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In occasione della celebrazione del 30° anniversario dalla nascita, ripercorriamo la storia della Warp Records.

E’ il 1989 quando il produttore Robert Gordon e due dipendenti di un negozio di dischi, Steve Beckett e Rob Mitchell, fondano a Shieffeld l’etichetta indipendente Warp Records. Inizialmente registrata come “Warped Records”, decidono di abbreviare il nome in “Warp” per la difficoltà di distinguere le ultime due lettere al telefono. La prima release della label è il singolo bleep-techno “Track With No Name” dei Forgemaster (in cui milita lo stesso Gordon), pubblicato il 7 agosto 1989 in 500 copie e finanziato grazie alla “Enterprise Allowance”, un’iniziativa istituita nell’81 dal governo conservatore britannico che garantiva un reddito garantito di 40 sterline a settimana ai disoccupati che si mettevano in proprio.

Il disco definisce una linea decisa sia in termini del suono delle prime produzioni Warp che dal punto di vista visivo, grazie alla copertina viola ideata dai grafici di “The Designers Republic”, che diventerà il vero marchio di fabbrica dell’etichetta. I primi successi commerciali della label arrivano però l’anno successivo con la pubblicazione di “Tricky Disco”, primo singolo del progetto “Tricky Disco” di Michael Wells e Lee Newman, e con l’uscita di “LFO” del duo bass-heavy techno omonimo LFO, che vende 130.000 copie e raggiunge il 12° posto nella classifica dei singoli più venduti nel regno unito nel luglio del 1990.

Gli LFO, composti da Gez Varley e Mark Bell, vengono notati dalla critica un anno dopo, con la pubblicazione dell’album “Frequencies”, prima release full-lenght dell’etichetta inglese. E’ un album in cui convivono in maniera genuina sia tracce ballabili che brani d’ascolto e che getta le basi per l’approccio all’elettronica della Warp da qui in avanti.

Dal ’92 la Warp records inizia a produrre la serie di album e compilation intitolate “Artificial Intelligence”, descritte dall’etichetta stessa come “musica elettronica d’ascolto”. All’interno delle release della serie troviamo, tra gli altri, “Surfing on Sine Waves”, unico album di Richard D. James uscito con il moniker di Polygon Window, l’album di debutto “Incunabula” degli Autechre e la storica raccolta “Artificial Intelligence”, in cui sono presenti brani di Alex Paterson degli Orb, I.A.O (conosciuti anche con il nome di Black Dog) e “UP!”, oggi noto con il suo nome
anagrafico: Richie Hawtin.

L’uscita del disco “Artificial Intelligence” corrisponde ad un avvenimento fondamentale: la nascita dell’Intelligent Dance Music (IDM). Il termine, coniato ufficialmente l’anno seguente dal commentatore britannico Alan Parry sul portale Hyperreal, definisce un genere creato per identificare un insieme di producer che prendono le distanze dal panorama musicale del periodo per comporre con un approccio diverso, prendendo ispirazione dall’ambient e dalla musica contemporanea d’avanguardia, pur utilizzando mezzi e strumenti della musica elettronica mainstream. Un’evoluzione in questo senso sono le produzioni del musicista “nostrano” Lorenzo Senni, che dal 2016 pubblica per Warp e sta lavorando su una variante dell’IDM, definita dall’artista stesso come pointillistic trance, basata sui build-up della musica trance.

L’immagine della Warp, dalla seconda metà degli anni ’90, è indissolubilmente legata al successo di Aphex Twin. I primi dischi che Richard D. James pubblica con questo pseudonimo per l’etichetta di Shieffeld sono l’EP “On” e “Selected Ambient Works Volume II”, entrambi usciti nel ’93. La notorietà del producer irlandese accresce con gli LP “…I Care Because You Do” (1995) “Richard D. James” (1996) e Gli EP “Come to Daddy” (1997) e “Windowlicker” (1999), i cui rispettivi singoli omonimi ottengono una diffusione in heavy-rotation su Mtv grazie agli iconici videoclip di Chris Cunningham.

Il regista, già collaboratore per la Warp con il video “Second Bad Vilbel” degli Autechre, confeziona per l’artista un’immagine strana e misteriosa, orrorifica a tratti, che gli permette di emergere in maniera prepotente sulla produzione omologata dei videoclip del periodo. La componente visiva nelle opere di Aphex Twin, come anche nel resto delle produzioni Warp, è fondamentale: il grande pubblico non conosce integralmente la sua discografia ma sa riconoscere al volo il logo della A stilizzata, geniale progetto grafico del designer Paul Nicholson, e il ghigno deformato dello stesso Richard D. James, che nei video di Cunningham campeggia ora su volti di bambini, ora su avvenenti modelle in bikini.

Tutto questo in aggiunta all’hype che si crea tra una sporadica pubblicazione e l’altra hanno fatto generare su Aphex Twin un’aura mitica, che gli permette di esibirsi come headliner anche in kermesse in cui l’eclettismo musicale dell’artista, tra ambient, techno, breakbeat e drum’n’bass, avrebbe difficoltà a trovare collocazione.

Ora la Warp Records, che nel 2000 ha spostato la sede da Shieffeld a Londra, pur non avendo una linea stilistica definita come negli anni ’90, continua a produrre i lavori di alcuni tra gli artisti più interessanti in circolazione: Clark, Squarepusher e Plaid (Ed Handley e Andy Turner dei Black Dog) stanno contribuendo a far evolvere l’IDM, Flying Lotus cerca di ibridare l’elettronica col jazz mentre Bibio sta sviluppando una singolare folktronica.

Poi c’è il math rock dei Battles, i pezzi astratti di Mark Pritchard, le composizioni immersive del piano preparato di Kelly Moran, le rarefazioni ambient del mitico Brian Eno e i gli inimitabili Boards of Canada, col loro downtempo psichedelico dal sapore cinematografico.

La lista completa degli artisti che fanno parte dell’attuale roster della Warp Records è visibile QUI.

Christopher Scherlich