L’expanded festival di 100__ve torna il 26 ottobre al C.S. Rivolta di Marghera, alle porte di Venezia, con il primo evento della stagione. Una line-up di artisti locali e internazionali per accompagnarci tra le varie sfaccettature della musica elettronica contemporanea.
All’interno del territorio veneziano, la controcultura underground fa spesso fatica a svilupparsi e a trovare spazi adeguati alla sperimentazione musicale. Il bisogno di esprimere una visione artistica, musicale e culturale di forma indipendente si è fatto sempre più necessario in una città come Venezia.
A rappresentare questa necessità di offrire un’alternativa di qualità e lontana dall’artificio dei contesti mainstream c’è 100__ve che da qualche anno è ormai punto di riferimento per la sperimentazione musicale. Una forma di resistenza all’interno di un territorio dove le forme di cultura indipendenti si trovano sempre più schiacciate dalla gentrificazione degli spazi di aggregazione.
100__ve è molto più che un semplice festival. Il loro punto di forza è la compresenza di artisti dai differenti background e stili musicali la cui arte confluisce e si espande, per una notte, all’interno dello stesso spazio-tempo, all’interno dello stesso luogo. Dalla techno all’acid, dalla sperimentazione elettronica a quella hip-hop, fino all’IDM e all’ambient. Gli eventi di 100__ve percorrono una varietà di generi musicali che risuonano contemporaneamente all’interno dello storico spazio del Centro Sociale Rivolta, a Marghera.
100__ve si espande su tutte le tre sale del Rivolta – Hangar, Teatro, e Nite Park, ognuna dedicata a generi differenti, creando così un dinamismo costante di persone che si muovono non solo nello spazio ma anche nella diversità musicale. Nel corso degli anni il festival ha ospitato artisti come Djrum, Upsammy, Gatto Nero, Pinkman, Elena Colombi e molti altri.
Quella del 26 ottobre rappresenta la serata di apertura della stagione invernale, con una line-up tanto nazionale quanto internazionale a simboleggiare la varietà musicale che caratterizza questo progetto.
Non solo dj-set ma anche performance e installazioni, in un’inter-connessione costante tra le differenti arti.
Nell cosiddetto “Hangar“, la serata verrà introdotta dalla dj americana di nascita ma milanese di adozione Marileou con il suo set dalle sonorità trance, electro e techno. Seguirà uno dei nomi più attesi dell’evento: NZE NZE, un ensemble afro-futurista che unisce industrial, post-punk e dub. In chiusura, l’elettronica di stampo 90s dell’egiziano-palestinese Oldyungmayn e i bassi ipnotici di Vox Supreme.
La sala denominata “Teatro” è adibita alla sperimentazione in chiave elettronica ed ambient e il 26 ottobre ospiterà l’ucraino Andriy K., celebre per la sua capacità di unire elettronica sperimentale e performance d’ascolto live. Con lui anche Cinna Peyghamy, artista iraniano che unisce il suono del tombak (strumento a percussione iraniano) al synth modulare, creando un connubio inaspettato.
In “Nite Park“, invece, sarà presente l’installazione sonora “Early Farming” ad opera di Rilascio Prolungato in collaborazione con AIAIAI, compagnia danese leader nel settore audio.
Noi di Parkett abbiamo voluto scoprire quali obiettivi e motivazioni si celano dietro un progetto dallo sguardo innovativo all’interno del territorio veneziano, parlandone direttamente con gli organizzatori.
Quello di 100__ve è un progetto estremamente interessante, ma da dove parte? Quale desiderio vi ha spinto a creare questo festival?
100_ve è un progetto dinamico, dai confini sfumati, non ha una data di nascita esatta né si pone un obiettivo su cui arrestare la propria ricerca.
Nasce da un’urgenza comune che avvertiamo ancora oggi. L’urgenza di portare in scena giovani artisti nella nostra città, a Venezia, che manca di spazi liberi di aggregazione. Abbiamo coscienza di come la scena musicale anni fa si evolvesse a Venezia a gran velocità. E di quanto invece sia difficile oggi aprire le porte alle novità oltre le sedi istituzionali dell’arte. Viene da questa coscienza il desiderio di auto-produrre le basi concrete per sviluppare una scena alternativa. Di farci noi stessi curatori e promotori di eventi di entertainment di portata internazionale e innovativa, progettati nella circostanza presente ma con una visione al futuro della musica in città. Inclusione e avanguardia, per incontrare la sensibilità di addetti e appassionati del settore come pure della larga popolazione studentesca nel nostro territorio. Insomma, 100__ve nasce per creare uno spazio professionale per la sperimentazione musicale a Venezia.
Il vostro è un progetto underground che esplora non solo il potere dell’elettronica ma anche dell’arte. In che modo riuscite a concretizzare la connessione tra le due discipline all’interno dei vostri eventi?
Come dicevamo prima, il progetto nasce come piattaforma e procede come assemblaggio di diversi stimoli raccolti nel corso degli anni in altri paesi europei. Le pratiche artistiche rappresentano per noi anzitutto una possibilità di aggregazione fra pubblico e artisti locali e internazionali. È il binomio elettronica e arte, ma anche pubblico e artisti che usiamo come innesco per accendere un certo tipo di interesse verso ciò che intendiamo per innovativo. Più semplicemente verso ciò che esce dalle sedi istituzionali dell’arte con grave ritardo.
Non per forza la nostra pratica curatoriale è mirata a creare processi trasparenti e facili da comprendere dall’esterno. Al contrario, ci interessa tutto ciò che attiene a una sorta di “scontro” fra differenti punti di vista, per dare modo a chi vive Venezia di conoscere i protagonisti alternativi della musica contemporanea e, quando possibile, per dare voce a chi non ne ha ancora avuta quanta ne meriterebbe.
Il vostro festival trova luogo da anni all’interno dello storico spazio politico del C.S Rivolta a Marghera, alle porte di Venezia. Si tratta di una scelta casuale o c’è un obiettivo preciso di far risuonare l’elettronica underground negli spazi indipendenti in cui ha avuto origine?
Non è una scelta del tutto casuale, ma una conseguenza dettata dalla totale mancanza di spazi nella città. Rivolta ci offre non solo un luogo dove ospitare i nostri eventi, bensì la libertà di elaborarli nel miglior modo possibile. La venue in questo caso, date le grandi dimensioni, è un punto di riferimento per noi e per chi naviga le nostre stesse acque. Non solo: la scelta di continuare il nostro percorso all’interno di Rivolta è una scelta fatta di fiducia, onestà e posizionamento.
Non è la politica in questo caso il motore principale della scelta ma sicuramente ne è parte. Gli spazi che ci offre sono spazi articolati, che permettono a chi vuole partecipare ai nostri eventi (ma anche a molti altri) di godere di punti di sfogo diversi, di poter scegliere liberamente cosa fare durante la serata. Che sia seguire le performance o giocare a calcio balilla, cenare, rilassarsi negli spazi esterni. A Venezia non ci sono spazi così.
L’attenzione dedicata a visual e luci nelle vostre serate è essenziale quanto la proposta musicale. Come si presta lo spazio del Rivolta per lo stage design?
Qui c’è da rimarcare la propensione allo sviluppo del progetto 100__ve in ottica quasi al 100% DIY. Tutto ciò che propone il festival è frutto del lavoro di volontari e volontarie che giorno e notte vivono Rivolta come una casa. Il design dei nostri appuntamenti è un design rough, che si basa su un’economia totalmente differente da molte altre realtà conosciute e che mantiene quella vena di verità e sincerità anche nella costruzione degli spazi.
Come si presta il Rivolta sotto questo aspetto? Come lo spazio perfetto per poter sbagliare. Senza mezzi termini è uno spazio difficile, che ti fa scontrare con numerosi ostacoli, ma da un certo punto di vista è uno spazio privilegiato perché mantiene a terra quella smania che abbiamo un po’ tutti di prendere il volo. Ciò che 100__ve è al momento è un festival per tutte e per tutti. Lo diciamo sotto tutti gli aspetti del discorso: dalla costruzione degli eventi alle interazioni che avvengono al loro interno.
Il festival, che voi definite “expanded”, si sviluppa all’interno di tre aree del C.S Rivolta, ognuna dedicata a sottogeneri differenti dell’elettronica. Sapete dirci qualcosa in più su questa suddivisione di spazi e generi musicali?
Riguardo all’etichetta di expanded c’è da fare una precisazione. Expanded non è solo la scelta di attivare più sale in contemporanea. È piuttosto una provocazione. Perché “espansa” è l’unica modalità in cui crediamo si possa fare un festival nel nostro territorio. Ci spieghiamo: Venezia è un luogo di passaggio (di porosità culturale, ma più spesso di sfruttamento nel breve termine).
Da ciò deriva la mancanza di infrastrutture per politiche di sperimentazione artistica, e quindi la necessità, per un festival, di diluirsi in più sedi distanti o di articolarsi dentro un’unica sede. Invitiamo allora a leggere questi termini con un po’ di ironia, perché noi possiamo espanderci quanto vogliamo dentro il Rivolta ma il problema resta la difficoltà di uscire dal Rivolta.
Durante ogni serata proponiamo deliberatamente ciò che si avvicina il più possibile alla forma (temporale e spaziale) di un festival libero. Chi partecipa torna a casa con il solito braccialetto al polso, che reca però scritte queste due parole, che forse gli o le metteranno una pulce nell’orecchio.
100__ve non è solo un punto di riferimento veneziano per le diverse sfaccettature della musica elettronica contemporanea, ma avete anche organizzato diversi side projects all’interno di Venezia e del territorio circostante. Cosa potete dirci al riguardo?
Sempre rimanendo nel concetto di espansione come forma di apertura verso una maggiore attenzione al significato contemporaneo della curatela musicale, cerchiamo di mettere in calendario appuntamenti esterni alla nostra venue usuale per portare in luoghi, talvolta anche non proprio adatti, il libero incontro fra sperimentazione artistica e rispetto delle individualità che anche il prossimo 26 ottobre, ci auguriamo, andrà in scena al C.S Rivolta di Marghera.
I biglietti si potranno acquistare solo all’ingresso, non c’è possibilità di prevendita.
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