaib ha affermato che:
“Lo streaming ha cambiato l’industria musicale, ma sta lasciando innumerevoli artisti che lottano per far quadrare i conti”
Lo streaming digitale rappresenta una percentuale altissima del consumo di musica in tutto il mondo, ma gli artisti sottolineano continuamente di non essere pagati abbastanza! Affermazioni provenienti dalle più svariate scene musicali: techno, rap, pop, rock e molte altre ancora.
La proposta di legge di cui vi abbiamo parlato rappresenta un enorme passo in avanti per i diritti degli artisti. Si tratta di qualcosa per cui dovremmo lottare tutti, così da poter garantire un livello musicale sempre più alto e all’avanguardia.